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Sport

CON LA BICI, PER AMARE DI PIÙ

FELICE MAGNANI - 05/06/2015

biciMentre si predica il collettivo della storia, mi propongo per una sintesi individuale insieme alla mia bici da corsa, uscita indenne da vent’anni di chilometriche sgambate sulle strade del “mondo”. Una bici per metà figlia della vecchia rivoluzione industriale e per l’altra metà frutto della moderna ricerca tecnologica. Ci sono momenti in cui quei fili esterni sul manubrio mi rendono nervoso al punto che, quando sorpasso un ciclista per strada, vado fortissimo per non dargli il tempo di una valutazione di ordine estetico. Si sa che la vita va di pari passo con il progresso, sarebbe ingiusto negarlo. Quando la osservo provo sensazioni antagoniste: da una parte amore e soddisfazione, ma anche disaffezione e insofferenza, come se dovessi abbandonarla da un momento all’altro, dubitando della sua capacità di stare al passo coi tempi.

È in questa altalenante marea di emozioni che quasi ogni giorno mi porta all’incontro con la gioia di vivere. La osservo pensando al tempo della rinuncia, sperando che arrivi il più tardi possibile, per assaporare ancora sensazioni così umanamente belle, così ricche di non sensi, d’ inconscio e di contemplazioni visive. La bici ha la magica capacità di mantenerti per quello che sei, spogliandoti dei materialismi che avvolgono gli esseri umani. Con lei non c’è sotterfugio o tradimento, è lo specchio fedele della tua personalità, ma non transige, dichiara apertamente la sua linea di condotta, è contraria a ogni tipo di gossip, preferisce la riservatezza. A volte si ribella. Non ama la diffidenza, la disattenzione, l’eccesso di bullismo, preferisce affetti profondi e misurati. Capisci subito se ti piace. È un po’ come l’innamoramento tra umani, fatto di particelle che popolano il mondo del mistero esistenziale, dove ogni cosa diventa inspiegabilmente adorabile e curiosa allo stesso tempo.

La bici un tradimento? Può diventarlo se non s’impara a valutarne gli effetti, se non la si lascia vivere per quella che è, straordinaria scoperta al servizio del genere umano. Ha un’anima che si lega indissolubilmente al suo creatore, quell’artigiano che le affida un pizzico in più della sua intelligenza e della sua furbizia. È lì che la bici nasce, cresce e si sviluppa, per emozionare chi la sceglierà. È in questi passaggi di crescita esistenziale che mostra orgogliosamente a tutti chi è e a che cosa ambisce. Quando la vedi cresciuta puoi già intuire a chi andrà in sposa. L’operaio? L’atleta? Il borghese? Il professore? Chissà. A ciascuno la sua. Potrà essere bianca per chi ama la purezza, rossa per chi ha il fuoco nelle vene, nera per chi coltiva sensazioni estreme, verde per chi la considera simbolo di ecologia applicata. Ogni bici ha un colore, una forma, una leggerezza. Ogni bici ha una sua storia, ora figlia di mitiche imprese, di personaggi illustri, ora di uomini e donne che l’hanno provata, vissuta, amata con una perseverante fedeltà. Non è selettiva, non è razzista, ha uno spiccato senso della solidarietà e comprende al volo i bisogni dell’uomo. Ci tiene a essere vissuta per quella che è, con i suoi pregi, i suoi difetti e soprattutto vuole essere trattata bene: pulita, lavata, lucidata anche quando l’inesorabile passaggio del tempo ne scandisce il declino. È anche con la bici che gli esseri umani rimangono umani, dunque non è solo estetica, corsa, impresa, prodotto, ma filosofia di vita, scelta di campo per capire da che parte stare. Per molti è terapeuta, guaritrice, pillola della giovinezza. Assolve con generosità alla sua missione di allungare la vita, di renderla più ricca, piacevole, fresca e leggera. Cerca un’alleanza con il genere umano, con le sue fragilità e le sue incertezze. Suggerisce percorsi capaci di ricreare, stimolare, incuriosire.

Quando osservo la mia vecchia bicicletta è come se mettessi al vaglio la mia storia, quella della mia gente, della mia famiglia e così continuo a far vivere le cose belle che ho imparato, a ricordare i visi che ho incontrato, le parole che mi hanno fatto crescere e pensare. In ogni pedalata c’è una parte di me, dei miei pensieri, delle mie velleità, dei miei sentimenti e della mia vita. C’è un mondo che corre con le ruote per regalare emozioni. Con la bici si corre anche per arrivare primi, per vivere un sogno fatto di emozioni e sentimenti, di cose vissute con noi stessi prima che con gli altri. La bici è filosofia di vita popolare allo stato puro. È compagna integerrima di giornate senza sorrisi, quando l’anziano cerca una gioia da condividere, un’emozione da liberare, un motivo per continuare. È una testimonianza della fertile intelligenza umana, della sua capacità di dare risposte concrete al desiderio di bellezza che anima la nostra storia quotidiana.

Pedalare è un po’ come ripassare, riannodare affetti, volti, situazioni, emozioni, riprenderti quello che la quotidianità t’impone, restituendo un volto umano alla libertà personale, a quel mondo che cancella la voce del fanciullino che alberga in noi e che fa di tutto per non farsi dimenticare. Pedalare è riscoprire i suoni musicali della natura, l’effetto benefico dell’aria sul nostro corpo, il contatto diretto con la luce solare e i suoi riverberi, l’armonia del movimento. Dalla bici il mondo è più diretto, è come se ti corresse incontro per raccontarti una storia che ha sapore di nuovo e di antico. C’è in ogni pedalata il gusto di una giovinezza trascorsa che non sa darsi pace e che sussulta per dimostrare che la storia è presente, viva, capace di ricucire, riannodare, ritemprare e riunire. Pedalare è sprigionare l’energia che è in noi, ricostruire un contatto con l’esterno, riaffermare un’ identità, riprendersi la fiducia, ricostruire una speranza, ritornare un po’ bambini per non dimenticare la nostra storia.

La bici? Un’occasione a portata di mano per stare meglio, per correre incontro alla vita. Non prevarica mai, ubbidisce, ma chiede rispetto. Nel caos cittadino si sente incompresa, predilige le strade di collina e di montagna, dove il silenzio permette ancora incontri e stupori d’altri tempi, ma è subito pronta a sostenere le piste ciclabili, chi si ricorda di lei, delle sue virtù benefiche, chi vuole dimostrare con i fatti il desiderio di un reale rispetto ambientale. La bici, un tesoro dell’intelligenza,due ruote per ricominciare a sognare, per riprendersi un mondo sempre più schiavo del rumore e delle iniquità umane.

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