Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Attualità

“GLI ALBERI, LA MIA VITA”

DANIELE ZANZI - 31/07/2015

 

L’Award of Merit, il prestigioso riconoscimento della International Society of Arboriculture, viene assegnato annualmente dal 1963 a chi, nel mondo, si è distinto particolarmente per la “sua meritoria attività professionale al servizio del progresso dei principi, degli ideali e delle pratiche nella corretta cura e gestione degli alberi”.

Un premio tra i più ambiti e qualificanti nel settore dell’arboricoltura ornamentale che in passato fu conferito ad illustrati ricercatori, ad illuminati imprenditori, a noti ambientalisti e perfino a politici – come nel 1967 a Lady Bird Johnson, moglie dell’allora Presidente americano e nel 1970 a Richard Nixon per il suo programma di rinverdire le città statunitensi.

Nella sua storia, prima di ora, solo una volta, nel 1999, il riconoscimento è andato ad un europeo,l’architetto danese Niels Hvas.

L’onorificenza, la cui assegnazione è stabilita da una giuria indipendente, viene tradizionalmente conferita nella serata inaugurale del Congresso scientifico annuale dell’Associazione giunto alla sua 91° edizione.

L’8 agosto scorso ad Orlando – Florida – sul palco della premiazione è salito, con Daniele Zanzi, anche un po’ di Varese.

——-

Nel mio breve discorso di ringraziamento ad Orlando ho speso anche due parole per la mia amata e lontana Varese. Di certo le mie parole sono state uno spot turistico per la “Città Giardino” perché l’auditorio lì presente ha il palato fino e di certe cose si interessa e ci capisce.

Oso pensare che la risonanza dell’evento nel mondo dei competenti e dei potenziali turisti del verde sarà maggiore di tutte quelle costosissime – ed inutili – promozioni d’immagine messe maldestramente in atto, per EXPO, dal nostro dedicato ufficio marketing comunale.

Le mie parole hanno voluto esprimere un doveroso atto di ringraziamento per la mia città; senza Varese, questo luogo inusuale dove le abitazioni fanno da contorno agli alberi e non viceversa, non avrei infatti potuto arrivare fino ad Orlando per ricevere uno dei massimi riconoscimenti individuali ai meriti ambientali e di tutela degli alberi.

Certamente un pensierino è corso a Villa Toeplitz, il parco a me più caro perché fu in massima parte costruito da mio nonno negli anni ’20 e ‘30. Un altro è andato al professor Salvatore Furia che convinse mio padre a lasciare fare di testa mia, quando, dopo il Liceo Classico, molti volevano che continuassi il mio percorso di studi in materie letterarie, filosofiche o politiche, mentre io cocciutamente andai dove mi “portava il cuore”; scelsi Scienze Agrarie, tra non poche opposizioni e contrarietà famigliari e della mia scuola.

Ma era quello di sicuro il mio destino e la mia vocazione; fino ad allora il mio interesse al mondo delle scienze si era limitato alle domeniche passate all’Osservatorio di Campo dei Fiori o alla curiosità per la natura inculcatami dalla mia professoressa liceale di biologia, la mitica “Twiggy” Clara Guidi.

Eppure gli alberi, seppur inconsciamente, erano sempre stati presenti nella mia vita; figure quasi invisibili nate con la fragranza di mela acerba – una sensazione e un profumo che non mi hanno più lasciato – degli aghi strofinati di Thuja, quando giocavo a nascondino nel vivaio di piante ornamentali della mia famiglia, dove abitavo; sono cresciuto in un vivaio, le piante entravano quasi nella mia stanza da letto.

Si può dire che erano parte di me stesso: presenze famigliari come l’aria che respiravo.

Senza accorgermene sono entrate nel mio quotidiano; presenze invisibili per me adolescente e ragazzino, ma che sempre mi hanno seguito nella mia gioventù, anche sui banchi dell’amato liceo classico dove seguivo con interesse latino e greco più che matematica e scienze naturali.

Gli alberi mi sono poi riapparsi come d’incanto da adulto quando mi sono trovato – ora lo so, non casualmente – ad occuparmi professionalmente di piante ed ambiente.

E d’altra parte Varese è indubbiamente luogo straordinario per coltivare queste passioni ed interessi. La materia prima, in termini di numeri, ma soprattutto di qualità e diversità, non manca di certo. La mia passione e il mio interesse non potevano che sbocciare qui, ai piedi delle Prealpi dove il clima, il terreno, la flora sono così generosi e predisponenti.

Ho sempre considerato la mia attività professionale una passione più che un lavoro. Insomma ho sempre fatto quello che mi stava a cuore, all’aria aperta, a diretto contatto con la natura, con giardini, parchi e foreste; non al chiuso di un ufficio o di un laboratorio dove tutto è artificiale e soffocante.

Quotidianamente ho avuto e ho la fortuna di confrontarmi con il bello. Come scrisse Furia “la Natura è bellezza”: ecco la base delle motivazioni che ti spingono e ti sostengono.

Certo come in ogni attività le difficoltà e le preoccupazioni non sono mancate, non mancano e non mancheranno.

Il mio “va’ dove ti porta il cuore” – suggerimento che consiglierei a tutti i giovani che si arrovellano su quale indirizzo di studio scegliere e troppe volte, ahimè, è invece la supposta futura convenienza a scegliere – mi ha portato dunque a lavorare con passione a difesa e tutela dell’ambiente e degli alberi; ho cercato di portare dignità e professionalità in un campo dove molti stentano a riconoscere competenze e studi.

Che ci vuole a fare il giardiniere ?” pensano e dicono in troppi; è invece no!!; ci vogliono competenze e studi seri, diversificati e interdisciplinari, ci vuole passione e attenta osservazione, buon gusto e capacità di mettersi in sintonia con la natura, capirne di filosofia e di storia pure, perché un giardino, un bosco o un albero sono anche il frutto di un epoca storica, di una cultura e perfino di una religione.

Così ho investito molto del mio tempo ad educare, a diffondere nuove idee non solo tra gli addetti ai lavori, ma anche tra la gente comune, ai semplici cittadini e agli amanti della natura. Troppi falsi miti, troppa ignoranza sono ancora oggi alla base dei maltrattamenti cui l’ambiente e gli alberi sono sottoposti. Molti, anche coloro che pensano di amare le piante, in realtà con i loro interventi le danneggiano perché non ne conoscono la biologia e le reali, e non supposte, esigenze. Non sono stato quindi geloso a diffondere e condividere nuove idee e tecniche.

Varese è divenuta negli ultimi trenta anni un faro, un polo attrattivo per una nuova professione.

Con me e con la mia attività sono cresciute oggi, a distanza di trenta anni dall’inizio, migliaia di figure professionali che hanno fatto degli alberi un lavoro e una passione. Sono molto orgoglioso, al di à e al di sopra dei riconoscimenti che ho ottenuto, di aver formato e fatto da guida a migliaia di giovani, come i miei figli, che oggi operano in tutta Italia ed Europa.

Varese, la città in cui nacque nel 1900 la prima Associazione italiana di amanti delle piante, la gloriosa Orticola Varesina, dove venne stampata la prima rivista nazionale di giardinaggio nel 1906, dove sorse il primo Consorzio di produttori, il Consorzio Florovivaisti varesini; la città che vide distese e serre di fiori attorno al lago attrarre perfino i coltivatori olandesi, rappresenta oggi la capitale italiana dell’arboricoltura ornamentale, questo nuovo settore emergente ricco di potenzialità e occasioni per molti giovani e meno giovani.

Ecco, nell’Award of Merit consegnatomi c’è sicuramente anche tutto questo!

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login