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Attualità

RIVOLUZIONE DELLA MOBILITÀ

CESARE CHIERICATI - 16/12/2016

Dal supplemento al Corriere del Ticino (11/12/2016)

Dal supplemento al Corriere del Ticino (11/12/2016)

Da domenica 11 dicembre 2016 nella galleria più lunga del mondo, l’Alptransit, (57 chilometri senza alcuna pendenza) i treni merci e passeggeri viaggiano quotidianamente. Fra il Nord e il sud delle Alpi, ovvero fra Zurigo/Basilea e Milano i tempi di percorrenza si riducono (20 -30 minuti) e ancor più si ridurranno dal 2020 quando entrerà in funzione il tunnel di base del Monte Ceneri che consentirà di fatto anche la creazione di una metropolitana a cielo aperto che abbatterà le distanze tra i principali centri ticinesi (Bellinzona, Locarno, Lugano) e rispettivamente tra queste stesse città e Varese, Como, Lecco.

Alla luce di questa nuova realtà già in buona parte operativa (65 treni passeggeri al giorno previsti nel mega tunnel a una velocità media di 200 chilometri l’ora più 210 treni merci) assumono vitale importanza per la città giardino il tormentato completamento della bretella Arcisate – Stabio e l’adeguamento funzionale della stazioni, avviato dall’amministrazione Galimberti dopo il sostanziale disimpegno delle precedenti amministrazioni, ma in attesa dei finanziamenti necessari.

Un appuntamento che non si può assolutamente mancare. Toglierà infatti Varese dal suo storico isolamento ferroviario proiettandola finalmente in una dimensione internazionale e in una dimensione metropolitana insubrica. In quest’ultima ottica risulteranno più agevoli e produttivi i legami economici e culturali con città oggi raggiungibili solo su gomma attraverso arterie ormai prossime al collasso.

Alptransit e il metrò prealpino porteranno due ordini di vantaggi: da Lugano, via Varese, sarà possibile raggiungere Malpensa, una volta realizzata la bretellina tra il Terminal 2 e la stazione di Gallarate. Ci si potrà anche inserire in un’altra storica direttrice, quella del Sempione, che porta nel Vallese, a Losanna e Ginevra e di qui, col Tgv francese, a Parigi. Una concreta prospettiva di sviluppo e di crescita anche locale. Nel 2020 con il completamento di Alptransit fino a Lugano e la nascita del metrò insubrico, avverrà una rivoluzione vera e propria della mobilità locale. Ne è certo l’amministratore delegato delle Ferrovie federali svizzere Andreas Meyer. “A mio avviso in futuro treno e auto saranno complementari – ha dichiarato al Corriere del Ticino – la ferrovia amplificherà il suo ruolo di colonna portante della mobilità e attorno ad essa si combineranno gli altri vettori di trasporto, bus, auto e taxi. In Ticino la stazioni di Bellinzona e Lugano, per esempio, diventeranno nodi di mobilità intermodale dove ai clienti potranno essere offerte soluzioni di trasporto su misura, grazie anche alla digitalizzazione e all’analisi dei dati”.

Una strada obbligata ovviamente anche per Como e Varese, e in genere per tutta la mobilità interurbana se non si vuole arrivare alla paralisi completa del traffico stradale con ulteriori e sempre più gravi ricadute negative ambientali ed energetiche. Tanto per rimanere sull’uscio di casa è impensabile che l’ingente traffico quotidiano generato dai frontalieri possa continuare all’infinito all’insegna di un individualismo automobilistico oggi imposto dalla mancanza di strutture pubbliche e private alternative.

È chiaro che con l’Arcisate – Stabio in funzione e con la necessaria disponibilità dell’imprenditoria ticinese ad organizzare, nelle stazioni di sosta, navette di trasporto da e per le aziende (o gruppi di aziende contigue) il quadro della mobilità è destinato a mutare in meglio. Non facciamoci tuttavia illusioni. Liberarsi dalla cultura totalizzante delle quattro ruote sarà un percorso lungo e faticoso perché rompere un modello di consumo consolidato non è mai cosa semplice, nonostante le sue evidenti irrazionalità.

 

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