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Attualità

CHE COSTOSO PICCONE DEMOLITORE

CESARE CHIERICATI - 09/10/2015

gradoniIl fa e disfa dei “governi” Fontana, titolava RMFonline il 26 giugno scorso a proposito dell’intenzione della giunta di Palazzo Estense di abbattere “per ragioni di sicurezza” i gradoni di Piazza Repubblica posti sul lato delle Corti. Ebbene, lunedì 5 ottobre il piccone demolitore, alle ore 8.00, ha iniziato la sua opera “risanatrice” per la modica cifra di 200 mila euro più Iva che vanno a sommarsi agli 86 mila (sempre più Iva naturalmente) spesi nel 2007 per fioriere, ferri battuti e bersò, “un intervento – sosteneva convinto l’allora assessore ai lavori pubblici Gladiseo Zagatto – che andrà a migliorare la vivibilità della piazza”.

Come è andata a finire è sotto gli occhi di tutti: più di 300 mila euro gettati alle ortiche, vivibilità sotto zero, degrado e abbandono in crescita nel desolato vuoto urbano maturato negli anni ’90. Comunque sia i destini di Piazza Repubblica dovrebbero cambiare in virtù del concorso di progettazione conseguente all’infelice masterplan comunale lanciato la scorsa primavera. Proprio per questa ragione gli abbattimenti appena avviati non hanno alcun senso, vedere in proposito RMFonline dell’11 settembre scorso.

Non solo, il sindaco Fontana, alle ovvie obiezioni di molti, replica affermando che ciò che si spende oggi sarà recuperato domani quando si metterà mano alla ristrutturazione completa di caserma e piazza. Sarebbe interessante sapere in base a quali criteri i soldi spesi oggi verranno scorporati dagli ingentissimi volumi di spesa previsti per le future demolizioni. E che dire dei costi di risanamento statico della vecchia Garibaldi minata nelle sue vetuste fondamenta da allarmanti cavità sotterranee. Certo il vincolo imposto dalla Sovrintendenza non lascia purtroppo scampo ma resta ancora da capire quale influenza abbia avuto, sulle decisioni dell’ente di tutela, la sceneggiata mediatica di Vittorio Sgarbi, propiziata a primavera dagli amministratori in carica, in difesa del vecchio pericolante manufatto. Fatto sta che come dice l’architetto Mario Botta il recupero del vecchio edificio militare “sarà in ogni caso un bagno di sangue”. Piazza Repubblica resta nel suo complesso una brutta telenovela (fu l’epicentro della tangentopoli locale, non dimentichiamolo), con registi e interpreti accomunati dalla mediocrità, di cui francamente non si riesce a intravvedere un finale decente.

Proprio nei giorni scorsi Il fa e disfa si è arricchito di un nuovo piccolo ma avvilente e significativo episodio, lo stravolgimento di piazzetta Liala, all’incrocio tra via Robbioni e via Del Cairo. Il 15 aprile scorso, dopo una cura di abbellimento, per iniziativa degli Amici di Piero Chiara, della Floricoltura Gervasini con il sostegno del Comune, era stata di nuovo inaugurata dal sindaco Fontana. Quest’ultimo non era stato evidentemente informato del fatto che di lì a qualche mese, causa ristrutturazione di un appartamento adiacente, la piccola piazza sarebbe stata occupata da un corposa gru. Per posizionarla alcune piante sono state tagliate e una panchina divelta tra la costernazione dei cittadini e delle associazioni sopra citate. L’impresa ha naturalmente garantito il ripristino gratis – ci mancherebbe – delle condizioni preesistenti. Vedremo se le promesse saranno mantenute o meno, resta il fatto che la comunicazione tra gli uffici non è esattamente il piatto forte di Palazzo Estense. Eppure siamo già in vigilia elettorale come ben documentano le staffette di sindaco e vice sindaco sui media locali dove, un giorno sì e l’altro anche, si affannano a dimostrare come il loro sia stato e sarà (?) per Varese il migliore dei governi possibili.

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