Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

In Confidenza

FIDARSI

Don ERMINIO VILLA - 02/12/2016

gioiaC’è un piacere del credere (“beati quelli che crederanno”) e del credere insieme; c’è un piacere nel seguire Cristo, non solo rinuncia, sacrificio, mortificazione. “Piacere” è una parola inusuale nel nostro linguaggio ecclesiastico; per secoli abbiamo sospettato che Dio non fosse amico della gioia, ma del sacrificio.

Liberiamoci da questa idea: il piacere è un dono di Dio, una porta per la felicità. Per capire quali sono i piaceri che fanno male e precludono la strada della felicità c’è un criterio discriminante semplice: fa male quella fetta di piaceri che sono senza amore e che vanno contro l’amore (droga, alcolismo, sesso a pagamento, affermazione di sé). E si sente benissimo nel cuore quando in un comportamento manca l’amore. Allora il piacere appassisce in fretta, perché dura ciò che vale e vale ciò che dura.

Gesù nel Vangelo racconta un Dio che ama la vita, gode del profumo di Betania e del vino di Cana, un Dio che dà il piacere di vivere! La fede non è solo un’offerta di senso, ma anche un’offerta di benessere e di armonia, un accrescimento del gusto di vivere.

Credere fa bene. Fidarsi di Dio è una festa. “Nella mia vita – scrive Papa Francesco – vorrei solo riuscire a trasmettere a qualcuno un po’ di libertà e di speranza” [Evangelii Gaudium, 271].

È quello che faceva Gesù: chi più libero di lui? Chi accendeva speranze più grandi? Ci hanno detto in passato: sei casa di Dio se conservi l’innocenza, o se osservi gli insegnamenti della dottrina o la morale… Tutte cose ottime. Ma la lettera agli Ebrei sceglie altre pietre d’angolo per la casa di Dio: “La sua casa siamo noi se conserviamo la libertà e la speranza” (Eb 3,6).

C’è qualcosa di più importante che essere casa, tempio, santuario, grembo di Dio nel mondo? Aiutarlo ad incarnarsi ancora in queste strade e in questi paesi? Ebbene, Dio edifica la sua casa con uomini e donne che emanano libertà e speranza!

E noi, le nostre parrocchie che cosa trasmettono alla città degli uomini? Brillano di speranza e libertà o sono afflitte dal facile conformismo, dalla continua lamentela, dalla critica pungente, dal pettegolezzo sterile, dalla condanna impietosa?

La nostra speranza è la testarda fedeltà a Dio di cui continuiamo a fidarci, nonostante tutto.

Speranza è coltivare nel presente un buon futuro.

Ciò che conforta e consola il mondo è una speranza, che sta al centro del Vangelo: è possibile per tutti una vita buona, bella, beata e Gesù ne conosce il segreto!

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login