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In Confidenza

IN MISSIONE SULLA STRADA

Don ERMINIO VILLA - 18/12/2015

sacerdote“San Pio X inviò don Orione fuori Porta San Giovanni, nella strada, non nella sacrestia. Dio vi liberi dall’essere una Congregazione autoreferenziale, dove voi finite per contemplarvi l’ombelico. Nella strada. Una Congregazione che si guarda allo specchio finisce nel narcisismo e termina con l’essere senza capacità attrattiva, senza sogno. Una Congregazione che si chiude nelle sue “cosette” finisce come tutte le “cosette” chiuse, buttate via, con odore di muffa, inservibile, inferma. Siete una Congregazione che esce nella strada? Correrete il pericolo di ogni persona che esce in strada, di incidentarsi. Chiedete a Dio mille volte la grazia di essere una Congregazione incidentata e non inferma”.

Si tratta in sostanza di contribuire a promuovere:

-          una Chiesa che vive come comunità adorante: il primato di Dio è la via privilegiata su cui cammina la Chiesa. Da esso scaturisce il più vero e pieno servizio all’uomo a cui si offre l’aiuto a guardare in alto e a cercare il Signore quale fonte insostituibile di vita, di amore e di felicità eterna. I religiosi/religiose e i consacrati possono aiutare la Chiesa a ritrovare questo centro vivo del suo esistere e operare se alla luce del loro carisma fondativo testimoniano con forza, da un lato l’alterità della vita consacrata rispetto al mondo terreno, e dall’altro la loro solidarietà piena con esso per essere, al suo interno, lievito e fermento continuo di novità evangelica e di speranza;

-          una Chiesa comunione che realizza in un mondo diviso l’unità grazie all’azione dello Spirito che unisce le diversità e fa di tutti i credenti una cosa sola. Nessuna vocazione o realtà ecclesiale può ritenersi autonoma e autosufficiente, ma sempre parziale e imperfetta, se non è legata nella Chiesa, con i vincoli stretti della comunione e della carità anche pastorale. Oggi la carenza di vocazioni e le difficoltà di gestire molte opere costringe spesso i religiosi e le religiose in particolare, a diminuire sensibilmente se non a cessare, questa attiva presenza e servizio. In tali circostanze diventa decisiva la comunione col Vescovo e le comunità, perché scelte necessarie, anche se difficili, siano concordate e gestite insieme. Bisogna poi chiedersi quali nuove forme di presenza e di impegno dei religiosi/e sono necessarie e possibili, per rispondere alle sfide della Chiesa e della sua missione;

-          una Chiesa missionaria è la frontiera su cui siamo impegnati nel nostro Paese. Si tratta di promuovere una mentalità e un costume ecclesiale nuovi, capaci di superare una pastorale statica di conservazione e avviarsi sulle vie del rinnovamento, secondo quanto lo Spirito dice oggi alla Chiesa. I religiosi/e possono aiutare questo discernimento e indicare con il loro esempio alle comunità le vie da percorrere per diventare missionarie qui tra noi come verso le altre Chiese nel mondo.

Nella nostra società multiculturale diventa sempre più importante la testimonianza dell’accoglienza e della solidarietà, unite all’impegno della evangelizzazione e della missione. Il rispetto degli altri credenti sia sul piano ecumenico che interreligioso non esclude il dialogo e l’incontro basato sulla propria identità e aperto al confronto anche su temi religiosi e spirituali”.

Annuncio e dialogo sono due vie convergenti, perché partono entrambe dall’amore alla verità e dal proporla con coraggio e vigore a tutti.

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