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Storia

LEONARDO E IL SACRO MONTE

FERNANDO COVA - 03/02/2012

la pianta di Milano disegnata da Leonardo

Leonardo visse per parecchi anni a Milano, la prima volta dal 1482 al 1499 presso la corte ducale sforzesca. In questo periodo come “pictor et ingeniarius ducalis” fornì consigli per le fortificazioni di Pavia, Vigevano e Milano. Sono anni durante i quali realizzò anche una mappa di Milano, città in cui ritornerà nel 1506, con i francesi nuovi signori del ducato, arrivando da Firenze.

Questo soggiorno milanese si prolungherà oltre i tre mesi previsti e, a fasi alterne, fino al 1513.

Nel 1507 realizzò uno studio per la sistemazione dell’Adda ed un progetto per dotare Milano di una via d’acqua che la mettesse in comunicazione con il lago di Como e con i valichi alpini dello Spluga e dell’Engadina.

Nel 1509 fece degli studi geologici delle valli lombarde. Essendosi dedicato ad uno studio sulle fortificazioni dello Stato, è ipotizzabile che abbia esaminato anche la nostra zona, pur non essendo, allora, una zona di confine.

Un’altra ipotesi storico-fantastica sulla presenza di Leonardo nelle nostre zone, è quella avanzata dal professor Vezzosi, direttore del “Museo Ideale di Leonardo” a Vinci, che localizza la zona dei laghi della Lombardia nord-ovest per gli esperimenti di volo effettuati dal “genio”.

Se dubbi possono esserci sulla sua certa presenza, esiste tuttavia documentazione che attesta che la nostra zona non gli era sconosciuta. Scrive infatti nelle “Facezie”: “L’arciprete e lo sparviero.

Facezia dell’arciprete di Sancta Maria del Monte, che sta a Varese, che fu mandato legato al Duca ‘n iscambio d’uno sparviere”.

Leonardo allude ad una facezia di Lodovico Carbone (1430-1485) che narra che il duca di Ferrara aveva chiesto un giorno al podestà di Carpaneto (Modena) uno sparviero. La richiesta era stata formulata in latino: “Capias accipitrem et mitte nobis ligatum in sacculo ne aufugiat” (Cattura uno sparviero e mandacelo legato in un sacco perché non fugga). Il podestà che non conosceva bene il latino ritenne che accipitrem significasse “arciprete”. Arrestò, dunque, l’arciprete e messolo in un sacco lo portò a Ferrara.

Quali potrebbero essere mai le motivazioni per cui il Sacro Monte di Varese gli era noto? Si possono formulare le seguenti ipotesi: che sia venuto in visita; che abbia appreso la notizia in casa Sforza, notoriamente legata e devota al Sacro Monte; che lo abbia appreso da artisti che operavano sia al Sacro Monte sia a Milano.

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