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Società

BENEMERENZA SENZA FRONTIERE

LIVIO GHIRINGHELLI - 11/02/2012

Nella Caritas in veritate Benedetto XVI (cap. III) sollecita un orientamento culturale personalista e comunitario, aperto alla trascendenza, del processo di integrazione planetaria, mentre depreca che nei riguardi della globalizzazione si notino atteggiamenti fatalistici, come se le dinamiche in atto fossero prodotte da anonime forze impersonali e da strutture indipendenti dalla volontà umana. Certo nei confronti del cosiddetto Terzo Mondo non ci si può accontentare della filantropia dei popoli sviluppati. Questa risulta estremamente inadeguata e micragnosa, o disattesa, specie in questi momenti di grave crisi internazionale determinata dalla logica del mero profitto disancorata dall’etica e prodotta da un livello insopportabile di finanziarizzazione speculativa dell’economia. Tanto più con forza pertanto la lettura dell’ultimo bilancio di Medici Senza Frontiere (MSF) Italia, ONG e ONLUS, si impone all’attenzione in termini di presenza sui contesti più preoccupanti di emergenza determinati da conflitti, catastrofi naturali o epidemie, intesa com’è l’organizzazione a garantire gratuitamente il diritto inalienabile alla salute, senza discriminazione alcuna di carattere razziale, religioso, culturale o politico, in un clima di neutralità e di completa imparzialità.

Fondata la Casa madre a Parigi nel 1971 da un gruppo di medici e di giornalisti, la Sezione italiana di MSF ha avuto origine nel 1993. Alla promozione sempre più vasta e diffusa di tecniche mediche si è accompagnata un’attività di denuncia dei soprusi politici, economici e culturali. Agli interventi capillari di emergenza ha fatto spesso seguito il consolidamento delle strutture, una sperimentazione logistica accurata e l’estensione dell’azione grazie alle unità mobili.

MSF è un’organizzazione privata a carattere internazionale, gode di assoluta indipendenza; l’età media degli operatori si attesta sui quarant’anni e per quanto concerne la sezione italiana gestisce direttamente progetti ad Haiti (per lunga consuetudine), Iraq, Ucraina, Niger, Colombia, registrando nel 2010 l’attività di 338 nostri connazionali in giro per il mondo. Ultimamente si è occupata anche dell’immigrazione nel nostro paese, assistendo i rifugiati (vedi gli sbarchi sull’isola di Lampedusa).

Il 95% dei fondi proviene da fonti private (oltre 3,7 milioni i donatori). 55,8 milioni di euro sono affluiti nel 2010 con un incremento del 37% a causa soprattutto del terremoto e dell’epidemia di colera ad Haiti, eventi di notevole risonanza mediatica. Nella raccolta del 5 x mille, MSF figura come la prima organizzazione beneficiaria. Il 79% dei fondi è stato destinato a finanziare progetti di soccorso medico, il 3% dei proventi è stato devoluto a riserve, il 18% per raccolta fondi, per le attività di comunicazione e sensibilizzazione, per il supporto alle operazioni e per le spese generali di gestione (importo complessivo di 9,8 milioni di euro). E sono state stabilite soglie massime di fondi accettabili per singoli progetti.

Di tutta evidenza l’importanza del contrasto alla malnutrizione con deficit di difesa immunitaria, problema cronico ad esempio del Niger, grazie a cibi terapeutici pronti all’uso, l’utilizzo di un nuovo vaccino contro la meningite A, la campagna in Ucraina contro la TBC coinfettata con l’HIV. Ma vasto è il flagello delle infezioni combattute: HIV/AIDS, colera, morbillo, malaria, poliomielite, febbri emorragiche, tripanosomiasi, morbo di Chagas (malattia parassitaria trasmessa dalla vinchuca, insetto ematofago), dengue, leishmaniosi viscerale (febbre nera) e lungo ancora sarebbe l’elenco dei morbi.

All’attivo soprattutto le innovazioni in campo medico, la campagna per l’accesso ai farmaci essenziali, l’assistenza ai pazienti in detenzione, ma ci si è data cura delle persone senza tetto, del rifornimento viveri, di cure ambulatoriali alternative al ricovero.

Alla base i principi deontologici previsti dalla professione e una grande carica di umanità. Nella nostra società affetta dal culto dell’interesse, dell’apparenza, dell’egoismo, ecco una minoranza, anonima, che fa dell’abnegazione e dell’amore del prossimo un costume quotidiano, riparatore.

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