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Apologie Paradossali

IL TUNNEL E LE INCOMPIUTE

COSTANTE PORTATADINO - 18/12/2015

Galleria ALPTransitChe Varese e la sue valli siano terra di frontiera, di traffici e di commerci internazionali non è certo una novità. Non è nemmeno una novità che le grandi imprese riescono spesso ad essere più efficaci e puntuali delle piccole. Perciò nessuno si è meravigliato, partecipando sabato 12 dicembre al Convegno sulle infrastrutture qualificanti per il territorio varesino, dell’ennesima conferma che quando l’anno prossimo sarà inaugurato il nuovo tunnel del Gottardo, molte delle corrispondenti opere dal lato italiano saranno ancora largamente incompiute.

Non ne faremo un dramma, poiché il rallentamento ormai decennale dell’economia europea ha ridotto le previsioni di traffico e lascia margini per un progressivo adeguamento alle future esigenze. Rimane tuttavia un po’ di dispiacere per la brutta figura fatta con il famoso raccordo Arcisate –Stabio e una sottile preoccupazione per l’impatto che potrebbe avere l’aumento della frequenza e della dimensione dei treni sulla tratta Bellinzona – Laveno – Gallarate, particolarmente vocata al traffico merci.

Questo convegno, promosso da ACG (associazione alta capacità Gottardo) e da ALDAI (dirigenti imprese industriali), con il sostegno della Camera di Commercio e la partecipazione dei principali enti interessati, dalla Regione Lombardia, alla Provincia di Varese, ai comuni attraversati, a Rete Ferroviaria Italiana, ha evidenziato come siano sempre necessarie, per ottenere risultati accettabili, la consapevolezza dello scopo e l’applicazione del metodo di condividere le decisioni.

Forse non è un caso che nell’imminenza di questo evento, l’ennesimo proposto da ACG nel corso di vent’anni, siano stati annunciati i primi stanziamenti pubblici e di RFI per l’eliminazione di alcuni passaggi a livello sulla linea Bellinzona – Gallarate. Forse ancora più significativo è stata la sottoscrizione di un documento di intenti delle regioni Liguria, Lombardia e Piemonte, insufficiente nei contenuti attuativi, ma comunque indicativo della riconosciuta necessità di allargare l’orizzonte dagli interessi specifici e localistici almeno a quelli della vantata macroregione.

Qui sta il paradosso: che gli interessi locali e quelli di più grande scala, se non globali, possano coincidere, ma spesso non lo vediamo, perché la miopia che da sempre affligge la politica, ma spesso anche l’imprenditoria, ci fa guardare solo all’interesse più immediato e circoscritto. Chi scrive ha cercato di evidenziare, concludendo il convegno, come la posta in gioco non sia soltanto spostare un po’ di traffico merci dalla strada alla ferrovia o di rimarginare qualche ferita dell’ambiente causata dalla costruzione di infrastrutture stradali e ferroviarie inadeguate.

Per l’Italia e per l’Europa è essenziale mantenere una capacità manifatturiera adeguata a sostenere le sfide economiche e sociali del secolo e questo non sarà possibile senza un sostanziale contenimento dei costi di trasporto delle materie prime importate e delle merci qui prodotte, da esportare. Di questi costi, le infrastrutture di trasporto e portuali sono la componente essenziale, insieme all’abbattimento delle barriere doganali e delle lentezze burocratiche.

Non tutti sanno che oltre alla formidabile concorrenza dei porti del nord Europa, capaci per la loro efficienza di assorbire i maggiori costi del più lungo viaggio marittimo, sta per presentarsi quella di un asse ferroviario Cina-Russia-Bielorussia, capace sia di essere volano dello sviluppo della Cina interna, sia di far giungere le merci in Europa in un tempo molto minore che con il vettore marittimo, soddisfacendo il requisito della tempestività di consegna. Questo non mette in discussione solo gli interessi degli operatori della logistica, ma quelli di tutto il sistema industriale europeo e di noi, remota provincia periferica, che ne siamo parte, finora attiva.

Già è avvenuto lo spostamento verso est di tante realtà manifatturiere di modesto contenuto tecnologico e proprio anche delle basi logistiche del trasporto merci, per la semplice convenienza del costo del lavoro; guai se si aggiungesse anche una rilevante facilitazione logistica.

A meno di rassegnarsi ad un progressivo ma inarrestabile declino, occorre che l’Italia si attrezzi di infrastrutture e di piattaforme logistiche efficienti in tutto il territorio. Si tratta di fare sistema e spero che nessuno si meravigli che dico che anche la sorte di Taranto o del ponte di Messina o del porto di Gioia Tauro ci riguardano allo stesso modo dei porti liguri e del terzo valico dei Giovi. Questo vale a maggior ragione per la zona tra Milano e il confine, che, in contrasto con la propria vocazione storica di terra di commerci, è troppo fortemente penalizzata dalle insufficiente dotazione di collegamenti stradali e ferroviari, come sperimentano tutte le mattine i pendolari e gli autotrasportatori.

Come hanno unanimemente ricordato i rappresentanti degli enti locali, occorre anche valorizzare le opportunità risultanti dalle nuove infrastrutture anche per il traffico passeggeri e turistico, per innalzare o almeno mantenere quella competitività del territorio che è determinante per il conseguimento di livelli di benessere che siano soddisfacenti per chi già vive ed anche attrattivi per l’insediamento di poli terziari e direzionali internazionali.

Il prossimo capitolo riguarderà perciò una grande ‘incompiuta’: Malpensa e la sua connessione con l’economia locale e internazionale, in particolare attraverso il collegamento Arcisate –Stabio, non dimenticando che nel nostro piccolo di varesini e varesotti, dovremmo migliorare anche strutture più piccole.

Penso alle stazioni ferroviarie di Varese e all’inesistente stazione autobus di piazza Kennedy, ridotta ad una panchina sotto una pensilina, penso agli inesistenti parcheggi per i frontalieri che volessero usare del nuovo servizio ferroviario per raggiungere il posto di lavoro in Svizzera.

Penso che Varese potrebbe essere una tappa di un servizio passeggeri tra la Svizzera, Malpensa, Milano e magari Torino e Genova e mi domando se quello che presentiamo oggi nelle nostre stazioni è un aspetto almeno decoroso. Non oso rispondermi. Spero che la presenza in platea di un possibile candidato sindaco per Varese, sia l’auspicio che in futuro troveremo maggiore attenzione da parte di autorità e imprenditori.

 

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