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Cultura

LA MADONNA CHE PERSE IL BAMBINO

ANNALISA MOTTA - 12/06/2015

madonne105Due belle immagini della Madonna delle Grazie, che risalirebbero entrambe al ‘500, sono le protagoniste del numero Uno di “Quaderno quadrato”, periodico a disposizione delle parrocchie del Vicariato di Cittiglio, pensato per dare spazio alla pubblicazione di ricerche, studi e approfondimenti di arte, storia, cultura e tradizioni legate alla fede di questa parte di territorio valcuviano. Un titolo curioso, “Tra Brenta e Cittiglio … di grazia in grazia… la storia delle nostre Madonne miracolose”, per raccontare la storia di due affreschi di valore non tanto artistico, quanto storico e devozionale, raffiguranti la Madonna delle Grazie: opere che si trovano in due chiese tra le più importanti della comunità, il Santuario dei santi Quirico e Giolitta, a Brenta, e la parrocchiale di Cittiglio dedicata a san Giulio.

Il quaderno, grazie al contributo di diversi autori, ne traccia la storia, a dire il vero assai povera di documenti, un’analisi artistica e il rilievo grafico, e si chiude con una digressione sulla diffusione del titolo, “Madonna delle Grazie”, così presente nel nostro territorio pur senza avere una sua festa dedicata, tanto da cadere in date diverse a seconda delle località. Ma se l’origine, l’autore e le date sono solo ipotizzabili, quello che balza agli occhi è la devozione, la venerazione quasi che la gente conserva tuttora verso le due immagini, o meglio verso quella Madre che qui è raffigurata col suo Bambino in atteggiamento di infinita tenerezza e malinconia, quasi ad anticipare il tremendo dolore per la morte tragica che aspetta il Figlio.

È proprio questa mescolanza di sentimenti e affetti, comune a tutte le madri, che avvicina Maria al popolo dei fedeli, diventandone la confidente più comprensiva e affidabile, Lei che può chiedere qualsiasi grazia al figlio divino. Lo attestano gli ex-voto appesi intorno alle effigi e le tante candele che ogni giorno vengono accese davanti ad esse, segno di una preghiera costante, silenziosa e piena di speranza, così come le processioni solenni a cui partecipa tutta la comunità in un clima di festa corale. Lo documenta la dedicazione della Comunità pastorale di Brenta e Cittiglio proprio alla Beata Vergine delle Grazie, il 30 maggio scorso, in occasione della quale è stato pubblicato e presentato appunto questo volumetto.

Ma alla storia di questa devozione non manca neppure una mezza rivoluzione popolare dei brentesi al momento del più recente restauro del loro affresco, che nei secoli avrebbe subito diversi rifacimenti, come del resto l’altra immagine di Cittiglio. In san Quirico, la Madonna, con manto regale e seduta in trono, è raffigurata con le mani giunte, in atteggiamento adorante nei confronti del Bambino poco più che neonato, disteso sulle sue ginocchia. Al momento del restauro, ci si accorse che gran parte del corpo del piccolo Gesù era un rifacimento posteriore, per giunta mal fatto; la decisione degli esperti fu di cancellare l’aggiunta, lasciando solo la gambina e il piedino “originali”. Non l’avessero mai fatto!

Il paese intero protestò, con un sentimento unanime di dolore e sconforto, interpretato da una arguta composizione dialettale della poetessa di Brenta, la Camilluccia, che così descrive il momento drammatico della scomparsa del Figlioletto, rivolgendosi direttamente a Maria: “… Ul nost cor el bateva, el bateva de mat, am fin piangiù, di’ la verità che un bel mument, lì insema a nunc…t’è piangiù anca ti…”. Fatto sta che il Bambino, pur dipinto su una tavoletta in legno per evidenziare l’intervento moderno, ritornò presto al suo posto, con il suo bel visino, l’incarnato roseo, l’aureola, e una manina che si sfiora la guancia, quasi a dire: “Ma pensa cosa mi stava capitando…!”.

Il primo numero della rivista, edita da Aricocchi a cura del Vicariato di Cittiglio, con i contributi di Raffaella Bardelli, Antonio Cellina, Arianna Meregalli, Melanie Molinari e Gianni Pozzi, è disponibile a richiesta in parrocchia a Cittiglio (0332601617) e in biblioteca a Brenta.

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