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Opinioni

IPOTESI DI CAMBIAMENTO

FELICE MAGNANI - 06/03/2015

Rispettare la normativa umana significa testimoniare la cultura della fraternità nella sua accezione più vera e più ampia. In molti casi assistiamo a comportamenti privi di contenuti educativi, a interpretazioni arbitrarie e prive di contenuto etico. Il mondo adulto, in molti casi delega le proprie responsabilità e vive in modo libertino le proprie convinzioni, pensando che il proprio mondo sia il migliore dei mondi possibili. Manca un insegnamento che tenda fare emergere quella parte della natura umana che informa la sfera dei sentimenti, che plasma l’interiorità, la coscienza, la vocazione a fare emergere gli spazi del cuore e dell’anima.

Rafforzare la vita interiore, ritagliare spazi da dedicare alla meditazione, alla riflessione, alla conoscenza di sé, è fondamentale per non perdere di vista l’aggancio con la dimensione umana dell’esistenza, quella che ci consente di mantenere vivi i legami tra noi e l’ambiente che ci circonda. In una società che tende sempre di più a comunicare con il verbo della finanza e dell’economia e dove il valore è subordinato alle esigenze di mercato, diventa difficile costruire il nuovo, riuscire a coniugare il pensiero con l’azione, i valori con la loro concreta attuazione. Manca una pedagogia dell’esistenza che coinvolga le persone nella costruzione della città umana.

La filosofia evangelica, che pure offre ampi spazi d’indirizzo sociale, è sempre più oscurata dalle leggi del profitto, dal timore che tutto possa finire da un momento all’altro. L’aridità umana porta all’esasperazione, alla follia, all’odio, ai drammi che quotidianamente ci vengono sottoposti dai mass media, in molti casi propensi a spettacolarizzare che non a tentare di costruire forme di convivenza più civili. A ogni cittadino, sia esso maschio o femmina, deve essere consegnata la possibilità di realizzare le proprie aspirazioni e la propria volontà, secondo l’ordine costituzionale della nostra repubblica. Per troppo tempo la politica, che porta con sé il carisma grammaticale della femminilità, è stata considerata feudo di un’oscurantista filosofia maschilista, tesa a rafforzare il proprio potere su ogni forma di imparzialità.

La donna con la sua grande vocazione etica, civica, sociale e culturale, rappresenta una storia che la vede protagonista di quel grande e straordinario evento che è la vita. Chi meglio di chi la partorisce può comprendere la vita stessa? Il rispetto è la chiave di lettura del livello di civiltà di un popolo ed è la più alta forma di maturità democratica. È il “biglietto da visita” di una democrazia sana, forte, capace di affrontare qualsiasi tipo di situazione, anche quelle straordinarie.

Il rispetto lo si ottiene sviluppando forme educative convincenti, predisponendo un’intensa attività di prevenzione e di apprendimento culturale. Non esiste rispetto senza cultura, non esiste cultura senza una forte convinzione educativa. Bisogna quindi che tutte le agenzie si attivino per orientare il cittadino verso un’assunzione consapevole di modelli e di stili comportamentali adeguati, con l’appoggio di una politica estremamente attenta a coltivare questo valore con l’esempio, con l’ideazione e la messa a punto di regole adeguate.

Anche la sicurezza rappresenta il punto di partenza di una democrazia forte e matura. Nasce all’interno di un sistema educativo che pone al centro l’uomo, il suo livello di consapevolezza, la sua capacità di interagire con sé stesso e con il territorio di competenza e prende corpo nelle principali agenzie educative presenti sul territorio: famiglia, scuola e società civile.

Premesso che la sicurezza sia un fatto di natura culturale, ciò non toglie che possa diventare un problema, nel momento in cui, mancando le condizioni strumentali necessarie, metta a rischio l’incolumità morale e fisica delle persone e tutto il sistema delle relazioni.

Diversi possono essere i fattori che determinano il fenomeno di una decadenza della sicurezza all’interno del sistema democratico, ad esempio la relativizzazione del concetto di autorità. Oggi assistiamo a un progressivo depauperamento delle regole, delle figure e dei ruoli. Si commettono molti reati, ma nella maggior parte dei casi restano impuniti a causa di un eccesso di garantismo. Due possono essere le vie per garantire realmente la sicurezza del cittadino: un rafforzamento di tutto il sistema educativo presente sul territorio, a scopo preventivo e l’attivazione di un circuito di valorizzazione e responsabilizzazione del sistema di sicurezza, conferendo al cittadino stesso un’immagine giuridica più efficace nella lotta contro ogni forma di trasgressione e prevaricazione.

Educare, responsabilizzare e valorizzare sono passaggi necessari per ricreare le condizioni di un modello democratico garante della sicurezza dei suoi cittadini. Incoraggiare, promuovere, premiare sono azioni che possono cambiare radicalmente i caratteri delle persone e di un sistema, in molti casi votato alla demotivazione, alla pianificazione, alla emarginazione e all’appiattimento intellettuale.

Uno stato deve concorrere alla valorizzazione dell’essere umano, nella sua volontà di essere parte attiva e integrante di un grande processo di rinnovamento e di riqualificazione dell’immagine e dei ruoli. Ogni persona è portatrice di risorse e di qualità, di fantasia e di creatività, di volontà e di aspirazioni al fare e al condividere.

Si tratta di permettere a tutti di condurre fuori quelle enormi ricchezze, indipendentemente dalle condizioni sociali e intellettuali. Ognuno deve avere il diritto-dovere di esprimersi e di costruire, in un clima di attenzione, condivisione e stimolazione. I meritevoli, coloro i quali dimostrano con le proprie capacità e con la propria volontà di concorrere alla costruzione della città del futuro, devono poter incontrare spazi di operatività, all’interno dei quali depositare le proprie risorse umane e intellettuali.

Promuovere l’essere umano e rompere l’incantesimo castale che ha ingessato la politica e non solo, è uno dei compiti fondamentali di chi si propone di cambiare le regole del gioco. Occorre sottolineare la reale importanza dell’onestà intellettuale, che deve trovare riscontro nella capacità del politico e della politica di essere coerenti con i principi e i valori che stanno alla base del patto di fiducia stabilito con i cittadini.

Essere onesti intellettualmente significa agire secondo un codice etico che antepone sempre l’interesse pubblico a quello privato, il rispetto delle persone, la volontà di operare per il bene della comunità, nella liceità e nella legalità. Onestà nell’esercizio del potere, onestà nella elaborazione e nella realizzazione del pensiero politico, onestà in qualsiasi campo o settore della intrapresa politico-amministrativa, onestà nel rispetto delle promesse fatte, onestà nel proprio modo di essere e di porsi nei confronti di chi ha votato la nostra fiducia. Essere onesti nella società attuale, significa esprimere con molta chiarezza il proprio pensiero, anche quando sfida apertamente la disonestà, spogliandola della sua maschera e mettendone a nudo i sistemi mistificatori sui quali si regge. Essere onesti significa dichiarare apertamente i propri valori senza il timore di doversi compromettere per piacere a qualcosa o a qualcuno.

In molti casi la politica e i politici hanno perso fiducia e hanno generato destabilizzazione perché non hanno saputo o voluto esprimere con chiarezza e sincerità la propria coerenza. Premesso che i valori sono espressione di una volontà, è dunque la volontà stessa della persona che si caratterizza e che caratterizza il suo comportamento, la sua azione politica.

Essere morali, ad esempio, significa agire nel rispetto di se stessi e del prossimo, esprimendo con correttezza e coerenza l’essenza di quei principi che si identificano nella nostra tradizione. La moralità si configura nel linguaggio verbale, gestuale e nel rapporto relazionale che si delinea tra autorità ed esercizio dell’autorità stessa, tra potere e necessità, nella capacità di saper rispondere ai bisogni e alle attese della popolazione. La forza della moralità si misura soprattutto con l’esempio.

L’esempio deve essere chiaro, comprensibile e accessibile a tutti, perché il suo carattere fondamentale è l’universalità. Ci siamo spesso imbattuti in uomini politici e in una politica che hanno costruito una propria morale, una morale di comodo, modellata e strutturata secondo le proprie mire ideologiche e personali, giustificativa di qualsiasi atto o azione potesse soddisfare la propria ambizione personale, a dispetto dei bisogni e delle necessità delle persone. Il politico e la politica non sono una sezione staccata del corpo elettorale, bensì la diretta espressione, quindi hanno il compito di leggere, interpretare e capire in quale direzione operare, per il bene della comunità.

La costruzione del bene pubblico deve essere l’obiettivo primario di tutta l’azione politica. L’immoralità di una parte consistente della classe dirigente italiana ha generato molti dei mali che affliggono il costume della nostra società, come la trasgressione, la prevaricazione, la destabilizzazione dei ruoli e delle figure di riferimento, la sfiducia nelle leggi, nella giustizia, nella legalità, nell’autorità, nell’educazione e in tutte le forme regolative del nostro sistema. Per questo si rende necessario ripristinare un ordine etico della persona e delle sue pubbliche responsabilità.

Moralizzare è essenziale per ricostruire un clima di fiducia nelle attese popolari e un ordine naturale nel quale sia possibile riconoscersi e lavorare.

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