Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Chiesa

PADRE PIROLA, UN MAESTRO

ANGELO RUGGERI e SALVATORE D'ALBERGO - 11/02/2012

A due anni dalla scomparsa di Padre Giuseppe Pirola (frate gesuita, insegnante di filosofia, presente per vent’anni a Gallarate), le circostanze di crisi universale delle classi dirigenti dentro la crisi della democrazia in cui lo ricordiamo, sono tali da mettere ancor più in luce il suo pensiero destinato a lasciare un’impronta indelebile nella storia religiosa, civile, politica e sociale del Paese.

La sua umana pienezza, franca e del tutto scevra e contraria ad ogni ipocrisia. La sua figura retta, lucida, di grande maestro di filosofia e di vita, intransigente con la mediocrità, ma sempre comprensivo, disponibile e informato sulle vicende che ci circondano. La sua personalità eccelsa di “intellettuale organico” al “terzo”, per cui, diceva, restiamo fermi sulla critica da esercitarsi quotidianamente. E che come per Marx, non è uno sfogo di un intellettuale arrabbiato e impotente, pertinace o stanco, ma – tra “destra”, “centro” e “sinistra” – è la scelta di essere “organico” al “terzo”, per dare voce a chi non ha voce, non perché non ce l’ha di natura ma perché gliela hanno tolta.

La più grave e acuta situazione di crisi culturale e morale, politica e sociale di oggi, è tale da far riemergere ancor più le sue doti così complesse e acute, come possono testimoniare tutti quelli che hanno saputo capirlo. E soprattutto chi dal 1977, data di fondazione della rivista “Fenomenologia e società” (di cui oggi sarebbero quarantacinque anni), può richiamare le cose che ha detto. Il suo irrecusabile impegno e i contributi critici con cui ha saputo mettere a fuoco i temi collegabili al Suo apostolato e alla storia sociale, di comunità oltre che di singoli credenti.

Oggi hanno e troverebbero ancor più corrispondenza i suoi ininterrotti interventi nei dibattiti politico-culturali anche del mondo “laico”. Gli apporti teorici, frutto della sua immensa cultura, su tutti i temi e tutti collegabili tra loro, nel solco della storia sociale. Dalle questioni delle radici del cristianesimo a quelle del pluralismo, con particolare riguardo ai rapporti tra teologia ed eresia, alle alternative tra tolleranza e libertà.

È nel contesto di tale approccio che Padre Pirola ha preso posizione sugli aspetti anche più immediati del riverbero delle questioni teoriche sui rapporti tra potere religioso e civile. Come a proposito di identità e cultura nel rapporto tra Cristianesimo ed Europa; e sulle confluenze con il marxismo nell’analisi del processo storico di liberazione degli uomini, col dialogo “serio”- come ha ricordato Lui – tra cattolici e marxisti, chiarito che “la critica di Marx non era ateismo”. Dialogo oggi difficile “perché i marxisti o meglio marxiani con cui ho lavorato una vita, figure esemplari di uomini onesti quanto poveri per sobrietà di vita, sono spariti”. E gli ex comunisti sono diventati tutti… cardinali …sostituendo le sedie alle idee proprie e alla critica: “che Compagnia, né di Gesù né di Marx”.

Per capire e omaggiare padre Pirola, occorre rifarsi al ruolo da lui assegnato all’analisi “storica”. Dai suoi studi sulla origine della modernità e sul confronto tra “l’umanesimo” di Erasmo e il “liberalismo” di Lutero, agli studi su Tommaso, su Agostino, su Bloch, sul marxismo, il tomista Pirola ha spiegato i nessi tra l’uomo e la comunità. E con ciò la necessità di interpretare per “viverlo”, il rinnovamento anche della Chiesa e della vita cristiana, nel senso indicato dal Concilio Vaticano II. Cioè della razionalità di un’analisi del processo storico di cui, da storico della teologia, si è dimostrato capace anche Benedetto XVI, e per la quale è utile ripercorrere la trama sviluppata da Pirola su Fenomenologia e società.

Angelo Ruggeri e Salvatore d’Albergo

(Comunità di ricerca di padre Pirola)

 

 

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login