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Lettere

LE ARMI NEGLI USA

- 29/08/2015

Premessa: chi scrive non ha mai usato un’arma e spera che nessuno dei suoi cari pensi mai di possederne. 2005 (2006 in Italia), esce un film di Jason Reitman intitolato ‘Thank you for smoking’. E’ la storia di un lobbista del tabacco di grandissima abilità. Nel corso della narrazione, spesso, il protagonista si incontra con altre due persone del mestiere. Una delle due lavora per i produttori e venditori di alcolici. L’altra per i produttori e venditori di armi. Quando i tre confrontano i morti che armi, alcol e tabacco causano annualmente in America il lobbista dedito alle armi fa la figura del pollo: solo (solo) trentamila morti ( lo 0.001% degli abitanti)  l’anno a seguito di sparatorie mentre i decessi causati dal bere e dal fumo son infinitamente superiori a suon di centinaia e centinaia di migliaia e più. Invariabilmente, però, a livello USA e a livello mondiale, ogni qual volta avviene un fatto di sangue, ci si straccia le vesti e si invoca il controllo (se non il divieto) delle armi. Ora – ribadito che la Corte Suprema americana ha sempre ed anche di recente sostenuto che è un diritto dei cittadini essere armati giusto il disposto del secondo emendamento costituzionale – perchè, guardando ai fatti e non all’emotività, non si combattono seriamente alcol e fumo? Quale delle tre lobby di cui si parla è, contrariamente a quanto dicono le favole e quindi i media, la più debole?

 Mauro Della Porta Raffo

 

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