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Società

LAVORI MEDIATICI FORZATI

LUISA OPRANDI - 27/03/2015

greta vanessa“Due ragazzine inutili e dannose”: così l’ex assessore Stefano Clerici posta sul suo profilo FB l’ennesima sforbiciata di giudizi nei confronti delle due giovani Greta e Vanessa, rapite in Siria e successivamente liberate. A farla da padrone è ancora una volta il tono denigratorio senza limiti. Che si estende all’invito a togliere alle due ragazze la cittadinanza italiana.

Il motivo che ha fatto scatenare l’invettiva di Clerici è la dichiarazione di Vanessa di essere pronta, assieme all’amica, a ritornare in Siria. E questo basta al politico varesino per arrivare a dichiarazioni che sono al limite del rispetto. Dire a chiunque di essere persona “inutile” è riprovevole, ma la riflessione non si ferma qui. La ripetitività delle esternazioni irrispettose è ormai sufficiente a fare comprendere come parlare delle due ragazze, di cui una gaviratese, sia diventato uno dei tanti modi utili a fare accendere i riflettori sulla propria persona. Il sistema della comunicazione è tale per cui i post sui profili facebook o sulla pagina di twitter diventano pratico e immediato serbatoio di informazioni. Basta quindi esprimere una bella frase shock per essere sicuri che venga “captata” dal mondo dell’informazione ed essere certi di entrare dalla porta principale nel circuito mediatico.

Se infatti ad agosto dello scorso anno, la dichiarazione del politico varesino aveva suscitato scalpore per la evidente immediatezza espressiva e in molti ci eravamo scaldati a dargli contro, ora siamo nella fase del “déjà vu”, anzi della ripetizione a oltranza, che suona molto di stantìo e di calcolato. E quindi i toni si alzano. Avere detto, alla notizia del rapimento, che “sarebbe stato meglio stessero a casa a giocare con la Barbie anziché andare in Siria” era stata una miccia. Che però aveva riempito le pagine delle testate locali.

Il livello del tono giudicante si è quindi alzato, durante i mesi della prigionia delle volontarie, nel dichiarare che “erano partite solo per farsi i selfie con i ribelli”. Fino alla escalation di questi giorni dove il limite alla decenza non si pone, arrivando a definire le due ragazze “inutili” e indegne di essere cittadine del nostro paese. E decretando anche la pena da scontare per la loro scelta: i lavori forzati. Ma analogo servizio era stato offerto ai partigiani e ai cittadini antifascisti che lo scorso novembre avevano sfilato pacificamente per le vie del centro in risposta all’oltraggio perpetrato ai danni del San Martino, luogo simbolo della Resistenza. Li però il politico si era successivamente piegato alle scuse, avendo sentito la “sculacciata” virtuale anche della sua parte politica. Insomma, letto in termini di bassa politica, tutto questo straparlare non esime dal pensare che abbia alle basi una buona dose di consapevolezza degli effetti che riesce a suscitare: poche parole ingiuriose diventano una “santabarbara” mediatica esplosiva. Dalla quale qualche “utilità” forse si spera di ricavare.

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