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Opinioni

SACRO MONTE, QUALE FUTURO?

SERGIO REDAELLI - 01/04/2016

sacromonteChe futuro immaginano i varesini per il loro Sacro Monte? Lo vogliono “motorizzato” tutta la settimana e con ampi parcheggi, pedonalizzato nei giorni di festa o raggiungibile esclusivamente con i mezzi pubblici? Preferiscono la comodità di arrivare in automobile fin sotto il santuario, liberi di spingersi fino al limite dei divieti o sono pronti ad adattarsi a severe limitazioni del traffico privato pur di tutelare la montagna? E come giudica l’ipotesi di un parcheggio alla Prima Cappella chi non ha già preso posizione firmando contro?

Per i prossimi elettori di Galimberti, Orrigoni, Malerba, Badoglio & C è meglio preservare un millenario angolo di storia, di spiritualità, di verde pubblico e di silenzio o, viceversa, liberalizzare il traffico e puntare alla chiassosa allegria di una “città alta” fittamente frequentata con negozi, bar e ristoranti sempre aperti, eventi di richiamo e la “movida” in estate fino alle ore piccole? Il borgo di Santa Maria del Monte deve ispirarsi al turismo di massa di Loreto e Assisi o cercare una dimensione più raccolta e intimista?

È giusto ripensare l’uso delle auto nei luoghi d’arte e dello spirito? È corretto pensare che il pellegrino debba fare fatica se vuole rispettare il senso profondo della salita sacra? Sbaglia chi pensa a Varese come ad una città laboratorio con equilibri e regole ecologiche? Chi afferma che si debba programmare con intelligenza lo sviluppo territoriale, individuare gli obbiettivi e muoversi con coerenza? È in torto chi propone di potenziare la funicolare e di riaprire il secondo tronco per il Grand Hotel?

Perché non istituire una linea di navette elettriche che facciano la spola dalle stazioni di Varese al Campo dei Fiori? Il problema dei parcheggi va affrontato con l’ansia di concludere in fretta o è consigliabile sentire prima i pareri degli storici, degli urbanisti, dei geologi, studiare un progetto serio mettendoci la testa, il cuore e il coraggio imprenditoriale? Chi ha le chiavi della città può arrogarsi il diritto di decidere per tutti senza ascoltare il punto di vista dei cittadini? Ed è proprio fuori del mondo chi predica di toccare la montagna il meno possibile?

Varese dovrebbe ispirarsi alle città svedesi e norvegesi con un modello di ecologia sostenibile? Sarebbe intelligente far vivere il Sacro Monte con i giovani e non con le auto, portarci internet e la banda larga, aprire ostelli e associazioni? Pensare ad un piano generale per ottenere una città diversa, più green, collegando il Sacro Monte con i mezzi pubblici? E ricominciare a far funzionare tutto l’anno la funicolare che oggi lavora meno di un terzo dei giorni segnati sul calendario e accumula perdite ai danni del Comune?

Ecco, si tratta di ricavare da queste domande pochi e chiari quesiti di una materia articolata e apparentemente complessa: ci sono buone ragioni per indire un referendum e chiedere a tutti i varesini che cosa intendono fare del loro Sacro Monte. Non è tanto il diritto di pronunciare un sì o un no al parcheggio in via del Santuario, ma il privilegio d’indicare un sogno, di scegliere la Varese del futuro. Sarebbe una consultazione affascinante e una forma di democrazia diretta.

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