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In Confidenza

IL FUTURO, LA SPERANZA

Don ERMINIO VILLA - 24/09/2015

Conosciamo le difficoltà cui va incontro la vita consacrata nelle sue varie forme: la diminuzione delle vocazioni e l’invecchiamento, soprattutto nel mondo occidentale, i problemi economici a seguito della grave crisi finanziaria mondiale, le sfide dell’internazionalità e della globalizzazione, le insidie del relativismo, l’emarginazione e l’irrilevanza sociale…

Proprio in queste incertezze, che condividiamo con tanti uomini e donne del nostro tempo, si attua la nostra speranza, frutto della fede nel Signore della storia che ci ripete: «Non aver paura … perché io sono con te».

La speranza cristiana non si fonda sui numeri o sulle opere, ma su Colui nel quale abbiamo posto la nostra fiducia e per il quale «nulla è impossibile». È questa la speranza che non delude e che permetterà alla vita consacrata di continuare a scrivere una grande storia nel futuro, al quale dobbiamo tenere rivolto lo sguardo, coscienti che è verso di esso che ci spinge lo Spirito Santo per continuare a fare con noi grandi cose.

Non dobbiamo cedere alla tentazione dei numeri e dell’efficienza, meno ancora a quella di confidare nelle proprie forze, ma scrutare gli orizzonti della propria vita e del momento attuale «in vigile veglia».

Benedetto XVI ci ha sempre invitato a rinnovare la fede che ci fa essere pellegrini verso il futuro. Per sua natura la vita consacrata è pellegrinaggio dello spirito, alla ricerca di un Volto che talora si manifesta e talora si vela: «Il tuo volto, Signore, io cerco» (Sal 26,8). Questo sia l’anelito costante del cuore, il criterio fondamentale che orienta il cammino, sia nei piccoli passi quotidiani che nelle decisioni più importanti.

Non unitevi ai profeti di sventura che proclamano la fine o il non senso della vita consacrata nella Chiesa dei nostri giorni; piuttosto rivestitevi di Gesù Cristo e indossate le armi della luce – come esorta san Paolo (cfr Rom 13,11-14) – restando svegli e vigilanti”.

San Cromazio di Aquileia scriveva: «Allontani da noi il Signore tale pericolo affinché mai ci lasciamo appesantire dal sonno dell’infedeltà; ma ci conceda la sua grazia e misericordia, perché possiamo vegliare sempre nella fedeltà a Lui. Infatti la nostra fedeltà può vegliare in Cristo» (Sermone 32, 4).

Continuiamo e riprendiamo sempre il nostro cammino con la fiducia nel Signore.

Un invito esplicito ai giovani: siano il presente perché già vivono attivamente in seno ai propri Istituti, offrendo un contributo determinante con la freschezza e la generosità della loro scelta.

Nello stesso tempo ne sono anche il futuro, perché presto toccherà loro prendere in mano la guida dell’animazione, della formazione, del servizio, della missione.

È fondamentale il dialogo con la generazione che sta davanti. La fraterna comunione favorirà l’arricchimento dell’esperienza e l’acquisizione di maggior sapienza, e nello stesso tempo si potrà riscoprire l’idealità tipica degli inizi, offrire lo slancio e la freschezza dell’entusiasmo giovanile, così da elaborare insieme modi nuovi di vivere il Vangelo e risposte sempre più adeguate alle esigenze di testimonianza e di annuncio.

Che gli incontri tra giovani di differenti Istituti diventino abituale via di comunione, di mutuo sostegno, di unità.

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