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Incontri

DUE CITTÀ, UN OSPEDALE

GUIDO BONOLDI - 16/09/2016

Gli ospedali di Busto e Gallarate

Gli ospedali di Busto e Gallarate

Venerdì 9 settembre il presidente Roberto Maroni ha dato l’annuncio ufficiale: il nuovo ospedale di Busto e Gallarate si farà; dovrà essere, ha detto Maroni, “una struttura di eccellenza in Europa, innovativa sia dal punto di vista tecnico che ambientale ed accogliente per le persone che soffrono”.

È l’annuncio che in tanti aspettavamo e che avvia un percorso di progettazione e realizzazione del nuovo ospedale che si preannuncia entusiasmante ed impegnativo.


In questi ultimi anni in Lombardia sono stati costruiti diversi nuovi ospedali: Varese, Legnano, Como, Garbagnate, Bergamo, Niguarda; ma in questo caso non si tratta solo della sostituzione di un vecchio ospedale con uno nuovo, bensì della unificazione in una nuova sede di due ospedali di due diverse città, ospedali che fino a pochi mesi fa costituivano il presidio principale di due diverse aziende ospedaliere, del tutto indipendenti una dall’altra e per certi versi anche in competizione tra loro.

Risulta significativo dal punto di vista culturale il fatto che sia Antonelli, sindaco di Busto Arsizio, che Cassani, sindaco di Gallarate, abbiano richiesto concordemente al presidente Maroni la costruzione di un nuovo ospedale unico, dimostrando così di essere liberi dai particolarismi che così spesso condizionano la politica del nostro paese.
Pochi giorni prima della visita di Maroni si è svolto un incontro informale tra il sindaco Antonelli e più di venti primari ospedalieri dei due nosocomi.
Tutti i primari che hanno preso la parola durante la riunione hanno manifestato il loro più completo accordo rispetto all’ipotesi “nuovo ospedale”, ipotesi che di lì a pochi giorni sarebbe diventata una decisione politica espressa dalla massima autorità regionale.

Una nuova sede tecnologicamente avanzata potenzierà l’integrazione funzionale tra le diverse unità operative, che rappresentano gli elementi fondamentali in cui si articola l’organizzazione ospedaliera. 
Ma rimarrà sempre e comunque decisivo il clima umano che noi operatori sanitari sapremo creare, affinché il nuovo ospedale possa essere non solo efficiente e confortevole dal punto di vista ambientale ma anche accogliente nei confronti delle persone che soffrono.

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