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Attualità

BUONSENSO A TERRA

ANTONIO MAGATTI - 16/12/2016

malpensaQui non è questione d’essere dalla parte del sì o del no. È questione d’essere dalla parte del buonsenso. Il buonsenso dice che agl’italiani non importa un’Italia più centralista o meno. Non più federalista o meno. Gl’importa un’Italia semplicemente, efficacemente ed economicamente frequentabile, percorribile, vivibile. Se possibile, più e meglio di quanto lo sia oggi. E non peggio e meno, come invece in taluni casi potrebbe accadere.

Uno di questi casi ci riguarda da vicino. La storia è la seguente. Se le notizie troveranno conferma, dalla primavera ventura (inizio di aprile) la compagnia aerea Easy jet, senz’altro benemerita per i tanti servizi che nel settore offre, eliminerà i voli su Roma da Malpensa. La conseguenza sarà che Alitalia ritornerà ad essere monopolista sulla tratta (come trent’anni fa: in quest’epoca è di moda ritornare al passato, vedi recente verdetto referendario).

Ne deriverà un aumento dei prezzi, che già oggi non si segnalano per la loro convenienza, e semmai per il contrario. Si profila un esborso, per dirigersi da Malpensa nella capitale e tornare indietro, non inferiore (e forse superiore) a quello richiesto da un “low cost” per raggiungere New York. Alleluia.

Ora sarebbe interessante, a giovamento di tutti, che qualcuno rispondesse a semplici domandine. Per esempio: come mai il citato volo romano-milanese, ottimamente proposto da una compagnia capace di tener basse le tariffe, verrà abolito? Come mai la politica assiste alla vicenda senza intervenire, a cominciare dalla Regione che potrebbe esercitare quantomeno una moral suasion a non procedere all’operazione, certo svantaggiosa per i cittadini lombardi?

Si potrebbe obiettare che in fondo un’alternativa c’è. Invece dell’aereo, ci si può servire del treno. Sì, però. Però, a proposito di questo servizio, Varese è ferma al passato. Prossimo e remoto. Nella stagione “globale”, i nostri amministratori locali – e i nostri politici nazionali, che a lungo hanno albergato nelle stanze dei bottoni parlamentari e ministeriali – non si allertano riflettendo sul fatto (inaccettabile, clamorosamente inaccettabile) che per dirigersi da Varese stazione Fs a Milano stazione Centrale ci vuole la metà del tempo necessario per sfrecciare da Milano a Roma.

Negli anni Ottanta si sollevavano con indignazione simili obiezioni. Ci risiamo, a terzo millennio inoltrato. Siamo sempre più isolati invece che serviti. Con la sensazione (la certezza?) che a nessuno freghi un tot del nostro destino. Tanto meno a chi viaggia gratis in virtù di bonus istituzionali. Poi ci si lamenta del dilagare populista…

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