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Cara Varese

TRADIZIONE D’OBBEDIENZA CIECA

PIERFAUSTO VEDANI - 08/04/2016

elisoccorsoLa notizia di un ragazzino investito da un’auto a Cittiglio e successivamente trasportato in elicottero a Bergamo per essere operato in un centro chirurgico pediatrico scelto come riferimento regionale, ha richiamato alla memoria del cronista due vicende, la prima legata a un soccorso sanitario in elicottero, la seconda al ridimensionamento del progetto del grande polo pediatrico all’ospedale Filippo Del Ponte.

Forse il trasporto in elicottero a Bergamo è stato deciso perché le condizioni del ferito erano tranquillizzanti, forse ci si sarebbe rivolti a Varese se la lotta per la vita la si giocava sul tempo necessario per il ricovero, comunque breve anche puntando su Bergamo.

Ci sono disposizioni e procedure molto precise che il personale dei servizi di soccorso osserva, ma che in qualche occasione possono comportare valutazioni non precise al cento per cento. Anni or sono uno dei medici padri del 118 varesino ai soci del Rotary Varese riferì ampiamente sulle problematiche affrontate dai suoi collaboratori, veri maghi della “lettura” delle anticipazioni telefoniche fatte da chi allerta il 118: a volte indizi, segnalazioni, interpretazioni e pure l’agitazione di chi telefona possono creare difficoltà nell’inquadrare una situazione che deve essere rapidamente affrontata.

Se non ricordo male a quei tempi c’era il quindici per cento di possibilità che la segnalazione non corrispondesse alla realtà che i soccorritori avrebbero incontrato.

Oggi l’organizzazione del soccorso è tale che per gli abitanti di ogni zona è anche previsto il ricovero in determinati ospedali. Una disposizione burocratica evidentemente necessaria, ma che qualche rischio lo comporta.

È restato infatti un mistero il calvario di Carlo Broggini di Mercallo, indimenticabile figura di medjugoriano. Una sera del marzo 2013 viene colpito da emorragia cerebrale, il ricovero per lui è obbligatorio all’ospedale di Angera. La TAC denuncia la gravità della situazione, inizia la caccia al posto in ospedale, ma non lo si trova in nessuna neurochirurgia di una pur vasta zona. Accade che solo alle 5 del mattino Broggini venga trasportato in elicottero a Gravedona nell’Alto Lario, ma nulla ormai potrà il neurochirurgo: i millimetri iniziali dell’emorragia sono diventati un fiume.

Fosse accaduto in Sicilia forse si sarebbe parlato anche di malasanità, ma resta un grande interrogativo: il decantato sistema sanitario lombardo ha davvero fatto quello che era giusto fare per salvare Carlo Broggini? Piace allora oggi pensare che per il ragazzino di Cittiglio la macchina della burocrazia sanitaria lombarda abbia funzionato al meglio.

Palazzo Lombardia invece non ha funzionato per niente sul grande progetto del polo pediatrico al Del Ponte. Dagli entusiasmi e dai programmi iniziali si è passati al vergognoso silenzio su una ritirata ancora più vergognosa nella quale la politica ha perso la faccia e i varesini che hanno offerto somme ingenti per il nuovo ospedale si sono sentiti in qualche misura presi in giro.

Per la politica è stato un disastro in termini di attendibilità a livello regionale, ma c’è stata una Caporetto anche in sede varesina. Perché nei lunghi mesi dei notevoli disagi inflitti a chi si presentava al Pronto Soccorso del “Circolo” e doveva attendere nella barellaia anche due o tre giorni prima di essere ricoverato, mai si è levata una protesta forte, mai c’è stata una iniziativa di solidarietà da parte dell’istituzione locale.

L’ obbedienza pronta, cieca, assoluta agli ordini del partito non è finita con la divertente stagione dei trinariciuti di Giovannino Guareschi, anzi è esplosa, almeno a casa nostra, nel Centrodestra. Ed è ripresa, per quanto riguarda il Centrosinistra, con l’ex sindaco di Firenze.

Se tutto va bene siamo rovinati.

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