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Chiesa

IN QUEL GIARDINO

ROMITE AMBROSIANE - 31/07/2015

giardinoEstate, tempo di vacanza e di viaggi. Lasciateci allora partire per un giardino antico quanto l’uomo, forse di più. Quel giardino è nascosto da un muro di fuoco, ma non temete, lo raggiungeremo con il desiderio o, forse, raggiungendolo scopriremo il nostro desiderio più autentico.

Cosa c’è in quel giardino? Ogni cosa che potete desiderare: piante di ogni specie gradevoli alla vista e dai dolci frutti, ogni sorta di animali, ma nulla che possa far male, e una brezza in cui passeggiare ascoltando l’infinito amore che ci ha generati. Ed ecco questo desiderio che ci porta lontano diviene nostalgia, percezione che qualcosa ci manca e ci chiama da lontano o forse da vicino, da uno spazio vuoto di fronte a noi. Quel desiderio pieno di nostalgia è “l’apertura ad un «tu» in grado di conoscere, amare e dialogare”, apertura che è “la grande nobiltà della persona umana” (Francesco, Laudato si’, n. 119).

Sì, il desiderio ci aveva forse fatti partire soli, ma come ammirare tanta bellezza, come gustare tanta pace senza un aiuto che ci sia simile cui narrare le nostre scoperte, a cui donare tanta bellezza e che ci mostri con la sua gratitudine e con la gratuità del suo esserci che nulla è possesso nostro e che tutto è dono e responsabilità? Da dove viene la bellezza di questo fiore? Per chi è il gioioso canto di questo uccello? Anche quell’ape che salta di fiore in fiore per rubarne la dolcezza ci spiega che nulla esiste per sé e che tutto attende aiuto da un altro da sé per sprigionare la propria ricchezza.

Così il giardino dei nostri desideri ci dona fratelli e sorelle con cui abitare e ci insegna, con San Francesco, ad accostarci alla natura e all’ambiente con un’apertura alla meraviglia e allo stupore, a parlare il linguaggio della fratellanza e della bellezza nella nostra relazione con il mondo, a non voler più soltanto dominare, consumare, sfruttare (cfr. LS n. 11)…

Capiremo allora anche il perché di quell’albero proibito in mezzo al giardino, di quel limite al nostro desiderio di possedere. No, non tutto possiamo perché tutto è dono e canteremo allora “fatti voce di ogni creatura” (preghiera eucaristica IV); canteremo al creatore gustando le piccole gioie delle cose semplici, apprezzando ogni persona ed ogni cosa (cfr. LS n. 223) e scopriremo così il segreto della pace, quell’“atteggiamento del cuore che vive tutto con serena attenzione, che sa rimanere pienamente presente davanti a qualcuno senza stare a pensare a ciò che viene dopo, che si consegna ad ogni momento come dono divino da vivere in pienezza. Gesù ci insegnava questo atteggiamento quando ci invitava a guardare i gigli del campo e gli uccelli del cielo, o quando, alla presenza di un uomo in ricerca, «fissò lo sguardo su di lui» e «lo amò» (Mc 10, 21) […] così ci ha mostrato una via per superare l’ansietà malata che ci rende superficiali aggressivi e consumisti sfrenati” (LS n. 226).

In quest’estate allora desideriamo fissare ogni bellezza, conservarla nel cuore con stupore ed amarla con gesti fraterni capaci di profezia e creatività perché la bellezza si moltiplichi nella quotidianità delle piccole cose. Cresceremo allora nella fiduciosa certezza che “tutto quanto esiste riversa in noi la forza dell’amore [di Dio] affinché ci prendiamo cura della vita e della bellezza” (LS n. 246). Questa è la pienezza del nostro essere uomini creati a immagine e somiglianza di Dio, questo il compimento di ogni desiderio più vero.

 

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