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In Confidenza

IL CARISMA VINCENZIANO

Don ERMINIO VILLA - 29/07/2016

S. Giovanna Antida Thouret

S. Giovanna Antida Thouret

Il carisma specifico di carità della Congregazione delle Suore di Carità (dette di S. Giovanna Antida Thouret) è il servizio dei bisognosi e dei sofferenti nella forma dell’istruzione dei giovani, della cura dei malati, dell’assistenza dei poveri, di cui tanto necessita anche l’attuale società.

Un autentico e fruttuoso rinnovamento anche di questo Istituto religioso chiede lo sforzo di costante fedeltà all’ispirazione originaria della Madre Fondatrice (1765-1826), proclamata santa da Pio XI nel 1934, così potrà rivivere, nelle mutate condizioni storiche e culturali, il carisma vincenziano degli inizi, ispirato a San Vincenzo de’ Paoli.

La vocazione ricevuta dal Signore per il bene della Chiesa è quella di evangelizzare i poveri aiutandoli a crescere come esseri umani e come figli di Dio. Si tratta di una forma privilegiata di apostolato, che spinge a vedere nelle persone soggette ad antiche e nuove povertà il volto stesso del Cristo sofferente.

È, questa, una testimonianza che si rivela particolarmente efficace nei confronti degli uomini e delle donne del nostro tempo, sensibili più che alle dotte affermazioni sulla paternità di Dio, ai segni concreti della sua presenza nella loro vita.

Col comportamento, con le parole, con ogni scelta si può offrire a chi viene avvicinato o si avvicina la possibilità di fare un’esperienza in qualche modo immediata e personale della sollecitudine amorevole di Dio.

Una simile testimonianza, per essere autentica, ha bisogno di rigenerarsi continuamente alle sorgenti della grazia con la linfa della preghiera e della vita spirituale. Il quotidiano contatto con Dio deve animare, pertanto, incessantemente il servizio così che esso possa esprimersi in una sovrabbondanza di carità capace di espandersi quasi naturalmente verso i fratelli.

“Dio solo!”: questo è il motto lasciato in eredità da santa Giovanna Antida, in un’ora cruciale per la storia della Chiesa in Francia ed in Europa. Poiché, tuttavia, Dio è Amore (1 Gv 4,8), in quel motto è compresa l’esigenza di vivere in pienezza la carità, principio che sospinge e rende feconda l’evangelizzazione.

Anche con la testimonianza della carità si può dar corpo alla grande sfida della nuova evangelizzazione, alla quale è chiamata la Chiesa intera.

La povertà evangelica e la semplicità d’animo continuino a contraddistinguere lo stile normale di vita di queste religiose, così da entrare in familiare confidenza con i piccoli e i poveri, nelle opere di apostolato cui si dedicano principalmente, che sono l’istruzione scolastica e l’educazione cristiana della gioventù, l’assistenza ai carcerati e, in generale, l’animazione della vita parrocchiale.

Dobbiamo essere grati a queste religiose per l’esempio, offerto anche alla nostra generazione, di una vita tutta dedita al servizio di Dio e dei fratelli e, proprio per questo, capace di attirare le giovani di oggi, assetate quanto quelle di ieri di ideali autentici per cui spendere la propria esistenza.

Maria Santissima, che condivise con Cristo la povertà di Betlemme, di Nazaret e del Calvario, doni il pieno distacco dalle cose e da noi stessi, per essere tutti di Dio e tutti per i fratelli.

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