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In Confidenza

GRATITUDINE VERSO IL PASSATO

Don ERMINIO VILLA - 11/09/2015

Ha detto Papa Francesco, presentando la sua proposta: “Facendomi eco del sentire della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, in occasione del 50° anniversario della Costituzione dogmatica “Lumen gentium” sulla Chiesa, che nel cap. VI tratta dei religiosi, come pure del Decreto ”Perfectae caritatis” sul rinnovamento della vita religiosa, l’Anno della Vita Consacrata, iniziato con lo scorso Avvento (30 novembre 2014), terminerà nella festa della Presentazione di Gesù al tempio (2 febbraio 2016)”.

Il primo obiettivo indicato dal Pontefice è guardare il passato con gratitudine. Ogni Istituto viene da una ricca storia carismatica.

Alle sue origini c’è l’azione di Dio che, nel suo Spirito, chiama alcune persone alla sequela ravvicinata di Cristo, a tradurre il Vangelo in una particolare forma di vita, a leggere con gli occhi della fede i segni dei tempi, a rispondere con creatività alle necessità della Chiesa.

L’esperienza degli inizi è cresciuta e si è sviluppata, coinvolgendo altri membri in nuovi contesti geografici e culturali, dando vita a modi nuovi di attuare il carisma, a nuove iniziative ed espressioni di carità apostolica. È come il seme che diventa albero espandendo i suoi rami.

In questo Anno ogni famiglia carismatica ricorda i suoi inizi e il suo sviluppo storico, per ringraziare Dio che ha offerto alla Chiesa così tanti doni che la rendono bella ed attrezzata per ogni opera buona (Lumen gentium, 12).

Raccontare la propria storia è indispensabile per tenere viva l’identità, così come per rinsaldare l’unità della famiglia e il senso di appartenenza dei suoi membri.

Si tratta di ripercorrere il cammino delle generazioni passate per cogliere in esso la scintilla ispiratrice, le idealità, i progetti, i valori che le hanno mosse, ad iniziare dai Fondatori e Fondatrici e dalle prime comunità.

È questo un modo anche per prendere coscienza di com’è stato vissuto il carisma lungo la storia, quale creatività ha sprigionato, quali difficoltà ha dovuto affrontare e come sono state superate.

Si potranno scoprire incoerenze, frutto delle debolezze umane, a volte forse anche l’oblio di alcuni aspetti essenziali del carisma. Tutto è istruttivo e insieme diventa appello alla conversione.

Narrare la propria storia è rendere lode a Dio e ringraziarlo per tutti i suoi doni. Lo ringraziamo in modo particolare per questi ultimi cinquant’anni seguiti al Concilio Vaticano II, che ha rappresentato una “ventata” di Spirito Santo per tutta la Chiesa. Grazie ad esso la vita consacrata ha attuato un fecondo cammino di rinnovamento che, con le sue luci e le sue ombre, è stato un tempo di grazia, segnato dalla presenza dello Spirito.

Questo “anno speciale” è un’occasione anche per confessare con umiltà, e insieme con grande confidenza in Dio Amore, la propria fragilità e per viverla come esperienza dell’amore misericordioso del Signore.

Nello stesso tempo questo sarà un’occasione propizia per gridare al mondo con forza e testimoniare con gioia la santità e la vitalità presenti nella gran parte di coloro che sono stati chiamati a seguire Cristo nella vita consacrata.

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