Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

In Confidenza

“MISSIO AD GENTES”

Don ERMINIO VILLA - 20/05/2016

missioneLa figura del frate cappuccino e quella del frate missionario sono profondamente mutate nel mondo contemporaneo. Da ciò l’esigenza di sperimentare modi diversi per annunciare il Vangelo.

È il racconto di fra Raffaele Della Torre, consigliere del Ministro Generale dei Cappuccini.

“I Cappuccini in Italia sono più di 2000, con un’età media che si sta innalzando. Anche se numericamente registriamo una diminuzione, il servizio reso, ovunque si operi, continua ad essere significativo: la gente ci sente vicini, accessibili, accoglienti. La nostra tradizione, i nostri santi, il nostro approccio famigliare ci aprono tante porte, offrendoci svariate possibilità di annunciare il Vangelo del Signore.

L’esperienza attesta che molti giovani, di fronte a proposte di radicalità evangelica – dove intuiscono la possibilità di fare della vita un dono – si sentono provocati e vogliono verificare un cammino vocazionale.

Il cuore, gli aspetti fondamentali del nostro carisma non cambiano; mutano i contesti in cui esso si incarna ed opera. In passato siamo stati con i poveri; lo siamo ancora in maniera efficace e capillare nelle mense, nelle carceri, tra gli emarginati.

Continuiamo a predicare il Vangelo nella “Missio ad gentes”, nelle missioni popolari, con i mezzi di comunicazione, nelle scuole, nella pastorale che definiamo ordinaria.

Certo oggi è necessaria una verifica circa le nostre strutture, che non ci devono condizionare nell’operare scelte in cui poter manifestare la fraternità e la povertà evangelica.

Il nostro impegno missionario consiste nell’annunciare il Vangelo con la sua dinamica di amore e di gratuità, fatta di opere di misericordia o – con un termine più moderno – di promozione umana.

Nella nostra famiglia religiosa c’è un talento preziosissimo da trafficare: la fraternità vissuta come bene prezioso, capace di diventare testimonianza per gli uomini e le donne del nostro tempo. Fin dagli inizi della Chiesa e del Francescanesimo l’aspetto che più sorprendeva e stupiva era la qualità dei rapporti che si stabilivano tra coloro che aderivano alla fede e alla “religione di frate Francesco”. Come in ogni tempo l’amore convince, commuove, fa intravedere una possibilità di vita buona.

Una famiglia, una comunità, una fraternità di frati, che guardano a Gesù e desiderano vivere come Lui la preghiera, l’accoglienza, il perdono, il lavoro per il Regno diventano segno efficace ed attraente.

Quando i poveri bussano alle nostre porte è il Signore che bussa, è il Signore che ha fame, è il Signore che ha bisogno di aiuto per pagare le bollette. Se qualche volta questo Signore si rivela un po’ furbo, insistente… ci fa arrabbiare, ma nulla e poi nulla ci può far desistere dallo stare con i poveri e dal sentirli come fratelli prediletti e dal donare loro servizi qualificati e dignitosi.

Una grande speranza per il futuro dell’Ordine è che come frati (fratelli) possiamo essere uomini evangelici, radicati nella fede nel Signore, lieti di abitare la sua casa che è la Chiesa, conservando nel cuore la preghiera di amare come Lui ci ama”.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login