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Incontri

MARCO GIANI, EROE PARTIGIANO

GUIDO BONOLDI - 13/11/2015

Giani_Attraverso l’amico e collega Stefano Giani, cardiologo dell’Ospedale di Circolo di Varese, ho ricevuto questo scritto di suo padre Carlo, che ricorda il fratello Marco, caduto della Resistenza, la cui memoria è custodita presso il Centro Documentale di Cassano Valcuvia.

Carlo Giani, noto ingegnere varesino e per tanti anni anche assessore ai lavori pubblici ai tempi della giunta del sindaco Mario Ossola, appartiene a quella generazione che ha ricostruito l’Italia nel dopoguerra.

“Mio fratello Marco Giani l’8 settembre del 1943, come tenente del Battaglione “Susa” degli alpini, si trovava con il suo reparto sulla Cisa, poiché non aveva più ordini dai superiori, decise di combattere insieme ai suoi alpini contro le truppe tedesche ed i reparti della repubblica sociale fascista.

Dopo uno scontro vittorioso riuscì a raggiungere Piacenza e lì sciolse il suo reparto mandando tutti a casa. Presso una famiglia di Piacenza lasciò la sua divisa, l’equipaggiamento e le armi ed ottenne in cambio abiti borghesi. Da lì a piedi e con mezzi di fortuna riuscì a raggiungere Milano, quindi in ferrovia e con la tramvia raggiunse Cassano Valcuvia dove potei abbracciarlo.

A Cassano c’erano gli zii, nel frattempo furono raggiunti anche dal cugino Luigi tenente degli alpini del Battaglione “Intra”, rientrato in licenza dalla Slovenia. Decisero, prevedendo prossimo l’arrivo auspicato degli Americani, di rifugiarsi in Svizzera. Li accompagnai al confine presso Cremenaga, dove vidi per l’ultima volta mio fratello vivo.

Accadde che i partigiani liberarono Domodossola e venne fondata la Repubblica della val d’Ossola dai comandanti Superti e Vigorelli. Mio fratello decise perciò di rientrare in Italia per unirsi ai partigiani in Val d’Ossola.

Il comandante partigiano Cino Moscatelli, che operava nel Cusio, rompendo una tregua in atto tra la Repubblica Ossolana ed i tedeschi, decise di scendere ad Intra sul lago Maggiore e di attaccare i reparti fascisti della Decima MAS ed i tedeschi di stanza in quella zona. Il reparto di Moscatelli,

impreparato e con poche armi, si trovò presto in difficoltà. Il Superti, che comandava il reparto partigiano cui aveva aderito mio fratello, lo inviò con un gruppo in soccorso di Moscatelli.

Durante il combattimento mio fratello venne colpito a morte, era il 13 settembre del 1944.

Alcuni anni fa durante un incontro presso la sede dell’ANPI venni presentato a Tullio Berrini, partigiano di Taino, lo riconobbi, era un mio amico d’infanzia. Tullio è infatti figlio del dottor Berrini, che fu direttore della Banca Popolare di Luino negli anni ’20 e che abitava al primo piano dello stesso palazzo, ove abitavo a quel tempo con la mia famiglia; ricordo che mi recavo, talvolta, a giocare con lui. Tullio aveva due sorelle, la maggiore si chiamava Mariolina. Mariolina, che era coetanea di mio fratello Marco. Seppi cosi che anche Mariolina Berrini aveva collaborato alla lotta partigiana come staffetta agli ordini del comandante Moscatelli. E fu proprio per recare aiuto ai partigiani di Moscatelli, che si era sacrificato mio fratello Marco”.

PS Per ulteriori informazioni si può consultare www.centrodocumentale.it

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