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Attualità

LA PEDONALITÀ VA DIFESA

OVIDIO CAZZOLA - 22/09/2016

strisceIl tragico investimento di una giovanissima qualche sera fa, mentre attraversava sulle strisce pedonali un viale frequentato di Varese, pone con assoluta urgenza la necessità che sia contrastata la mobilità veicolare e sia difesa la pedonalità.

Occorre con rapidità di decisioni affrontare in ogni modo l’attuale imperio dei veicoli, riducendo le velocità inaccettabilmente consentite, modificando finalmente la segnaletica poverissima che indica gli attraversamenti pedonali, illuminandoli con luce intensa, segnalandone in anticipo la presenza con idonei lampeggianti. Creando spartitraffico difensivi dei pedoni sui loro percorsi.

La mobilità veicolare è cresciuta, nella zona centrale e semiperiferica, su tracciati stradali con le dimensioni e la consistenza derivante da una storia di mobilità lenta. Oggi ai veicoli viene progressivamente garantito su questi vecchi tracciati ogni spazio possibile per quanto riguarda le corsie a semplice o a doppio senso e i parcheggi a margine. La pedonalità è stata trascurata. I marciapiedi, indifesi, spesso mal tenuti, sono di larghezza ristretta, insufficiente a volte persino al transito dei mezzi usati dalle persone disabili.

Anche la crescita a tutti evidente del desiderio di usare la bicicletta espone molti a rischi di investimento come le tragiche notizie di ogni giorno, a questo riguardo, ci dicono.

Occorre evidentemente, senza ritardi, un radicale cambiamento di mentalità e,quindi, di attenzione per una adeguata riorganizzazione della città.

Si propongono, anche in questi giorni, nuovi collegamenti ciclabili di connessione fra le piste turistiche esistenti che valorizzerebbero la godibilità del nostro territorio e dei nostri laghi. Sono progetti da condividere, anche questi sostenuti dal desiderio di limitare l’uso dell’automobile e di immergersi nella nostra meravigliosa natura.

Ma nella città occorre affrontare problemi diversi e più difficili. Occorre diffusamente assicurare una mobilità pedonale protetta da assicurare agli anziani che desiderano incontrarsi e fare gli acquisti quotidiani, ai bambini che vanno a scuola. Questo richiede una revisione radicale dell’attuale organizzazione della città e una riconsiderazione del sistema esistente del trasporto pubblico.

Il Piano di governo del territorio in vigore deve essere reimpostato. Non si tratta di effettuare soltanto limitati aggiornamenti normativi. Si tratta di ripensarlo fondandolo su una diversa concezione della città.

Nell’immediato dopoguerra, negli anni ’50 e ’60 in particolare, uno sciagurato Piano regolatore faceva seguito alla soppressione delle tramvie e all’introduzione degli autobus, per consentire una espansione edificatoria diffusa fra gli assi storici della città.

Con previsioni demografiche del tutto incredibili conseguenti, per centinaia di migliaia di abitanti.

Negli anni seguenti abbiamo cominciato a ragionare e nell’ultimo decennio del ‘900 Il Piano Regolatore considerava finalmente una realtà che diversamente doveva essere affrontata. Dal riconoscimento della città reale estesa ai Comuni sulle sponde del lago e nelle valli, con i quali avviare una collaborazione rispettosa e concreta; alla riconsiderazione del sistema del trasporto pubblico con l’ipotesi di una tramvia dorsale e un diverso ruolo cittadino delle ferrovie esistenti ancora bloccate alle condizioni del loro impianto ottocentesco.

Questa prospettiva di impegno è sostanzialmente ancora disattesa. La revisione del PGT dovrà affrontare la riorganizzazione complessiva della città e il rapporto con i Comuni della Città reale.

La riorganizzazione urbana del Capoluogo e delle sue immediate adiacenze ormai aggregate, appartenenti ad altri Comuni, ha riflesso immediato sulla vita dei cittadini. Questo significa che bisogna andare ben oltre il rispetto, da confermare, delle castellanze storiche e dei nuclei storici dei Comuni accorpati a Varese nel 1927 previste dall’attuale PGT. Occorre individuare ulteriori centralità urbane significative, costituite soprattutto dai complessi di servizio educativo, religioso, di verde pubblico esistenti o da realizzare.

Queste le nuove polarità vanno rafforzate con integrazioni al servizio dei cittadini per la quotidianità di acquisti di chi non può usare l’automobile per raggiungere il supermercato.

Garantendo percorsi protetti, viali alberati ove possibile per una piacevole passeggiata seguita da una sosta gradevole e favorevole all’incontro in una città che favorisca le relazioni sociali, quindi la partecipazione contro ogni emarginazione.

La revisione dell’attuale PGT, che non ha affrontato questi problemi strategici, è quindi raccomandabile se guidata dall’impegno a non perdersi in una prevalente attenzione per le superfici e le cubature, le perequazioni e le compensazioni che tuttavia, certamente, dovranno essere considerate.

Ma parallelamente vanno affrontati i problemi della mobilità, con le urgenze ricordate, che dovranno seguire un percorso di elaborazione proprio, certo non autonomo, ma di rapida incidenza su una situazione non più sostenibile.

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