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Politica

CAMBIAMENTO BOSINO, ECCO COME

DANIELE ZANZI - 11/09/2015

Varesini a convegno al teatro Santuccio

Varesini a convegno al teatro Santuccio

L’estate e le vacanze sono finite; è tempo di riprendere non solo il lavoro, ma anche l’impegno civile ricucendo i fili sospesi. Ed eccoci pronti.

Varese2.0 non “scende in campo”. Il termine non mi piace, è stato ed è abusato; e non è neppure vero e realistico nel mio, nel nostro caso. In campo ci siamo in realtà sempre stati; la faccia ce l’abbiamo sempre messa; nel nostro lavoro quotidiano, nella nostra professionalità, nel nostro non volere scendere a compromessi per ricevere favori o darne.

Abbiamo sempre onorato l’essere cittadini e varesini con la nostra presenza e attività quotidiana.

Abbiamo certo criticato quando lo ritenevamo necessario ed era doveroso metterci la faccia anche a costo di passare per “signori no” o pagarne le conseguenze in termini di ostracismo professionale e civile.

Non siamo sorti, come qualche “venticello” malevolo e interessato ha affermato, a fini elettorali o come ruota di scorta per qualche partito d’opposizione.

I comitati civici, tutti, non solo 2.0, non possono ambire a sostituire i partiti, o almeno quelli ancora radicati tra la popolazione e dotati di un minimo di rappresentatività. Possono però sollecitare quei partiti a cambiare a 360° su alcuni punti essenziali: l’abbandono di una politica intesa come manovra, accordi di vertice e alleanze incentrate su compromessi e pratiche spartitorie; la totale libertà da lobbies, centri di potere e gruppi di interesse; il rispetto della legalità e dell’etica pubblica; una drastica selezione dei gruppi dirigenti, levando di mezzo i politici di professione, premiando le capacità a scapito dei meriti di carriera, facendo spazio a figure di provata onestà e competenza, al ricambio generazionale, all’apporto femminile; uno stile diverso nel rapportarsi all’opinione pubblica, nella definizione dei programmi e nella destinazione della risorse.

La nostra presenza è iniziata ben prima di una scadenza elettorale. Le contestazioni pubbliche e clamorose contro l’insensato parcheggio sotterraneo a Villa Augusta sono datate 2011, subito dopo l’insediamento di una nuova amministrazione; quindi ben lontane da appuntamenti con le urne. L’impegno è proseguito costante e capillare con pubbliche iniziative, raccolte firme, incontri e dibattiti. Varese ha visto grazie a noi il rifiorire della partecipazione civica alla vita cittadina; e questo, in periodi come gli attuali di disaffezione, non è certo poco!

Abbiamo contestato duramente, ma sempre civilmente; abbiamo anche però proposto: memorabile la serata al teatro Santuccio, affollata e variegata come non mai e così densa di aspettative e proposte super partes; abbiamo elaborato un masterplan alternativo per la riqualificazione di piazza Repubblica allestendo anche una mostra pubblica; abbiamo presentato il Manifesto del Civismo Varesino, vero e corposo documento di sintesi e di passione politica cittadina.

È bene ora che tutte le menti libere varesine, stanche di questo malgoverno, facciano sentire la loro voce e la loro presenza, al di là e al di sopra delle ideologie e degli schieramenti. Ci avviciniamo a scadenze importanti, a scelte elettorali che condizioneranno il futuro della nostra città.

Non è più tempo del non schierarsi; non è più tempo del tran tran quotidiano, del “tanto non cambierà niente” o dello “scrivo con la destra e non userò mai la sinistra o viceversa” o peggio ancora “tanto sono tutti uguali, di politica è meglio non interessarsi ”.

Da oggi alla prossima primavera i varesini saranno di certo sommersi da programmi, da buone intenzioni, da promesse di opere da fare e realizzare; il grande libro dei sogni sarà puntualmente aperto. Compariranno sui giornali e nella vita cittadina movimenti e figure sorte dal nulla!

Anche i meno avveduti hanno ormai ben chiare la retorica e l’inutilità di programmi e promesse, tutte identiche nella sostanza,al di là della loro provenienza; tutte dimenticate il giorno dopo le elezioni: ambiente,verde, posteggi, grandi opere, meno tasse,bilanci partecipati e partecipativi,viabilità,vivibilità, decoro, sicurezza, lago e funicolari, zone franche e sconti benzina e bla, bla, bla…

I programmi sono importanti solo se dietro ci sta una visione; un disegno e un destino da dare a questa città. I programmi sono solo tasselli ordinati di una visione.

Varese2.0 rivendica una visione propria di città, “la città in un giardino”, che non vuol certo dire riempire la città di aiuole o aiuolette o scegliere la petunia al posto del tagete; significa urbanistica, ambiente, turismo all’interno di un piano di sviluppo ventennale.

Esigiamo prima di tutto un cambiamento sostanziale che non può avvenire se non con una discontinuità netta con il passato.

Per fare questo ci vogliono uomini; credibili per quello che hanno fatto e stanno facendo nella vita di tutti i giorni, e non per quello che promettono; non vogliamo volti noti calati dall’alto che però mai in questi anni hanno espresso pubblicamente la loro opinione su quanto stava accadendo in città; se ne sono stati in silenzio per non compromettersi. La faccia non la si può mettere solo quando si è quasi sicuri di una vittoria. Queste logiche fanno parte di un modo vecchio di concepire la cosa pubblica.

Il cambiamento non può fare a meno dell’azzeramento di tutti quei progetti faraonici messi in cantiere da questa amministrazione (parcheggio alla Prima Cappella, a Villa Augusta, a Villa Mylius), masterplan di piazza Repubblica e progetto dell’Ospedale del Sorriso. È evidente che in alcuni casi, dove esistano accordi già presi, si tratterà di limitare i danni o cambiare strategie o destinazioni d’uso.

In ogni caso basta con progetti non condivisi, frutto di accordi nascosti di programma e di potere,senza risorse, che rovineranno la città anziché migliorarla.

Il cambiamento non può non passare dall’azzeramento di tutte le cariche nelle aziende municipalizzate o di nomina pubblica assegnate per appartenenza e non per competenza.

Il cambiamento non potrà non prescindere dal rifiuto di stringere alleanze di governo con chi da vent’anni ha s-governato questa città cambiando a seconda delle convenienze alleanze, patti e uomini.

Il cambiamento non può non passare da un modo nuovo di amministrare, privilegiando il dialogo con tutti anche con chi la pensa diversamente.

Pochi patti, ma estremamente chiari; siamo determinati nel continuare a mettere le nostre facce solo con chi vorrà condividere queste chiare linee guida di comportamento e di azione.

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