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Storia

IL BARONE DI LISSAGO

SERGIO REDAELLI - 16/06/2016

 

La certezza matematica che si tratti proprio del barone Giuseppe Baroffio Dall’Aglio e della moglie Anna Maria Epis non c’è, nel senso che non sono noti documenti anagrafici con le fotografie che ne attestino ufficialmente l’identità; ma i due ritratti recuperati in un armadio della scuola materna di via San Carlo a Lissago sono stati riconosciuti dall’ex alunna Rosangela Ossola che da bambina li vide appesi alla parete dell’aula in cui imparava a leggere e a scrivere: così, dato finalmente un volto ai benefattori cui è intitolato l’asilo, i festeggiamenti possono finalmente cominciare.

Per il centenario della scuola dell’infanzia A.M. e G. Baroffio Dall’Aglio, nata il 10 settembre 1916 e tuttora operativa, sono in programma per settembre una serie di eventi. L’ex allieva Rosangela Ossola, 85 anni, ex insegnante elementare in pensione dal 1981, sposata, madre di due figli e nonna di due nipoti, non ha dubbi: “Ricordo bene i due quadri appesi alle mie spalle nell’aula scolastica alla fine degli anni Trenta – dice – le suore ci spiegarono che si trattava del fondatore dell’asilo e della moglie. Rivederli è stata un’emozione”.

I ritratti sono stati sempre conservati a scuola, prima in classe, poi nell’alloggio delle suore di Santa Maria di Vercelli che hanno gestito l’asilo dal 1935 al 1998 (l’ultima – suor Lucia – lasciò l’istituto alla vigilia del nuovo millennio); infine sono stati restaurati da Nanni Molè, una professionista del settore, madre di due bimbi che hanno frequentato l’asilo. Quando la custode ha lasciato l’appartamento nel 2010, gli spazi rimasti liberi sono stati utilizzati per la didattica e per l’ufficio, alle cui pareti i due ritratti sono ora appesi in perfetto stato di conservazione.

La costruzione delle “scuole nuove” destinate ad ospitare l’asilo infantile e la scuola elementare di Lissago (allora in provincia di Como) risale al 15 agosto 1906. L’edificio fu inaugurato nel 1913 e tre anni più tardi una delibera della Congregazione di Carità ne sancì ufficialmente la nascita; ma fu solo in seguito al lascito effettuato nel marzo del 1931 dalla baronessa Anna Maria Epis per onorare la memoria del marito Giuseppe Baroffio Dall’Aglio, morto nel 1929, che l’asilo fu trasformato in ente morale. Da allora l’istituto materno è intitolato ai coniugi.

Si diceva delle feste di settembre. Per l’evento sarà pronto un libro sulla storia della scuola con i risultati di una ricerca svolta nell’Archivio di Stato di Varese: “Fra le altre curiosità – spiega l’architetto Alessandra Galli, vicepresidente del cda della Fondazione e responsabile dell’associazione della scuola materna – abbiamo trovato la copia dell’atto d’acquisto del terreno da parte del Comune di Lissago firmato dal barone Baroffio, che abitava a Villa Cornelia di Azzate ed era sindaco del Comune di Lissago. Lo è rimasto per quasi quaranta anni, dal 1888 al 1927”.

Alla stesura del libro del centenario hanno collaborato Annalisa Ricardi, presidente della Fondazione Scuola Materna Dall’Aglio, l’ente che gestisce l’istituto, Alessandra Galli, l’ex docente Stefania Rossi e Rosangela Ossola, che di recente ha pubblicato il volume “Lissago e dintorni – Una storia per non dimenticare” (Pietro Macchione Editore). Il 18 settembre si terranno laboratori per bambini e ragazzi, uno spettacolo, concerti e altre iniziative didattiche nei giorni seguenti.

Intanto il 6 giugno gli scolari hanno fatto visita al Museo Baroffio di Santa Maria del Monte portando in dono alla conservatrice Laura Marazzi una copia dei ritratti eseguiti dal fotografo Marino Fantoni di Azzate. Fu ancora il barone-sindaco di Lissago, infatti, a lasciare il proprio patrimonio al santuario per costruire il museo, inaugurato nel 1936 e riaperto nel 2002 dopo i restauri voluti dall’arciprete Pasquale Macchi.

Nato a Brescia nel 1859, Giuseppe Baroffio fu nobile per vocazione più che per nascita: acquisì nel 1898 il titolo aristocratico e ottenne di aggiungere, al proprio, il casato dell’estinta famiglia Dall’Aglio. Si sposò a sessantuno anni con la coetanea Anna Maria Epis e non abitò mai al Sacro Monte, ma vi è sepolto nella cappella costruita all’inizio degli anni Venti nel nuovo cimitero insieme ai genitori, al patrigno Decio Arrigoni e alla moglie. Una lapide lo ricorda commendatore dell’ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, dell’ordine di Danilo I del Montenegro e console d’Albania a Venezia.

Per quasi mezzo secolo sindaco di Lissago prima che il borgo venisse aggregato a Varese, fu il primo podestà nominato in provincia, decano dei sindaci italiani e benefattore non occasionale dato che per quattordici anni presiedette la congregazione di carità di Azzate. Nel 1932, in seguito alla scomparsa della consorte e al cessato usufrutto dei beni, allora stimati intorno ai due milioni e mezzo di lire, si poterono attuare le disposizioni testamentarie con l’avvio dei lavori per la costruzione, vicino alla chiesa di Santa Maria del Monte, del museo a lui intitolato.

In vista dei festeggiamenti a Lissago, l’architetto Galli invita gli ex allievi che avessero fotografie, ricordi e altro materiale ad inviarne la scansione o una email a: a.scuola.materna@alice.it oppure alla pagina
www.facebook.com/Associazione-Pro-Scuola-Materna, Lissago.

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