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Attualità

DAVERIO/1 COSTI INUTILI E CONFUSIONE

SERGIO REDAELLI - 08/01/2016

Francesco Daverio

Francesco Daverio

Qualunque sarà l’esito del concorso indetto tra gli studenti per cambiar nome all’ISISS Daverio-Casula, l’iniziativa presa dall’insegnante d’inglese e dirigente scolastica Nicoletta Pizzato, appare intempestiva e fuori luogo. L’ho fatto, dice la preside, “per ritrovare l’identità perduta negli anni e per creare le condizioni di un apprendimento sereno e di una crescita civile degli studenti”; ma si tratta di una decisione discutibile per l’evidente contraddizione di partenza, poiché è difficile trovare esempi più adatti di un patriota varesino del Risorgimento e di un’eroina della Resistenza per stimolare la crescita civile degli studenti.

Se la premessa è incerta, altre considerazioni inducono a pensare che la preside stia sbagliando, a cominciare dai costi inutili da affrontare per cambiar nome all’istituto in un momento di ristrettezze economiche della scuola, per non dire della confusione culturale che la bizzarra idea provocherebbe. Cominciamo dai costi. Soltanto il timbro ufficiale di ferro della scuola è assai costoso e, in caso di variazione dell’intitolazione dell’istituto, andrebbe cambiato tutto, dal logo al sito alla carta intestata, ai riferimenti bancari, alla cartellonistica con costi immediati su tutti i fronti che andrebbero ad aggiungersi ai problemi di carattere generale.

La crisi, infatti, ha imposto anche all’ISISS la spending review, il risparmio sulle ore dei docenti e gli accorpamenti delle classi dei geometri. Le risorse scarseggiano. L’organizzazione assorbe tanto tempo, soprattutto in un istituto come questo dove c’erano tre presidi e adesso ce n’è uno solo. Sono aumentate le incombenze ed è diminuito il personale non docente, mancano i bidelli per la sorveglianza ai piani e due elementi nell’ufficio di segreteria, che la direzione non riesce a sostituire per mancanza di fondi. In queste condizioni è difficile perfino gestire l’archivio e trovare i fascicoli.

L’istituto è costretto a chiedere agli allievi contributi volontari di cento euro l’anno dalla terza in poi, una richiesta d’aiuto che le famiglie stentano a comprendere trattandosi di un istituto statale con tasse governative; senza contare che nel giro di quattro anni la scuola ha già subito tre traslochi e ora è in arrivo una nuova “bomba”, in vista della quale gli studenti hanno già scioperato. Parliamo del progetto di accorpare al Daverio alcune classi dell’Einaudi, l’istituto commerciale quinquennale alter ego del Daverio. Questa è la situazione in cui la preside non trova di meglio che cambiar nome all’istituto.

L’ISISS Daverio-Casula è il polo dell’istruzione tecnica e tecnologica nato nel 2013 con 1607 studenti, ora ridotti a 1430. Comprende l’ex istituto Nervi per geometri, il Daverio per ragionieri e l’istituto Casula per periti aziendali e turistici. Gli ex aspiranti ragionieri studiano moderne materie pratiche come l’amministrazione, la finanza, il marketing, i sistemi informatici aziendali e trovano facilmente sbocchi nelle banche. Gli ex aspiranti geometri approfondiscono le discipline per la costruzione dell’ambiente e hanno l’opportunità di specializzarsi nelle strutture in legno che sono la scommessa del futuro. I periti aziendali imparano infine a coltivare le relazioni internazionali per il marketing e il settore turistico.

Nel 2013 l’accorpamento degli istituti Daverio e Casula richiese un impegno gravoso al personale già ridotto all’osso, che il nuovo cambio di nome distrarrebbe ora da cose più urgenti e importanti. Per non dire dell’aspetto culturale. Imprenditori e manager proiettati nel futuro predicano da sempre che se si vuole fare vera innovazione, bisogna innestarla sulla tradizione, tenendo fermi i presupposti e conservando la certezza del “marchio”. Come insegna il libretto “Sette in condotta” scritto l’anno scorso da alcuni ex studenti del Daverio con un forte senso di appartenenza, il nome racconta una storia e rappresenta il legame con il territorio.

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