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Cara Varese

RESTITUITECI LA DIGNITÀ

PIERFAUSTO VEDANI - 18/09/2015

Essere all’Expo per un’incursione negli atomi di mondo che hanno scelto la passerella di Milano e poi ritrovarsi a parlare della sanità varesina. E non per pochi minuti.

Tutto è accaduto incontrando un personaggio di casa nostra apprezzato per la sua riservatezza che, manifestata anche nell’occasione della trasferta destinata ad altri scopi, in qualche misura si è trasformata in un indizio. Si potrebbe infatti aprire una piccola crepa nel muro del silenzio di Palazzo Lombardia sull’ iniqua gestione della sanità del Nord Ovest, in particolare quella varesina. Alla quale è arcinoto che negli anni sono state sottratte risorse ufficialmente programmate dalla Regione stessa agli inizi degli Anni 2000.

Una crepa piccola, ma significativa perché aiuterebbe a spiegare lo scippo di duecento posti letto ai danni del Circolo e di riflesso ai danni della popolazione del nostro territorio.

Ma quello di Milano Expo è stato l’ultimo di una serie di incontri e di colloqui destinati a non diventare interviste, ma che hanno permesso di raccogliere informazioni sul comportamento dei partiti in periferia. Sostanzialmente molto di storto è andato a Varese perché politicamente a Milano contavamo e contiamo ben poco.

Oggi con Maroni governatore siamo meglio difesi, ma è sempre dominante l’asse politico, comprende tutti i partiti, Milano- Brescia. Si tratta di un’armata numerosa perché conta su una vasta base elettorale ed è potente inoltre per l’abilità di uomini di maggioranza e di opposizione sempre in grado di essere forte riferimento nell’intera scena politica regionale. E sono personaggi che si muovono e agiscono avendo cura anche della loro isola elettorale costruita e ben curata nel tempo.

Quanto contino all’interno dei partiti presenze simili lo possiamo immaginare. Si può ipotizzare allora perché siano stati tolti a Varese posti letto ospedalieri già assegnati e nessuno abbia fiatato, soprattutto i ciellini poi coinvolti nel tramonto di Formigoni.

Da tempo a Varese il piede dei mass media è sul freno delle polemiche nei confronti dei ciellini di casa soprattutto da quando Milano cercava di indicare solo nel Pronto Soccorso la causa di tutti i mali del Circolo; va ricordato che l’ex assessore Mantovani piombava in viale Borri come un Rommel in ispezione al fronte e invece alla fine poteva apparire il Tino Scotti del ghe pensi mi, dal momento che l’ospedale era in difficoltà non per il PS (reparto di grande livello per efficienza e modernità mediche e organizzative) ma perché Palazzo Lombardia non voleva o poteva risolvere il problema rappresentato dai duecento posti letto dirottati altrove o mai aperti per mancanza di fondi.

Maroni guida oggi la riforma-rivoluzione della sanità regionale, si spera che in misura soddisfacente il governatore possa restituire dignità ed efficienza massima al Circolo ridimensionato dagli alleati del Centrodestra nei reparti e quindi nel potenziale di risposta alle esigenze della popolazione.

Un grande regalo sarebbe anche la spiegazione del declassamento di fatto delle capacità assistenziali dell’ospedale tradottesi in vera sofferenza per migliaia e migliaia di pazienti e parenti, accampati al PS, un vero popolo oggi agevolato nel ricoveri anche con il rinvio di interventi programmati dai vari reparti, cioè a danno di altri cittadini.

Sulle questioni sanitarie varesine intervengo spesso, posso annoiare, ma è un dovere la difesa al diritto dei cittadini all’informazione. Un diritto loro negato con una costanza incredibile da chi evidentemente non sembra molto attento ai doveri e alle responsabilità di una carica elettiva. Smemorato in proposito appare il PD varesino di Palazzo Lombardia, incredibilmente defilatosi sulla questione sanitaria del capoluogo. Preferisce annunciare la prossima caduta della roccaforte leghista, parlare della futura grande svolta politica regionale. Con tanto impegno mostrato per la cura della salute dei varesini, al momento una svolta in effetti potrebbe esserci. In fondo al corridoio, a sinistra. Sperando che l’impianto funzioni.

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