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Attualità

PIAZZA REPUBBLICA: L’ALTERNATIVA POSSIBILE

CESARE CHIERICATI - 11/09/2015

piazza“Cambiando i governi niente cambia lassù / c’è un buco nello Stato dove i soldi van giù / svalutation, svalutation”. È la strofa di una canzone di Adriano Celentano di metà anni ’70, una stagione da inflazione a due cifre in cui si scopriva la spesa pubblica improduttiva, un classico del modello italiano. Se la trasponiamo su scala varesina, dove peraltro l’esecutivo a trazione leghista mai è cambiato, i versi di Celentano sembrano attagliarsi perfettamente alla più che trentennale vicenda di Piazza Repubblica e non solo. A fronte di un rozzo Masterplan messo sul piatto a fine corsa da Palazzo Estense, è infatti comunque in itinere, agganciato al medesimo, il concorso per una riqualificazione del grande vuoto. Qualcosa insomma che, in un modo o nell’altro, ne cambierà il volto a scadenze relativamente vicine. Ciò nonostante in via Sacco si pensa di gettare al vento altri 200 mila euro per abbattere i gradoni e i berceaux “fioriti” messi a dimora nel 2007 per la modica cifra di 86 mila euro più Iva. Perché questo nuovo spreco di denaro pubblico? Ragioni di (presunta) sicurezza. Cespugli e gradoni sarebbero un riparo sicuro per gli sbandati da tempo ormai frequentatori del non luogo per eccellenza del centro cittadino. Il piccone demolitore invece di qualche controllore in più, di sicuro meno costoso, in attesa che si chiariscano i destini di una piazza che fabbrica degrado e marginalità.

Destini su cui ha provato a riflettere il Comitato Varese 2.0 analizzando a fondo il Masterplan comunale e maturandone non uno alternativo ma “un insieme di idee e proposte per restituire un ruolo completo a Piazza Repubblica, attualmente disorganica e utile solo come coperchio dell’autosilo”. Un lavoro di ricerca e progetto, condotto in prima persona dall’architetto Angelo del Corso e dal professore di filosofia Valerio Crugnola, raccolto in un’articolata brochure dal titolo suggestivo “Semi di città” e in dodici pannelli visivi che si occupano non solo della piazza ma dell’intera città. Da sottrarre alla sterilità degli ultimi decenni affinché torni feconda e generatrice di risorse grazie al recupero di alcune vocazioni – città di giardini – e la messa a fuoco di altre in linea coi tempi nuovi: città federata, città didattica, città pedonale. Vocazioni che sono la necessaria premessa a un lungo e delicato lavoro di ricuciture urbane capaci di saldare Piazza Repubblica al centro storico, all’area critica delle stazioni attraverso via Medaglie d’oro e lungo l’asse viario Dazio Vecchio – Magatti –Bagaini – Puccini – Speroni.

Nel rifacimento specifico della piazza “Semi di città” individua precisi ambiti di intervento: Il Teatro, da realizzare al posto dell’ala di minor pregio della caserma, quella affacciata a via Spinelli di cui si suggerisce l’abbattimento insieme con gli edifici di servizio retrostanti. Una piattaforma delle arti rilevata e quasi raccordata al Monumento ai caduti, lo assimilerà maggiormente alla piazza. Per ridare visibilità e ruolo a quest’ultimo andrà riallestito il piano antistante ( e in parte retrostante ) e rivisto lo sbarco degli ascensori del parcheggio interrato. In netto contrasto con le indicazioni del Masterplan comunale si propone la salvaguardia dell’Ex collegio Sant’Ambrogio. L’università e gli studenti, essendo una risorsa valorizzata in tutte le città accademiche d’Europa, non andrebbero espulsi dal centro cittadino. Quindi Rettorato, Aula Magna e alcune facoltà “leggere” che non necessitano di laboratori e attrezzature particolari potrebbero essere riportate in loco.

Studenti in città significa Alloggi per studenti e dunque necessità di dar vita a uno studentato. Dove? Negli spazi adiacenti il nuovo Mercato urbano ipotizzato più o meno al posto dell’attuale teatro prefabbricato, di rara bruttezza e di pessima acustica. E poi la necessità di depotenziare l’impatto visivo del Centro commerciale Le Corti che sfoggia, per unanime giudizio, una improponibile facciata. Ecco allora che “Semi di cittàlancia la coraggiosa proposta di una Quinta edificata da realizzare in parallelo al fronte delle Corti con destinazione mista: residenziale terziaria e pubblica. Sorretta da campate ancorate alle strutture sottostanti risolverebbe due criticità della Piazza: 1) ne ridurrebbe la spropositata ampiezza (cinque volte Piazza Monte Grappa) 2) creerebbe una via commerciale pedonale di accesso al Mercato coperto urbano, un luogo di vivibilità e relazioni.

Infine tutte le principali componenti della piazza saranno “fisicamente” congiunte con un “fil rouge”, ovvero un passaggio pedonale che, a varie altezze e con pendenza costante, consentirà una percorrenza pedonale senza soluzione di continuità di tutti gli edifici del progetto: dalla Ex Caserma Garibaldi fino all’ex Collegio Sant’Ambrogio attraverso la Quinta edificata e lo scavalcamento di via Bizzozzero.

Alcuni brevi approfondimenti sui singoli temi sono rintracciabili nel file allegato.

L’intero progetto in dettaglio è invece compreso nella brochure “Semi di città” che può essere richiesta a www.vareseduepuntozero.org

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