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Noterelle

SINDACO/2 PRIMARIE SÌ, ALTRO CHE INTRALCIO

EMILIO CORBETTA - 16/10/2015

Primarie a Palermo

Primarie a Palermo

Facciamo in modo d’essere ancor più locali e scriviamo: “I bosini e le primarie”! Va bene così, ma ci credono alle primarie quelli di Varese, ossia “i bosini”? Consideriamo le primarie regionali in Campania e in Liguria: non sono state molto esemplari nei loro svolgimenti. Guardiamo poi la fine ingloriosa del  vincitore delle primarie a Roma e successivamente vincitore delle elezioni. Una certa sfiducia nei confronti di questa pratica è più che giustificata ma, riflettendo sulle attuali modalità delle elezioni comunali, per il rispetto di un pensiero democratico, le primarie appaiono più che necessarie. L’importante è avere un  regolamento preciso di tale svolgimento e altrettanto importante è l’assoluta lealtà da parte dei partecipanti.

A Varese il regolamento è stato ben studiato, ma la lealtà c’è in politica, ci può essere in politica? Machiavelli secoli fa diede i fondamenti dell’agire politico e dopo di lui  il termine “machiavellismo”fu usato e abusato con infinite sfumature,  tutte però lontane dal concetto di lealtà. Il problema è che troppo spesso si confonde l’intelligenza con la furbizia e la lealtà va a farsi benedire; la vera rivoluzione in politica ci sarebbe se la lealtà venisse rispettata, diventasse fondamento dell’agire politico con grandi garanzie per i cittadini. Sappiamo che in certe nazioni la lealtà è assolutamente pretesa e sono imposte dimissioni a chi non rispetta certe regole, a chi non è leale. Per esempio in Germania è stato sufficiente copiare pagine di una tesi che …. Accidenti! Non parliamo della Germania! Guarda quelli della Volkswagen … ma qui non c’è di mezzo la politica, bensì il commercio ….

Superando quanto appena detto, ascoltando quanto si dice in giro, le primarie ci vogliono (e difatti il centrosinistra le terrà il 13 dicembre). Son desiderate  per lealmente scegliere il “candidato sindaco” voluto dalla base dei cittadini, ossia dei bosini, che vogliono essere loro ad indicare il candidato e non subire le decisioni degli apicali dei partiti, che si premurano d’imporre la loro volontà, superando le primarie, considerate un intralcio. Per raggiungere questo scopo, in alcuni settori del quadro politico cittadino stiamo assistendo a manovre preelettorali molto furbe, come l’ annuncio di imponenti finanziamenti su Varese. Ma qui la furbizia impera e non l’intelligenza. Perché dico così? Perché non c’è rispetto dell’acume dei bosini, considerati una massa d’allocchi.

Allocco: uccello rapace notturno che resta abbagliato dalla luce, perdendo la capacità di difesa e apparendo istupidito, per cui è diventato appunto il simbolo dei poco intelligenti. Ma i votanti bosini non sono così e se la politica varesina ha avuto un certo corso nel passato molto è dovuto a mancanza di possibilità di scelta, ma non ad incapacità di discriminare. Si aggiunge allora anche una grande amarezza nei confronti di certi figuri politici sia locali che nazionali,  con conseguente profondo disgusto nei confronti della politica. Ai nostri giorni si sta assistendo ad una reazione a questo atteggiamento e sorgono i movimenti spontanei civici che vivacemente dimostrano “contro” e criticano scelte amministrative.

Alla luce di questi semplici motivi, le primarie appaiono necessarie anche per poter rinnovare il quadro politico varesino. Abbiamo figure storiche che hanno tanta esperienza alle spalle, ma è una esperienza di tempi oramai cambiati ed appaiono come motori “imballati” per cui necessario un cambiamento senza arrivare all’urlo del “rottamatore” di qualche anno fa.

A Varese in molti partiti (quanto non mi piace questo termine) ci sono giovani ben preparati sul diritto e l’amministrazione pubblica, già molto esperti in politica locale. Ma non sono conosciuti, si obietta. Certo, è vero! Però è il loro pregio e la loro sfida a cui dovranno saper rispondere e questo dirà delle loro capacità. Non va dimenticata l’importanza dei mass-media in questi momenti di scelte e i giovani dovranno mostrare le loro capacità anche nei confronti di questi.

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