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Zic & Zac

LA PARTITA DI OTTOBRE

MARCO ZACCHERA - 06/05/2016

costituzioneIl premier Renzi è già in campagna elettorale ed archiviato il recente referendum sulle trivelle, di poca o nessuna importanza, ha davanti a sé sei mesi di dura battaglia mediatica perché sa bene che la vera partita si giocherà ad ottobre quando un referendum sul nuovo testo costituzionale sarà – piaccia o no – un vero e proprio referendum su di lui.

Peccato, perché nulla è più sbagliato di un atteggiamento come questo e a ottobre non si dovrebbe giudicare un governo, ma votare un testo costituzionale che per sua natura dovrà poi durare decenni e rappresentare (o meno) la Carta fondamentale di un intero paese.

Chi scrive – lo sottolineo senza veli – voterà no perché si è documentato ed è convinto che il nuovo testo non tanto coinvolge molti punti dell’attuale Costituzione ma soprattutto crea squilibri istituzionali che scatenerebbero un acutissimo conflitto tra poteri.

Con soddisfazione registro che la scorsa settimana ben 50 costituzionalisti (tra i quali 11 ex presidenti della Corte Costituzionale e 6 ex giudici costituzionali) di ogni opinione e tendenza politica hanno sottoscritto un appello dove non solo criticano fortemente il nuovo testo, ma soprattutto sostengono – come ho personalmente sempre sostenuto – che è sbagliato fare un unico referendum sul testo complessivo (alla “prendere o lasciare”) che invece andrebbe affrontato (e votato) per parti separate, materia per materia.

Sostengono – e condivido – che questa riforma sarebbe fonte di nuove disfunzioni nel sistema istituzionale e che non sarebbe equilibrata nell’attribuire le varie funzioni.

Si cambia integralmente il testo della Costituzione – sostengono i più qualificati giudici italiani – mettendo insieme articoli giustamente da ammodernare e adeguare alla realtà dei tempi con altre parti affrontate con superficialità e pressapochismo, dando alla fine uno strapotere al capo del governo, chiunque esso sia. Forse – mi si permetta – ne sanno qualcosa di più della giovane Boschi.

Certo l’intervento dei giudici costituzionali è una clamorosa, sconcertante e pesantissima censura a Renzi che però ha trovato ben poco spazio sui media e in particolare sui canali RAI.

Quando parlano forse i giuristi annoiano, ma una Costituzione non si cambia a suon di slogan ma esaminandone il testo nei dettagli. Leggendolo si scoprirebbe che vengono ridotti i poteri alle regioni ma soprattutto che si accentra il potere nelle mani del governo centrale eletto da un parlamento a camera unica, con un premio di maggioranza per il partito più votato che potrebbe aver raccolto anche meno del 20% dei voti degli italiani alle elezioni politiche.

Da una parte il testo ripudia ogni forma di repubblica presidenziale (ma perché i cittadini non dovrebbero invece votare direttamente, allora, l’effettivo capo dello stato?) e ogni potere è delegato ad un altro, in un gigantesco sistema di scatole cinesi. Avremo tempo per parlarne, ma credo che tutti debbano intanto liberamente documentarsi e farsi un’opinione.

Renzi gioca la carta della “nuova Italia che si rinnova” ma forse – punto per punto – sarebbe molto meglio discutere e in alcune parti mantenere il sistema attuale, anche perché di pari passo alla Costituzione cambia anche il sistema elettorale con una forte limitazione di scelta per i cittadini e il potere tutto in mano a chi indicherà i capolista bloccati collegio per collegio tanto che alla fine circa 550 deputati su 630 dell’unica camera saranno scelti dai leader di partito.

Renzi si è già lanciato in un formidabile tour auto-propagandistico, ma ribadisco che a mio avviso il voto non deve essere un plebiscito pro o contro Renzi e il suo governo, ma un esame serio per un testo che dovrà poi durare decenni.

Chissà se per una volta ci sarà nella discussione un po’ di serietà.

 

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