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Attualità

STAGIONE DELLA SOLIDARIETÀ

EDOARDO ZIN - 02/10/2015

Assisi autunno

autunno ad Assisi

È arrivato anche ottobre. E con esso l’autunno che si è intrufolato con pioggia, vento, abbassamento della temperatura. Il giorno successivo, però, il sole è nuovamente sorto chiaro, dorato e caldo come se fosse estate. Sono seguiti mattini luminosi, mezzogiorni caldi e sere che si spegnevano in tripudio di colori.

È bello l’autunno. Per gli anziani è il tempo dei pensieri, dei rimpianti, delle nostalgie, dei ricordi. È il tempo del raccoglimento, della concentrazione densa, del tramonto che non prelude a una fine, ma a un compimento, proprio come la terra che ci dona i suoi frutti per apprestarsi poi al lungo sonno invernale.

Con le finestre dolcemente spalancate sull’esordio di questo luminoso autunno osservo la terra verde prima che diventi grigia, i contorni della magnolia, la macchia violacea dei settembrini, ultimo rapido sorriso di un’estate che ha sfiancato un po’ tutti.

L’uomo frenetico d’oggi non è più capace di contemplare e di stupirsi per i meravigliosi doni della natura. Non c’è spazio per il bello, la poesia, la fantasia: non solo utili per rincorrere il successo.

Anche i bimbi non sanno più incantarsi davanti alle bellezze del creato: a scuola imparano a sezionare una rana o a descrivere minuziosamente le parti di un fiore, ma pochi li aiutano a osservare le montagne d’intorno quando hanno una chiarezza di cristallo o un pettirosso che vola da una siepe all’altra o il cielo con le nuvole sfiocchettate.

Li portano questi ragazzi all’Expo per vedere un orto o una pannocchia di grano o per mostrare loro le fasi della pigiatura dimenticando che “l’ecologia integrale trascende il linguaggio della biologia per collegarsi con l’essenza dell’uomo”, come c’insegna Papa Francesco.

Non li mettono, questi piccoli, in comunicazione con tutto il creato: l’erba che si inargenta, la siepe che si colora di rosso, il primo stormo alto che passa nel cielo, il riccio che si apre e la castagna che rotola nell’erba.

L’autunno è tempo di raccolta e di semina, di ringraziamento e di speranza, di conclusione e di inizio.

San Francesco, di cui facciamo memoria il 4 ottobre, anche se il messale domenicale non lo potrà menzionare, è il vero testimone dell’ecologia integrale: chiama “frate” il sole, “sora” l’acqua, chiede ai suoi frati di poter morire sulla nuda madre terra, predica alle tortore, loda i fiori. Il suo stupore per il creato non lo porta solo a rispettarlo, ma a entrare in comunione con tutti gli uomini, anche i più agguerriti, così come il suo dialogo con il lupo ammansisce non solo la terribile bestia, ma anche gli abitanti di Gubbio inferociti verso di essa.

Disarmato nella sua povertà, ma ricco del coraggio che gli proviene dal Vangelo vissuto radicalmente, Francesco tenta in un periodo in cui la croce verrà fissata sugli scudi di ferro e sulle spade affilate con la pretesa di aiutare i cristiani a liberare il sepolcro di Cristo, di convincere con il dialogo il sultano a cedere nella sua tracotante arroganza. La missione fallì, ma il poverello dimostrò che non bisognava avere paura del nemico.

L’amore e il rispetto per il creato portarono Francesco ad amare l’uomo perché vedeva in lui, soprattutto se povero o ferito nel cuore, l’immagine di Cristo. La povertà, la non violenza, la fraternità con tutti gli uomini furono le sue armi.

Il benessere, il consumismo esagerato, il godimento sofisticato ci portano a delle cose insignificanti, insensibili: “Il peggior peccato verso i nostri simili non è odiarli, ma essere indifferenti” – ha scritto George Bernard Shaw. Il “menefreghismo”, sostantivo un po’ volgare, ma comune, atrofizza i nostri rapporti sociali. Può essere sostituito dalla condivisione, dalla convivialità, dall’incontro con gli altri per poter gustare ciò che ci è donato dal Creatore.

Il quieto ritorno delle stagioni, il flusso pacato del tempo conducono ad una vita sobria e semplice: è ciò che vivranno i cittadini domenica 4 ottobre partecipando alla Mensa dei Popoli ad Expo per condividere ed essere solidali con tutti gli uomini collegandosi idealmente al pellegrinaggio dei fedeli lombardi ad Assisi sulla tomba di San Francesco.

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