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Apologie Paradossali

OLTRE IL “SIC ET NON”

COSTANTE PORTATADINO - 13/01/2017

2017(S) Sic et Non, ma che c’entra Abelardo con il nuovo anno? Anzi, dopo un anno pieno di no, vorrei che fosse un anno di Sì. Che si avverasse almeno un po’ del lungo elenco di desideri che gli ho formulato.

(C) L’anno passato è stato quello del conflitto tra il Sì e il No, vedi i due referendum e un sacco di altri contrasti senza mezzi termini e mi è parso giusto incominciare il nuovo anno con un richiamo ad un pensatore ‘strano’, noto soprattutto per essere stato fautore dell’amore passionale (sarebbe fuori luogo dire ‘romantico’) e per aver affrontato i temi filosofici in modo altrettanto passionale. Una delle sue opere più note, Sic et non, appunto, raccoglie brani scritturistici e teologici contraddittori, almeno in apparenza, per mostrare come nella realtà l’accordo sia tutt’altro che facile quando riguarda le questioni che più interessano la vita personale e sociale. Abelardo non diede soluzioni, come tentò invece Graziano, il fondatore del diritto canonico, scrivendo la Concordia discordantium canonum. Molti di noi si sentono in una condizione simile a quella di Abelardo: non riescono a sciogliere i dubbi a proposito di molte questioni, sociali, politiche e personali, se non con un atto di fede o, ma non è diverso il movente e il risultato, con una scelta individuale reattiva o, come dicono i ben parlanti, autoreferenziale. Noi pretenderemmo dalla vita, personale, sociale o politica, risposte dotate di quella certezza che sembra darci la scienza. Invece abbiamo sempre più a che fare con opinioni altrui spacciate come verità indiscutibili, con banalità imposte a furor di popolo, con disagi veri ridotti a ‘populismo’. Sì e no, dunque, non si fondano su ragioni sufficientemente solide, se questo vale per il passato, figuriamoci quali attese possono essere fondate, perciò quando una stupida data, insignificante in sé, ci fa guardare al futuro, cioè alla nostra libertà, la mescolanza di desideri e di paure diventa un rischio di vera angoscia.

(S) Quanto a paure, il mio elenco sarebbe troppo lungo, te lo risparmio. Altrettanto per quello dei desideri che potrebbe comporre Onirio.

(O) Non è vero, caro Sebastiano Conformi, ne ho uno solo.

(S) Solamente il Direttore ha un solo desiderio, che li assomma tutti, essendo bianco/nero, quindi è il perfetto Sic et Non: la vittoria con la triplice corona: il sesto Scudetto, la Coppa Italia e la Champions Ligue.

(O) Vedi, sono già tre!

(S) Tre in uno, come nella Trinità spiegata dialetticamente da Abelardo.

(C) Basta frizzi! Sentiamo il desiderio di Onirio.

(O) Semplice. Imparare a stare nella realtà, che è l’unico modo per non essere in perenne disaccordo, con gli altri, e anche con se stessi. È l’unico modo per poter dire sì o no a ragion veduta, a qualsiasi cosa, senza aumentare i conflitti con gli altri. Se si realizza il desiderio del Direttore, quanti altri ne soffrono, te compreso? E questo vale praticamente per tutto e per tutti. Vi propongo un metodo: invece di immaginare che cosa chiedere all’anno nuovo, come hanno fatto tutti, riempiendosi la testa di illusioni, impegniamoci noi ad offrire qualcosa di nostro all’anno nuovo. Questo pensiero assomiglia banalmente al famoso detto di Kennedy ‘che cosa posso fare io per il mio Paese’, ma al fondo è molto diverso: non si limita a spostare dall’individuo ad una collettività più vasta il medesimo utilitarismo. Offrire qualcosa di sé al futuro significa migliorare il mondo intero e in più creare relazioni positive anche per sé: è un guadagno per tutti, senza calcolo. Dagli altri, a tua volta, potrai ricevere qualcosa di non atteso, di non calcolato, l’imprevisto, secondo i bellissimi versi di Montale:

 E ora che ne sarà
del mio viaggio?
Troppo accuratamente l’ho studiato
senza saperne nulla. Un imprevisto
è la sola speranza. Ma mi dicono
che è una stoltezza dirselo.
(Eugenio Montale, Satura)

(C) Stoltezza per gli stolti o per i troppo scaltri. Speranza per chi crede. Questo ribalta anche l’interminabile elenco di paure del Conformi e, ammettiamolo, di tutti noi. Potremmo fermarci qui. Non c’è bisogno di rendere noto il proposito di dono all’Anno Nuovo che ciascuno formula nel suo cuoricino, finiremmo per ricadere nello scetticismo, per misurare il valore dell’impegno di ciascuno e per criticarci a vicenda anche nel fare il bene. L’Anno Nuovo, questo goffo 2017, un numero insignificante, spigoloso, persino brutto, che cosa ci chiederebbe se potesse mettersi al nostro posto, invertendo le parti? Un silenzio rispettoso invece della ricerca del clamore mediatico sarebbe già un grosso guadagno. Il 2017, che viene dopo un anno bisesto=funesto e nasce già sospetto per quel 17 in coda, vorrebbe essere ricordato non per una lunga serie di sic>< non, ma per qualche sommesso, silenzioso, imprevisto, sorprendente et+et.

(C) Costante (S) Sebastiano Conformi (O) Onirio Desti

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