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Noterelle

LA TRAPPOLA ELETTORALE

EMILIO CORBETTA - 12/06/2015

Comizio d’altri tempi

Comizio d’altri tempi

La città silenziosamente sta soffrendo. La nostra città è inesorabilmente in “entropia”.

Lo splendore economico è scomparso (anni fa Varese brillava ai primi posti nelle statistiche per la qualità della vita); strutture importanti sono andate via, come Bancaitalia e il Provveditore agli studi); gli addetti a dirigere la sanità (non varesini, ma mercenari della Regione) sembrano preoccuparsi più dei bilanci che della salute dei cittadini, più dell’economia che della professionalità e del lavoro dei sanitari; gli economisti cercano d’incrementare i bilanci penalizzando quelle che, fino a pochi anni fa, erano definite le “risorse umane”.

Le tecnologie moderne, l’automazione, la robotizzazione della produzione, appaiono contro l’uomo piuttosto che favorirlo: rubano mano d’opera. Le fabbriche, che portavano lavoro e conseguentemente sostegno alla vita, lasciano spazio al terziario, che inevitabilmente si appropria di risorse finanziarie fingendosi benefattore. Grossi gruppi commerciali uccidono i negozi di vicinato, mettendo sul mercato merci standardizzate, distruggendo la professionalità commerciale dei locali, alterando i rapporti sociali. La burocrazia penalizza gli imprenditori che fuggono all’estero. I giovani brillano nella “movida” piuttosto che dedicarsi ai faticosi studi. Si adagiano nell’ozio piuttosto che aumentare le loro conoscenze. Gli anziani, esclusi dalla vita attiva, si allontanano dal “fare”, spinti erroneamente anch’essi all’ozio e alla solitudine dalle strutture che invece dovrebbero proteggerli. Queste alcune cause della decadenza.

Lungo l’elenco delle fortune … pardon, sfortune che crocifiggono Varese, ma non solo Varese. Senz’altro sfortuna grande è che il quadro del decadimento della città sfugge o non vuole essere visto dai politici, che ora stanno inesorabilmente scivolando nella “trappola della campagna elettorale”. A dir la verità già da tempo il loro agire è ripiegato alla ricerca di appariscenza personale, con “boutade politiche” più che discutibili, con l’intento di richiamare attenzione, pubblicità sulla propria figura piuttosto che preoccuparsi delle piaghe della città. In effetti la politica varesina sembra essere in eterna campagna elettorale, che si esaspera ovviamente in certi periodi cruciali: campagna elettorale ripiegata sul singolo, come appena detto, piuttosto che su programmi per la città. In generale significativi i movimenti, le liste civiche ed i partiti intestati al singolo e nei simboli la comparsa dei nomi propri.

E lo studio e l’approfondimento della situazione economica e sociale?
Per di più le campagne elettorali appaiono crude e cattive: arrivano alla denigrazione dell’avversario politico (sfiorando il penale). Molti credono che la politica sia questa. Disorientato il cittadino si allontana e fugge (purtroppo con risultati masochistici) dai seggi elettorali, favorendo l’avanzare del lato peggiore della politica stessa. Ed ecco personaggi che su questo speculano, su questo contano, fingendosi costernati per l’astensionismo, ma facendo di tutto per alimentarlo. I cittadini s’allontanano dalla vita pubblica per lo scoramento, per la delusione non percependo che chi è al potere conta proprio su questo.

Ricordo con nostalgia l’entusiasmo delle prime campagne elettorali, appena finita la guerra, e le percentuali di allora ai seggi elettorali. La gioia di poter esprimere il tuo pensiero, senza correre il rischio di venir confinato o dover fuggire in esilio. La frequenza dei comizi elettorali, pieni di voglia di manifestare idee nuove. Certo, difetti, errori, talvolta violenze c’erano (i cretini ci sono sempre stati), ma la politica sembrava più attenta alla comunità e molto meno al narcisismo, alle necessità di pubblicità, al culto della personalità dei cosi detti “leader”. Allora la vita migliorava, anche se con fatiche, sacrifici, buona volontà di tutti. Ora prevale inesorabilmente il degrado, la sfiducia in quelle definite “le strutture” della società. Ovviamente il problema non è solo politico, sarebbe troppo riduttivo, ma drammatica è la degenerazione della “trappola elettoral-politica” che troppo spesso pesa sul nostro vivere.

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