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Ambiente

MA QUANTO C’È DA FARE

ARTURO BORTOLUZZI - 20/01/2017

ambienteIn qualità di presidente di un’associazione ambientalista di Varese, Amici della Terra, ho partecipato alla riunione meritoriamente convocata dall’assessore alla Tutela ambientale del comune di Varese, Dino De Simone. All’assessore ho fatto presente una contenuta parte delle problematiche ambientali cittadine tanto da non occupare tempo in eccesso. L’ho invitato primariamente a promuovere una massiccia educazione ambientale dei bambini specie delle scuole elementari e medie cittadine.

Da una parte è giusto che i bambini siano informati del crescente dissesto ambientale nazionale, d’altra parte che abbiano conoscenza delle grandiose peculiarità del territorio. I bambini attuali saranno i governanti di domani e sono quelli a cui è destinato l’ambiente in cui viviamo.

Ho ricordato all’assessore che è stato presentato a Roma il 16 dicembre 2016 il XII Rapporto sulla «Qualità dell’ambiente urbano», primo risultato del neonato «Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente» (Snpa), costituito dall’Ispra e dalle 21 Arpa/Appa, ai sensi della Legge 28 giugno 2016, n. 132, che entrerà in vigore nel gennaio 2017, con la revisione della disciplina dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.

Dall’elaborazione e analisi dei dati raccolti nel monitoraggio ambientale delle città italiane, emerge un quadro di fragilità del territorio e di esposizione all’inquinamento, dove risulta ancora pessima la qualità dell’aria che la maggior parte degli italiani respira nelle proprie città, causando un forte impatto sulla salute dei cittadini e sulla qualità della vita quotidiana, mentre buone notizie arrivano dalla qualità delle acque e dalla riduzione dei consumi idrici.

Ho chiesto all’assessore se detto rapporto è già a sua disposizione, di averne una copia. Se questo non gli fosse stato consegnato di chiederne una copia senza indugio.

Faccio una proposta: dalla lettura della sintesi giornalistica dello stesso, si arguisce come il rapporto, oltre a improntarsi su un monitoraggio scientifico serio, rappresenti uno spaccato delle problematiche italiane. Questo dovrebbe essere uno dei testi da distribuirsi nelle scuole varesine. Potrebbe essere presentato dalle associazioni ambientaliste varesine nonché dal Parco Campo dei fiori; dovrebbe essere indetto un premio per le scuole (per esempio, per il miglior tema in italiano differenziato per tre ordini di scuole e giudicato da una commissione mista tra docenti e ambientalisti). L’occasione della presentazione di questo rapporto, potrebbe essere ripetuta per la presentazione di libri e opuscoli che illustrano le numerose bellezze e preziosità varesine.

Le scuole varesine dovrebbero poter avere a propria disposizione lo studio delle alberature storiche che sono state abbattute in città per malattie: un esempio è il castagno di piazzale Montanari. È mai possibile che questo non sia stato acquisito dal Comune ma invece da un privato?

Ho anche chiesto che venga posta dalla nuova Amministrazione una diversa gestione rispetto al passato, della corrispondenza ricevuta. Il Comune deve rispondere in 30 giorni a una lettera ricevuta e non può seppellirla in un cassetto. Ciò non solo è illegale ma è degradante per i cittadini che si vogliono rapportare nei confronti dell’Amministrazione.

Per esempio: sono partiti i lavori per migliorare il depuratore del Pravaccio lungo il fiume Olona. È mai possibile che le associazioni ambientaliste non vengano informate di quanto fatto? Vengono spesi i soldi dati dai cittadini. È giusto che questi sappiano e siano così parte di tutte le nuove operazioni dalla cui bontà si potrà scongiurare una multa comunitaria sulle carenze ambientali e sugli inquinamenti del corso d’acqua.

Per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico, non è secondo me giusto che il Comune di Varese affronti solo secondo i dettami stabiliti dalla Regione Lombardia questo pesantissimo fenomeno, ma che faccia anche oltre ponendosi come centro scuola. In passato, l’assessorato alla Tutela ambientale del comune di Varese, su spinta di Amici della Terra, aveva istituito una commissione intercomunale, che agiva per rendere ai più conosciuti e applicabili i principi di cooperazione e convivenza, stabiliti da Asl e Arpa.

Il nuovo assessore si è scordato di quanto è stato fatto. Gliel’ho ricordato più volte, ma invano. Questo invece è quanto deve essere con forza ripreso.

Per quanto riguarda la mobilità sostenibile occorre, anche in questo caso, riprendere quanto lanciato in passato dal Comune di Varese. Parlo del Decreto Ronchi e quindi del Mobility manager comunale e delle imprese, nonché del Mobility manager provinciale e del piano spostamenti casa- lavoro. Potrebbe anche essere affrontata la tematica degli spostamenti Casa-Scuola.

Sono convinto che solo una massiccia collaborazione fra pubblico e privato possa finalmente fare emergere dei risultati in grado di non farci essere inesorabilmente inquinati, come ora.

Da ultimo, per quanto riguarda i numerosi Plis (Parchi locali di interesse sovraccomunale) costituiti recentemente in provincia di Varese, è fondamentale che in breve tempo si possano trovare iniziative economiche da porsi in essere da parte di coloro che sono proprietari delle aree vincolate, così da poterne sopperire le necessità nonché di gratificarli. La Regione Lombardia avrà così il compito di garantire la protezione di aree a parco ma di reperire anche mercati dove possano sfociare i prodotti nelle stesse coltivate.

I parchi locali devono essere il più possibile non soltanto attrezzati come vogliono i residenti, ma il Comune dovrà reperire più custodi degli stessi in loco che abbiano il compito di stendere almeno una relazione mensile sul loro stato di conservazione e che possano anche essere programmatori di un calendario di attività sportive e culturali.

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