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Chiesa

LA “LECTIO” DI REGENSBURG

LIVIO GHIRINGHELLI - 13/01/2017

Benedetto XVI a Regensburg

Benedetto XVI a Regensburg

 Il 12 settembre 2006 Benedetto XVI nel corso di un viaggio in Germania tenne a Regensburg, dove aveva insegnato teologia in quella Università dal 1969 al 1977, una lectio magistralis dal titolo “Fede, ragione e università. Ricordi e riflessioni”, riferendosi a un dialogo di fine Trecento, probabilmente di un periodo intercorrente tra il 1394 e il 1402, tra l’Imperatore bizantino Manuele II Paleologo e un persiano colto.

L’Imperatore imputava a Maometto l’invito a diffondere la fede mediante la violenza, atteggiamento indubbiamente irragionevole. La citazione: Maometto ha introdotto cose solo cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede, mentre non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio.

Commento di Benedetto XVI: la violenza è in contrasto con la natura di Dio e con la natura dell’anima. Dio non si compiace del sangue. La fede è frutto dell’anima, non del corpo. Chi quindi vuole condurre qualcuno alla fede ha bisogno della capacità di parlare bene e di ragionare correttamente, non invece della violenza e della minaccia (senza riferirsi in modo specifico all’Islam).

Il Papa metteva in evidenza l’incontro tra fede biblica e filosofia greca come fondamentale per le origini del Cristianesimo e lo sviluppo della civiltà europea. Nell’elemento del Logos si trova la profonda concordanza tra ciò che è greco nel senso migliore e ciò che è fede in Dio sul fondamento della Bibbia, Giovanni all’inizio del suo Vangelo: In principio era il Logos e il Logos, che significa insieme ragione e parola, è Dio. A un Dio razionale secondo i canoni umani si è contrapposto un Dio completamente oscuro e trascendente.

Per la dottrina musulmana effettivamente Dio è assolutamente trascendente e la sua volontà non è legata a nessuna delle nostre categorie. Anche per Duns Scoto noi di Dio conosceremmo soltanto la voluntas ordinata; al di là di essa esisterebbe l’assoluta libertà di Dio. Invece tra il suo eterno Spirito creatore e la nostra ragione creata esiste una vera analogia (Concilio Lateranense IV, 1215). Il Dio veramente divino è quello che si è mostrato come Logos e come Logos ha agito pieno d’amore in nostro favore. Per Benedetto il patrimonio greco criticamente purificato fa parte integrante della fede cristiana.

Tertulliano, Origene, Lattanzio rifiutavano il ricorso alle armi, di contro però ai sostenitori di una guerra giusta e legittima a difesa (bellum pium), opinione peraltro prevalsa, sì che si rimproverava a Catari e Lollardi il loro pacifismo senza eccezioni.

Lutero insiste sul principio della sola fide, l’Illuminismo ha posto al contrario la ragione sopra o contro la fede. Nel processo di deellenizzazione del Cristianesimo tre onde si sono delineate: 1) La Riforma protestante cerca la pura forma primordiale della fede (liberare la Scrittura da ogni incrostazione filosofica, come essa è presente originariamente nella parola biblica ; 2) la teologia liberale del XIX e del XX secolo ritorna al semplice uomo Gesù e al suo messaggio semplice ; Harnack vuole rompere con la tradizione dogmatica; 3)si verifica una autolimitazione odierna della ragione riducendo il problema di Dio a problema ascientifico o pre-scientifico.

Come allora risolvere gli interrogativi propriamente umani del “da dove” e “verso dove?” Va combattuta la minaccia derivante da un uso distorto delle conquiste scientifiche rivolgendo l’attenzione solo a ciò che è verificabile nell’esperimento.

L’Ethos della scientificità è volontà d’obbedienza alla verità, procedendo verso un allargamento del nostro concetto di ragione e dell’uso di essa. Non si può tornare indietro fino al momento che precedeva l’inculturazione nel pensiero greco per inculturare di nuovo il pensiero nelle diverse civiltà ai fini del dialogo delle culture. La fede non è declassabile a subcultura e la teologia intesa come interrogativo sulla ragione della fede deve avere il suo posto nell’Università e nel vasto dialogo delle scienze.

Purtroppo ora nel mondo occidentale domina largamente l’opinione che soltanto la ragione positivista e le forme di filosofia da essa derivanti siano universali. Alle scienze naturali compete invece di studiare e accettare la struttura razionale della materia e la corrispondenza tra il nostro spirito e le strutture razionali operanti nella natura come un dato di fatto e viceversa: la domanda sul perché di questo dato di fatto spetta alla filosofia e alla teologia. Di qui l’invito al dialogo e al riavvicinamento tra fede e ragione, al grande Logos, alla vastità della ragione.

Conseguenza: assaltati e incendiati diversi luoghi di culto cristiani, esagitazione estrema dei radicalisti islamici. Rammarico del Papa (17 settembre 2006): il mio era un invito al dialogo franco e sincero. Invito accettato immediatamente dal Presidente dell’Iran Mahmud Ahmadinejad: non c’è dubbio che ci sia chi ha diffuso informazioni scorrette.

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