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Politica

SINDACO/2 CAMBIARE PASSO E STORIA

DANIELE ZANZI - 23/10/2015

Un incontro promosso da Varese 2.0

Un incontro promosso da Varese 2.0

Un comitato civico come # Varese 2.0, radicato nel territorio, che negli ultimi due anni ha inciso su temi concreti e reali della vita cittadina, non poteva sottrarsi al confronto nella prossima tornata elettorale amministrativa. Il senso civico e la nostra voglia di partecipare per cambiare ci hanno indotto a questo passo.

Un patto di coalizione era inevitabile. Dopo un confronto lungo, teso e irto di difficoltà, abbiamo raggiunto un accordo con il PD locale. Siamo ben consapevoli dei limiti e delle contraddizioni che fanno del PD nazionale un partito assimilabile, almeno nei difetti, a tutti gli altri. Ma, localmente, pensiamo che queste dinamiche siano rimaste lontane. Abbiamo conosciuto la qualità umana di gran parte dei suoi iscritti e di molti suoi attivisti, ne riconosciamo la sostanziale integrità, e durante i tanti incontri intercorsi abbiamo toccato con mano la possibilità di compiere con loro un cammino di cambiamento che rappresenti un’effettiva e chiara discontinuità con il passato e con tutte le forze che negli ultimi decenni hanno amministrato Varese (Lega, Forza Italia,UDC e NCD).

Venti e passa anni di leghismo, alleato nel tempo con le più disparate forze, hanno lasciato il segno: un segno negativo, che ha arrecato danni e sprechi irreversibili. Varese deve e vuole cambiare passo e storia. Questo il PD, anche grazie al nostro ruolo durante il confronto intercorso, lo ha capito. Se poi alcuni suoi membri influenti non vorranno capirlo o si mostreranno esitanti e inclini a vecchie pratiche ormai perdenti e controproducenti, il nostro comitato sarà la garanzia tangibile e vigile della discontinuità.

Varese 2.0 è una forza di cambiamento non etichettabile, priva di appartenenze e trasversale. Destra e sinistra in sede locale hanno perso pressoché ogni significato (ciò non significa che queste distinzioni non abbiano più valore in assoluto). Personalmente ho lasciato da anni alle spalle barriere e pregiudizi; sono abituato a guardare agli uomini, al loro agire, al loro comportamento, alla loro intelligenza e integrità.

Le supposte o reali culture di riferimento non interessano: conta la convergenza di idee e di visione, la condivisione di un intento. Oggi il discrimine passa da quel che si fa o non si fa per la città. E quello che è stato fatto da parte degli attuali amministratori, o che annunciano di voler fare nel demagogico tramonto del loro mandato, non può piacere né a me né ai tanti amici che cooperano nel comitato.

Lo spirito che mi porta alle primarie di coalizione non è quello di vincere per sostituire un partito ad un altro. Non vogliamo vincere adattandoci a quanto per molti vuole dire oggi fare politica. Mi interessa cambiare, non vincere per vincere. La nostra, e la mia, non è stata un decisione semplice. Ma si è arrivati ad un punto tale dove è necessario, per chi ci crede, metterci la faccia. La mia storia personale, le mie competenze, la mia dedizione e amore per la città, la mia indipendenza da ogni schieramento ed ideologia sono e saranno la migliore garanzia a tutela dell’indipendenza di #Varese2.0. Strumentalmente – con la paura tipica di chi ci teme – alcuni tentano di catalogarci, di appiopparci appartenenze e sudditanze. Abbiamo dato e daremo prova di quanto queste voci siano infondate, degli alibi per chi non ha altre, più serie e più intelligenti armi da contrapporci.

Il 13 dicembre mi confronterò con altri candidati all’interno di una coalizione. Non saranno le primarie del PD, ma votazioni aperte a tutti i cittadini, anche a chi non è vicino al PD. Il maggiore partito cittadino ha riconosciuto la nostra indipendenza e il nostro apporto di novità. Saremo una risorsa decisiva all’interno della coalizione. Già questo è un risultato enorme, che dovrebbe far riflettere molti,e soprattutto convincere gli eterni scontenti e gli scettici che per la prima volta da quando vi è l’elezione diretta del sindaco esiste la concreta possibilità di avere un candidato civico che si riconosce lealmente in un progetto comune di ripresa della città, ma che terrà il timone diritto e saldo verso un cambiamento sostanziale.

La Lega agli esordi rappresentò per tantissimi, anche per alcuni esponenti del nostro comitato, una speranza di cambiamento; ha però fallito e deluso, non ultimo perché al suo interno le logiche di partito hanno prevalso. Il sindaco, cui l’elezione diretta avrebbe potuto dare un ruolo decisivo e indipendente, si è rivelato un ostaggio nelle mani del suo partito e dei suoi alleati. Ha accettato epurazioni di uomini della sua giunta, ha tollerato vecchi giochetti ed equilibrismi, ha avallato nomine partitiche nelle municipalizzate, si è piegato ai diktat di una politica autoreferenziale che rappresenta solo individui, gruppi di interesse, centri di potere, e non è stata rivolta al bene e alla crescita di una città che, nonostante tutto, ha ancora tante potenzialità.

Il 13 dicembre sarà una data decisiva per il cambiamento di Varese. Non mi interessano i nomi di chi concorrerà a queste primarie, dei miei alleati-avversari. Alcuni hanno voluto, pensando di trarne vantaggio, partire con largo anticipo prima ancora che la corsa iniziasse. Altri si sono nascosti e giocano a nascondino e forse usciranno all’ultimo secondo, calandosi dall’alto e fingendo di essere stati costretti ad “accettare” a malincuore la tenzone per il bene della città e la gioia di una stampa locale sempre più incline allo show mediatico anziché ai fatti reali.

Di sicuro questo giocare ad handicap a vantaggio o queste calcolate indecisioni non mi hanno minimamente coinvolto. Non andrò in giro a stringere mani, non mi farò vedere tanto per farmi vedere nei luoghi più impensati, non cercherò accordi in colloqui privati o favori che poi saranno da restituire. La mia è stata una decisione sofferta e combattuta. Molti hanno cercato di stopparmi, chiedendomi: ”Ma chi te lo fa fare?”; ”E la tua famiglia, la tua vita privata, il lavoro, la professione?”. Obiezioni fondate, che ho meditato e che mi hanno tormentato a lungo prima di decidere. Se ho scelto di partecipare è perché resto e resterò quello che sono; perché non ci si può continuamente lamentare in privato e poi non fare nulla nel concreto; perché la faccia bisogna che qualcuno la metta, altrimenti quali speranze e quale esempio daremo ai nostri figli e ai nostri nipoti? La mia vicenda e la mia vita di cittadino rispettato di Varese, conosciuto anche fuori dei confini locali e nazionali, parlano da sole. Queste sono per i miei concittadini le garanzie che cercano: serietà; concretezza; estraneità ai vizi della politica; fermezza; onestà intellettuale.

Il 13dicembre sarò lì per cambiare e non solo per vincere. Potremmo anche perdere una battaglia, ma quello che conta è impegnarsi non solo per chiudere un ciclo amministrativo fallimentare, ma anche e soprattutto per mutare radicalmente i modi di fare politica, restituendole il ruolo e la dignità che le competono.

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