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In Confidenza

DIFFONDERE GIOIA

Don ERMINIO VILLA - 20/11/2015

religiosiPapa Francesco ha indicato dieci punti qualità perché la vita religiosa viva e sia vivace. Possiamo considerarli come piste di riflessione, come schema di revisione di vita, come un decalogo di qualità religiosa.

Sono tutte parole dette “al vivo”, cioè in relazione personale, rivolte a religiosi e a Congregazioni religiose. Alcuni punti sono desunti da un famoso videomessaggio indirizzato a confratelli argentini nel 2009.

Voglio dirvi una parola, e la parola è gioia. Sempre dove sono i consacrati, i seminaristi, le religiose e i religiosi, i giovani, c’è gioia! È la gioia della freschezza, e la gioia del seguire Gesù; la gioia che ci dà lo Spirito Santo, non la gioia del mondo”.

“La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia”. Così inizia la lettera enciclica Evangelii gaudium, che contiene molti motivi e gli inviti alla gioia. La gioia dell’incontro con Gesù è all’inizio e sta nel futuro di una vita religiosa viva.

Una delle tentazioni più serie che soffocano il fervore e l’audacia è il senso di sconfitta, che ci trasforma in pessimisti scontenti e disincantati dalla faccia scura. Nessuno può intraprendere una battaglia se in anticipo non confida pienamente nel trionfo. Chi comincia senza fiducia ha perso in anticipo metà della battaglia e sotterra i propri talenti… I mali del nostro mondo – e della Chiesa – non dovrebbero essere scuse per ridurre il nostro impegno e il nostro fervore. Consideriamoli come sfide per crescere”. (EG 84). Si tratta di lasciare tutto per seguire il Signore.

La radicalità evangelica non è solo dei religiosi: è richiesta a tutti. Ma i religiosi, invitati a seguire il Signore in modo profetico, sono chiamati a dare questa testimonianza: di una vita gioiosa, lieta.

Tutti sono chiamati alla santità, ma la rinuncia radicale di alcuni sostiene il distacco di molti; la scalata di pochi tira la cordata alla salita di tutti. È bello aiutarsi reciprocamente a tenere accese le lampade, con quell’amore per Cristo che si colora del carisma proprio di ogni specifica realtà di consacrazione.

Aiutate quanti si imbattono sul vostro cammino ad accendere e a riaccendere le tante candele spente, perché il desiderio di infinito si affaccia in molti modi nel cuore dell’uomo” (Benedetto XVI). Che la sapienza dello Sposo alimenti l’ardore creativo nell’evangelizzare, perché Cristo, luce del mondo, accenda ogni cuore del suo indefettibile amore.

È lui il Figlio di Dio, che manifesta con la verginità di essere una cosa sola con il Padre, che mostra con la povertà che il Padre è la sua ricchezza, e con l’obbedienza dice che suo cibo è fare la volontà del Padre.

I religiosi hanno scelto di vivere secondo la sua “forma” di vita e sulla sua misura. La speciale sequela della vita consacrata è al servizio della sequela di tutti i cristiani.

Chiediamoci: qual è la “maniera speciale” e il “modo profetico” con cui i religiosi seguono il Signore, che li costituisce nella gioia, “capaci di svegliare il mondo”?

È indispensabile avere risposta e coscienza sicura circa la propria identità, perché è condizione di gioia e di vitalità.

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