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Lettere

VOTO COMUNALE E PREFERENZE

- 03/05/2016

Fra un mese i varesini saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo parlamento della città.

Le sedici liste in lizza presentano circa 450 candidati al consiglio comunale che dovrà poi eleggere il sindaco fra gli attuali sette concorrenti al trono di Palazzo Estense.

I 65.567 varesini chiamati alle urne per esprimere liberamente il proprio voto dovrebbero essere informati per tempo sulla modalità delle preferenze da indicare nella scheda elettorale.

Da un fac-simile di scheda, ritirato durante un convegno di presentazione dei candidati, sembra che l’onnipresente UCAS, cioè Ufficio Complicazione Affari Semplici, permetta l’indicazione di una sola preferenza accanto al simbolo della lista prescelta e, nel caso se ne voglia esprimere un’altra, deve essere necessariamente indicato un nominativo di sesso differente.

E’ ciò che interpreto leggendo la seguente postilla indicata in fondo al fac-simile di scheda:

se vuoi esprimere una preferenza barra il simbolo di una lista e scrivi il cognome del tuo candidato consigliere: Se vuoi puoi esprimere due preferenze. ATTENZIONE. In questo caso devono essere un uomo e una donna.

Ritengo questa postilla una possibile causa di annullamento della scheda di votazione, ma soprattutto impedisce all’elettore di esprimere liberamente la scelta obbligandolo tassativamente ad abbinare una coppia uomo-donna nello stesso periodo in cui si cercano patrocinanti al Varese-Pride del 18 giugno, cioè di quella manifestazione arcobaleno che pretende uguaglianza di diritti nella libertà di scelta di un compagno/compagna dello stesso sesso.

Mi auguro di poter avere dei chiarimenti in merito prima del 5 giugno, in quanto, pur non essendo un ammiratore dei gay, le mie preferenze attuali vanno a due candidature dello stesso sesso.

La postilla, in ogni caso, la ritengo una limitazione alla libertà di voto che potrebbe generare confusione e scoraggiare ulteriormente l’affluenza al voto.

Inoltre potrebbero essere eletti personaggi poco validi al traino di personalità già note, impedendo l’ingresso in consiglio comunale di candidati che non si lasciano imporre facilmente dichiarazioni di voto non condivise.

Domenico De Maria

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