Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Società

INTOLLERANZA/2 FESTA DI TUTTI

LUISA OPRANDI - 04/12/2015

Integrazione è conoscere, capire e non annullarsi. La vicenda recente del dirigente scolastico di Rozzano che ha impedito i segni del Natale nella propria scuola, arrivando ad azzerare nella festa natalizia tutto ciò che richiamasse il valore cristiano dell’evento, ha suscitato una forte eco mediatica, come era immaginabile nel momento in cui alcune scelte risultano essere estreme. Certo, le decisioni di un capo di istituto partono sempre dalla lettura del contesto ma pare proprio che, in questo caso, la presa di posizione del preside sia stata conseguente ai tragici fatti parigini del 13 novembre scorso. Una correlazione difficile da cogliere e comprendere.  Direi anzi che scegliere di eliminare dalla scuola qualsiasi riferimento al Natale vanifica ogni via di integrazione. Chi vive nella scuola sa bene che non sono i bambini a costruire muri di differenza e distanza. Semmai sono loro i primi a vivere con serenità il pluralismo come fatto naturale.

La festa della scuola in occasione del Natale è un momento assolutamente atteso dai bambini e dai ragazzi e la sua preparazione si carica anche di una dimensione relazionale, espressiva, cooperativa, che all’educazione fa solo bene. Nell’istituto comprensivo da me diretto, non solo alunni ed insegnanti ma anche famiglie, diverse amministrazioni locali, associazioni di genitori e di volontariato vivono assieme alla scuola la predisposizione di più momenti di festa natalizia. Negarli significherebbe privare intere comunità di opportunità di vita collettiva che sono nella cultura, nella tradizione ma anche nella socialità e nell’interazione attiva e costruttiva.

E’ pur vero che la laicità della scuola italiana chiama al profondo rispetto di tutte le confessioni religiose e delle famiglie che scelgono di educare i figli in contesti privi di riferimenti a qualsiasi aspetto di matrice religiosa. La strada della libertà individuale è dunque quella che garantisce la convivenza serena e pacifica, non urlata e non giudicante. Ciò avviene normalmente nel momento in cui i genitori, all’inizio di ogni percorso scolastico in un determinato ordine di scuola, decidono per i propri figli in età minore se questi debbano avvalersi o meno dell’istruzione religiosa cattolica e la scuola organizza le proprie attività garantendo ore di insegnamenti alternativi, evitando ogni forma di discriminazione. Lo stesso può accadere per le occasioni di festa o di riferimento agli eventi religiosi che scandiscono la cultura del nostro paese.

A Cunardo annualmente vengono organizzati un concerto serale in chiesa di canti natalizi e non, così come un momento di vita comunitaria che prevede un concerto per i pazienti della casa di cura “Le Terrazze” ed esibizioni per le vie del paese. E’ sempre atteso e gradito che siano i bambini della scuola primaria ad esibirsi. I canti non specificamente religiosi vengono insegnati ai bambini durante le ore curricolari, quelli di esplicito riferimento alla cristianità sono insegnati nelle ore di religione. Le famiglie, a loro volta, sono poi libere di fare esibire i propri figli durante gli eventi pubblici organizzati dalla collettività. Il tutto avviene in un clima di grande reciproco rispetto, salvaguardando le scelte educative delle famiglie e non annullando il senso della cultura religiosa tradizionale. Anche i segni del Natale sono presenti a scuola assieme a tanti simboli di pace, solidarietà e convivenza tra i popoli e i bambini per primi ci insegnano a rispettarli tutti, indistintamente.

La festa scolastica di Natale, nello specifico, anticipa anche l’inizio di un periodo di sospensione delle lezioni coincidente con il periodo che comprende le feste religiose dal Natale all’Epifania: un periodo di vacanza che rimanda alla opportunità offerta a tutti di potere vivere queste feste della cultura tradizionale. I bambini sono educati a comprendere che all’origine del lungo periodo di vacanza c’è una motivazione che ha la propria ragione nella celebrazione della Natività e delle festività religiose ad essa conseguenti. Perché con i bambini non si bara, si dice la verità. Ogni sotterfugio è diseducativo. Nessun bambino è violato nei propri diritti se ha davanti agli occhi la grotta con un Bambinello in fasce. Perché a qualsiasi età è in grado di capire che quello è un segno di pace. Sempre che gli adulti non gli facciano intendere, con sovrastrutture concettuali, che quello è invece possibile motivo di divisione. Forse il preside di Rozzano avrebbe dovuto mettersi maggiormente in ascolto dei suoi alunni, benché piccini. Sabato 19 dicembre, tutti i bambini dell’infanzia e delle primarie dell’istituto comprensivo nel quale svolgo il mio quotidiano lavoro formeranno un unico coro per cantare canzoni di Natale e di pace: e sarà integrazione.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login