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Opinioni

BUSTO E GALLARATE: AFFANNI A DESTRA

VINCENZO CIARAFFA - 18/03/2016

berlusconisalviniLe elezioni amministrative del 2016 saranno sicuramente ricordate per l’inesistenza di programmi e la sovrabbondanza di candidati. È fatale, perciò, che queste due caratteristiche concorrano a trasmettere ai già diffidenti elettori una sola (bruttissima) sensazione e cioè quella delle diverse parti politiche che vogliono occupare il potere per il potere, senza nessuna intenzione di voler cambiare il sistema che, anzi, sembra calzar loro come una vecchia ciabatta. E proprio alla fine di questo contributo il lettore potrà rendersi conto di quanto sia vero il nostro asserto.

Ormai in Italia avvengono cose che non scandalizzano più nessuno, come quel consigliere comunale del Pd che alle primarie napoletane ha distribuito dei soldi fuori da un seggio per dirottare sul candidato della segreteria nazionale il voto di extracomunitari e vecchiette. Ma le immanenti elezioni amministrative saranno ricordate anche per le pulsioni autodistruttive di un centrodestra – kamikaze che si presenta litigioso e battagliero soltanto contro se stesso, anche dove i pessimi precedenti amministrativi o le condizioni ambientali in generale lo favorirebbero, come a Roma oppure a Varese.

Tale copione, peggiorato ulteriormente se ancor possibile, si ripete anche in periferia, dove i due principali partiti del centrodestra, Lega e Forza Italia, non riuscirebbero a mettersi d’accordo neppure per stabilire la data di oggi, figuriamoci sulla designazione del candidato sindaco. E non stiamo parlando di piccoli Comuni, ma di Busto Arsizio e Gallarate, ovvero della sesta e quattordicesima città della Lombardia.

Il centrodestra di Busto Arsizio, nonostante che in uno dei suoi vertici cittadini siano volate perfino delle sedie in stile far west, ha avuto almeno il buonsenso di non frantumarsi sulla rigida contrapposizione dei nomi di Paola Reguzzoni della Lega, di Emanuele Antonelli forzista e di Eugenio Vignati un centrista indipendente. Pur tuttavia, neppure nel centrodestra bustocco fino a questo momento si è approdati a qualcosa di concreto se non stabilire almeno la data delle primarie che dovrebbero tenersi il prossimo 3 aprile, in un clima che – tanto per cambiare – è ancora di contrapposizione perfino per la scelta dei simboli da mettere sulle schede.

Neppure a Gallarate sono rose e fiori, pur essendovi meno lacerazioni interne sul nome del candidato del centrodestra Andrea Cassani, anche se una parte della Lega e Ncd si sono sfilati dal nutrito gruppo dei proponenti per convergere, probabilmente, sull’appoggio all’ex leghista Roberto Borgo.

Come il lettore si sarà accorto, ci siamo dovuti limitare esclusivamente ad alcuni sostanziali accenni alla querelle senza fine che è diventata la scelta dei candidati di Busto Arsizio e di Gallarate e ciò per una ragione semplicissima: a meno di non voler indugiare sui pettegolezzi o inventarsi notizie, non abbiamo null’altro da portare all’attenzione dei lettori al fine di agevolare la loro conoscenza per poter esprimere quello che con un neologismo di moda si chiama oggi “voto responsabile”. Altro paradosso della politica italiana questo, se si pensa che i cittadini vengono esortati ad esprimere un voto responsabile da una classe politica e dirigente tra le più irresponsabili del mondo!

Ma Busto Arsizio e Gallarate sono soltanto l’esemplificazione di ciò che sta succedendo nel nostro Paese dove, per dirla alla Gandhi, siamo vittime di una « …politica senza principi, di una ricchezza senza lavoro, di una conoscenza senza carattere, di affari senza morale, di una scienza senza umanità, di una fede senza sacrifici».

A onore del vero un intento programmatico la lista civica di Gallarate, denominata “La nostra Gallarate 9.9”, lo ha presentato. Un intento sul quale, chi scrive, fin dalla sera della sua presentazione, alla quale fu invitato in veste di giornalista, già aveva appalesato a Rocco Longobardi alcune perplessità.

Una bozza di programma che, per certi versi, troviamo interessantissima perché interpreta alla perfezione lo spirito che oggi anima la nostra classe politica e che certamente farebbe morire d’invidia Agostino Depretis, il politico che nel 1882 diede vita a quel trasformismo che sta stravolgendo la volontà degli elettori e avvelenando la vita politica italiana da oltre un secolo: «…siamo un gruppo di persone che si sono messe a disposizione per il bene della città [Gallarate]. Speriamo di poter governare ma non è la nostra pretesa, saremo di appoggio per chiunque governerà, di destra o di sinistra».

Dopo cotanto programma crediamo sia superfluo – se non impossibile –  aggiungere altro.

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