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In Confidenza

SCOMPARSO, MA PRESENTE

Don ERMINIO VILLA - 17/04/2015

La cena di Emmaus nella cappella Martignoni del Santuario del Sacro Monte

La cena di Emmaus nella cappella Martignoni del Santuario del Sacro Monte

I vangeli della Risurrezione ci assicurano che il Crocifisso Risorto, scomparso alla nostra vista, non è assente; è diventato invisibile, ma non se ne è andato altrove; come ha promesso è con noi sempre.

Il Dio di Gesù Cristo, in cui crediamo, sta dalla parte dell’uomo e cammina con noi; non ci abbandona a noi stessi, a causa dei nostri peccati.

La strada da Gerusalemme ad Emmaus, metafora delle nostre vite, racconta il sogno in cui ci siamo cullati e la delusione in cui è subito svanito.

I due discepoli abbandonano la città di Dio per fare ritorno nei loro villaggi d’origine, escono dalla grande storia e rientrano nella normalità del quotidiano. Sembra che sia tutto finito… forse è meglio tornare a casa…

Per incontrare la speranza, bisogna andare al di là della disperazione. Quando si va sino alla fine della notte, si incontra una nuova aurora” (Georges Bernanos). Infatti, mentre se ne stanno andando, Gesù li raggiunge. Con Dio succede così: non accetta che noi ci arrendiamo. A tutto c’è rimedio, perché Lui ha vinto la morte, e ogni male. Con lui c’è sempre un “dopo”!

Nella loro idea, il Messia non poteva morire sconfitto, perché doveva trionfare sui nemici. Non hanno capito il “perché” della croce.

E lui camminando, spiega il senso delle Scritture, che pure erano note, e fa loro comprendere l’essenza della fede cristiana: la Croce non è un incidente increscioso, ma la pienezza dell’amore.

E quei due arrivano a intuire che c’è la mano di Dio là dove sembra impossibile e assurdo, sulla croce. Il primo miracolo è già il cuore che brucia nel petto all’ascolto della Parola di Dio. Trasmettere la fede non è consegnare delle nozioni di teologia, ma accendere cuori, contagiare di calore e di passione chi si incontra. Poi dal cuore acceso dei due pellegrini escono parole ‘da innamorati': stiamo ancora insieme, “rimani con noi, Signore, perché si fa sera”, non ci lasciare, non andare via…!

E lui non se n’è andato. Infatti subito dopo lo riconobbero per il suo gesto inconfondibile di spezzare il pane e distribuirlo ai commensali. Lui che non chiede nulla, offre tutto di sé.

E proprio in quel momento scompare, è diventato invisibile. Ma non assente, perché è in cammino con tutti quelli che sono in cammino: una carezza per chi prova dolore, un abbraccio per chi è triste e solo (riconciliazione), un boccone di pane per chi sta per venir meno (eucaristia).

 “Se dicessi che credo in Dio, direi troppo poco perché gli voglio bene. E voler bene a uno è qualcosa di più che credere nella sua esistenza” (don Lorenzo Milani).

Abbiamo un padre e una casa in possiamo ritornare ogni volta che ne sentiamo il bisogno. Un altro bel modo che ci dice l’amore di Dio per noi sta proprio nel fatto che ci ha creati liberi. Da quando ci ha creati liberi, lui ha rinunciato ad esercitare da solo la sua volontà di salvezza nei nostri cnfronti: Dio che ha creato te senza il nostro parere non salva senza il nostro consenso. Il suo amore si propone, mai si impone con la forza.

Ma il suo amore – che è fedele, totale, gratuito – aspetta nonostante le nostre incertezze, è paziente e chiarisce i nostri dubbi, rispetta i nostri tempi di maturazione, addirittura resiste anche di fronte ai nostri rifiuti, perché mai e poi mai si rassegna a perdere coloro che ama!

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