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Opinioni

CARA MINISTRA, COSÌ NO

MARGHERITA GIROMINI - 30/04/2015

?????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????Brutto, e poco edificante, l’episodio di cui ha riferitola stampa nazionale. A Bologna la ministra dell’Istruzione Giannini è stata contestata da un gruppo di una cinquantina di persone tra insegnanti e studenti. Alle contestazioni, anche violente verbalmente, così viene riferito, la Giannini ha risposto lasciando il luogo del convegno ritenendosi impossibilitata a parlare.

Le mie considerazioni partono dal vertice della piramide scuola. Come si fa ad illudersi di contare su un gradimento con percentuali “bulgare”?

Lo so, è antipatico dire, io avrei fatto così, avrei detto così … però mi permetto di spostarmi su questo punto di vista.

Io, al suo posto, avrei sentito il dovere, morale e politico, di provare a reggere l’impatto con i contestatori. In fondo non erano così tanti e, pure con il sottofondo del coretto “vergogna vergogna” avrei opposto loro le più pacate ragioni di persona convinta di aver fatto un buon lavoro.

Avrei lasciato lo spazio per confutare le mie tesi, dopo aver presentato il mio progetto di scuola, a qualche contestatore esagitato. È utile a chi governa sapere perché “la gente” è esasperata; nel nostro caso si tratta di precari, che qualche motivo per contestare ce l’hanno (anni e anni di studio e specializzazioni …) che hanno urlato il proprio punto di vista con rabbia e malagrazia.

Io, al suo posto, sarei andata ad una festa dell’Unità ben preparata a ricevere gli attacchi delle sigle sindacali le più varie, degli scontenti della riforma. Sappia che, prima di lei, sono stati contestati, e anche con maggiore veemenza, illustri predecessori al palazzo di Trastevere, come la Jervolino, Luigi Berlinguer, e poi Tullio De Mauro, e la Gelmini, ministra di Berlusconi, che ha portato a termine riforme altrettanto strutturali.

Chi accetta di ricoprire ruoli politici ai diversi livelli non dovrebbe soffrire così tanto di narcisismo, disturbo che, in dosi più o meno elevate, colpisce chi detiene il potere.

 Alla signora Ministro vorrei dire che mi stupisco della sua sdegnata reazione; chi fa il suo lavoro deve essere più resistente, più forte, più convincente di chiunque altro.

E poi, non è forse la scuola il luogo dove si insegna e si impara a convivere con le diverse posizioni culturali, politiche e ideologiche? La scuola, che è la palestra di democrazia applicata per eccellenza. A partire dal collegio dei docenti dove un centinaio di insegnanti di diversa estrazione si trova a elaborare programmi didattici da condividere con tutti gli altri.

Ogni classe è un piccolo mondo, anche per la presenza di ragazzi provenienti da così tanti paesi da non ricordare nemmeno più il nome di tutti quanti ( ci sono 196 gruppi nazionali presenti nella scuola italiana): al suo interno ci si esercita a costruire la tolleranza alla diversità.

Se la ministra Giannini si fosse armata di maggiore pazienza, avrebbe offerto una bella lezione ai contestatori presenti. Invece …

Invece ecco sfuggirle un’infelice giudizio sulla classe docente. Secondo la Giannini, che doveva essere davvero molto arrabbiata, la maggioranza degli insegnanti è abulica mentre la minoranza è aggressiva e raggruppata in formazione squadriste! Detto dalla Giannini che è donna di scuola, meglio di università, ma pur sempre di istruzione e di educazione stiamo parlando, suona proprio male.

Inoltre, mi perdoni lo spirito polemico, se questo è ciò che lei pensa della classe docente, allora dovrebbe spiegare a chi dedica la propria vita al lavoro nella scuola, a chi dunque dovremmo affidare il compito di attuare la “sua”Buona Scuola: alla maggioranza abulica o alla minoranza riottosa e aggressiva?

Io ne deduco che non ci sarà alcuna Buona Scuola mancando gli insegnanti adatti a metterla in pratica!

Suggeriamo questo percorso riparatore: la Giannini si scusi e ammetta di aver perso le staffe (capita). E sappia che il mite ministro Tullio De Mauro pianse addirittura attaccato da un pubblico, sempre di insegnanti dove fu attaccato duramente.

Ciononostante, quando gli chiesero un parere sulla classe docente, rispose pacatamente che, a suo parere, nella scuola ci sono tre categorie di lavoratori: quelli pagati fin troppo per il mediocre lavoro che svolgono – quelli pagati il giusto per il tanto che fanno – quelli pagati troppo poco a fronte del gran lavoro che offrono allo Stato.

Io ne conosco un gran numero, di insegnanti che appartengono a quest’ultimo gruppo.

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