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Opinioni

BREXIT, OPPORTUNITÀ PER VARESE

ALESSANDRO CECCOLI - 07/07/2016

Nuove opportunità per il dopo Expo?

Nuove opportunità per il dopo Expo?

Cameron passerà alla storia come l’artefice del grande pasticcio. Per maldestro abuso di furbizia ha quasi eguagliato il collega Tsipras, ma mentre quest’ultimo si è esibito in un plateale dietrofront, per Cameron, che aveva indetto il referendum per regolare faide interne al suo partito, ci sono le dimissioni e l’onta di non aver onorato la parola data agli alleati europei: in caso di sconfitta aveva promesso che avrebbe subito invocato l’articolo 50 del Trattato di Lisbona per la risoluzione dell’appartenenza all’EU.

Grazie a lui, per un pugno di voti, circa seicentocinquantamila, in un referendum consultivo e sottolineo consultivo, cinquecento milioni di cittadini europei sono rimasti ostaggio della speculazione che ha bruciato in un giorno 637 miliardi di euro, circa il 4% del Pil globale. Tutto questo ignorando la recessione, che s’innescherà in nome del ridicolo concetto di “sovranità” in salsa populista, e il rischio dell’evaporazione della Gran Bretagna con l’abbandono di Scozia e Irlanda del Nord interessate a rimanere in Europa. I sostenitori del Leave hanno fantasticato di avere indietro il loro Paese, senza sapere che l’indietro non esiste e che l’unica possibilità è l’avanti, ed essere efficienti nella competizione globale.

Ma per Varese, tanto lontana da Londra, ci potrebbe essere un’opportunità?

Giuseppe Sala neo Sindaco di Milano è già partito all’attacco mettendo in agenda una serie di appuntamenti a Londra per incontrare il presidente dell’Autorità bancaria europea (Eba) e il presidente dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema). L’obiettivo è proporre come sede per le due istituzioni, in luogo della capitale londinese, il futuro parco tecnologico del dopo Expo. Ovviamente non vogliamo affermare che Varese possa avere voce in trattative a seguito del Brexit, o avere come Milano consulenti del calibro di Emma Bonino, ma potrebbe lavorare di fino e di rimessa con la capitale lombarda e col tessuto industriale varesino per inserirsi nella strategia del dopo Expo.

Punto focale di questa strategia sono i collegamenti: svincolo autostradale, riduzione drastica del tempo di percorrenza collegamenti ferroviari sulla linea Parco Tecnologico – Milano, Fibra e reti internet di ultima generazione. Tutto ciò diventerà ancora più importante e determinante per lo sviluppo della nostra città se nell’area dell’Human Technopol di Rho si creerà, con partner del calibro di Ibm e Nokia, il Watson Healt Center che si occuperà di sanità e se nella stessa sarà istituito, come sembra voglia ottenere il governo in Europa, una Zona economica speciale (Zes). Cioè un’area dove le aziende, specialmente straniere, possano insediarsi fruendo di vantaggi doganali/fiscali e semplificazioni normative. Dunque l’ordine del giorno dovrebbe essere liberarsi dall’isolamento e dal pressappochismo generati dalla cultura leghista, mettere ordine negli investimenti, tra cui Piazza Repubblica con l’inutile trasferimento della biblioteca, avendo in mente un disegno di sviluppo e non delle scelte episodiche e frammentarie, alla luce della semplice constatazione che il mondo è cambiato e non è più il tempo di rimanere prigionieri di slogan.

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