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Politica

BINARI GIUSTI

ROBERTO ROTONDO - 13/01/2017

La giunta Galimberti sul piazzale della stazione FFSS

La giunta Galimberti sul piazzale della stazione FFSS

I soldi non sono ancora fisicamente arrivati, ma a ben guardare appare un falso problema quello del bando per l’aggiudicazione dei 18 milioni di euro statali del fondo periferie. Da quei soldi, dipende la sistemazione delle stazioni ferroviarie, alla vigilia dell’apertura della linea per la Svizzera. Una legge approvata in parlamento, di fatto, ha esteso il finanziamento a tutti i Comuni che hanno partecipato al bando; e anche se Varese è giunta al 61esimo posto, un decreto di Palazzo Chigi, in futuro, dovrebbe rendere applicabile per tutti, a scadenze scaglionate, il denaro che complessivamente è di 2,1 miliardi di euro. Si tratta dell’ultimo lascito del renzismo, prima della pausa, chiamiamola così, per la sconfitta referendaria.

La polemica sorta nelle ultime settimane, è alimentata dal fatto che Varese non ha vinto, nel merito, il bando originario. Ma la decisione di premiare tutti, in sostanza, ha reso inutile la graduatoria, che sarà decisiva solo per i tempi di assegnazione delle risorse stanziate. Occorre avere certamente un po’ di prudenza, perché in Italia finché i soldi non li hai in tasca non è bene cantare vittoria, ma francamente non è del tutto giustificata la polemica avanzata da alcune opposizioni sulla sconfitta del comune di Varese. Il merito, se così sarà alla fine, va riscontrato piuttosto nell’essersi accorti che c’era quel bando e nell’aver presentato un progetto in tempo.

I 18 milioni di euro del bando periferie, se confermati, faranno il paio con il denaro che la Regione Lombardia invierà per l’accordo di programma che prevede le seguenti cose: la trasformazione della caserma Garibaldi nella biblioteca civica, la rinascita di piazza Repubblica in uno spazio dedicato alla cultura, e la demolizione del vecchio teatro tenda per la costruzione di un teatro stabile. Il tutto grazie a fondi pubblici (la Regione Lombardia in primis) e senza pasticci immobiliari.

Su questa partita di grande trasformazione infrastrutturale della città, anche i politici più accorti del centrodestra, come Roberto Maroni, hanno deciso di essere partner e non ostacoli al cambiamento. D’altronde lo si deve proprio a Maroni se Varese potrebbe avere in futuro un volto nuovo mentre si devono a Renzi i soldi pubblici che saranno stanziati per il teatro, arrivati grazie al Patto per la Lombardia. Sempre da Renzi arrivano i soldi per la stazione europea mentre da Maroni erano stati stanziati i primi milioni per Piazza Repubblica.

Intanto un bel messaggio di fondo c’è: i politici con lo sguardo lungo, in fondo, ci sono e possono collaborare, al netto delle divisioni competitive dettate dagli opposti schieramenti.

Piuttosto, va detto che appare giustificata la polemica sul progetto presentato a suo tempo per le stazioni. È vero che i disegni sono stati pensati in gran fretta, ma la maxi passerella pedonale tra le due stazioni rischia davvero di diventare un ricettacolo di degrado dopo le 7 di sera, in una città come la nostra dove non ci sono metropolitane e vita notturna di rilievo. Lo sa anche il sindaco Galimberti, che ha avuto bisogno di far passare in consiglio quel progetto ma che in realtà si dichiara disposto ad ascoltare tutte le campane in futuro.

E infine una considerazione politica. Se a questi passi si unisce anche la fine di alcuni tabù sulla sicurezza, che un tempo avrebbero impedito al centrosinistra di fare ordinanze come quella antibivacco di piazza Repubblica, si può osservare che la giunta Galimberti ha iniziato a lavorare su due o tre scelte di sostanza che finalmente danno una direzione solida all’amministrazione. Il tutto dopo le prime confuse scelte dell’estate che, stringi stringi, erano parse un po’ troppo improntate alla necessità di correre dietro alle promesse elettorali.

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