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Noterelle

SAGGEZZA E GENEROSITÀ

EMILIO CORBETTA - 27/01/2017

pariLa scorsa settimana nel Salone Estensi si è celebrato un evento particolare: seduta della Commissione Regionale per le Pari Opportunità. In città purtroppo questo evento è stato vissuto un poco marginalmente. Nella riunione è spiccata lampante la fatica delle donne per giungere a questa meta: il conseguimento appunto delle pari opportunità.

È una fatica lunga quasi quanto la storia dell’umanità, anche se da poco se ne è presa coscienza e la sua realizzazione dipende esclusivamente dall’intelligenza di tutti. Senza l’uso equilibrato dell’intelletto, questo grave problema è destinato a riciclarsi nelle generazioni perché, anche se può sembrare banale, è troppo legato ai costumi di vita e al loro inevitabile continuo mutamento. Questo mutamento facilita a tratti il recupero delle pari opportunità, ma talvolta le complica, rendendo remota una ragionevole duratura soluzione.

Troppi fattori ci giocano: dal banale mondo dell’abbigliamento all’importantissimo immenso compito unico e misterioso della donna: la gravidanza (anche se questa parola non mi piace molto, più affascinante dire “dono della vita”).

Tutti i compiti dell’esistere per essere risolti al meglio richiedono l’uso dell’intelligenza che deve avere il supporto della saggezza. Saggezza è l’antitesi della furbizia. Ricordo lo scandalo che provai per una frase detta da una donna politica di fronte ad un certo problema: Io ne vengo a capo meglio perché sono furba”. Se userai invece la saggezza, farai molta, molta più fatica- mi venne da pensare- ma il risultato sarà senz’altro migliore perché ne trarranno vantaggio tutti e non solo tu furbetta”.

La furbizia non risolverà le pari opportunità, la saggezza è molto più probabile. La saggezza si sposa con l’onestà e con la generosità. La furbizia invece molto spesso rasenta l’imbroglio, se non addirittura lo usa.

Alle donne si continua a promettere il raggiungimento delle pari opportunità, purtroppo a parole, non con i fatti perché il tema non può coinvolgere solo il genere femminile, ma tutta la società che deve saper rivoluzionare abitudini, costumi, intenti di lavoro, aspirazioni di vita.

È saggio valorizzare le doti delle persone perché ne traggono poi vantaggio tutti i membri di una comunità. Inibire l’azione delle donne solo perché tali e mettere al loro posto gli uomini, perchè ritenuti superiori, è stupido; è esattamente il contrario della saggezza. Quello che balza all’occhio è che molto spesso si tratta di soprusi, vere e proprie ingiustizie, come certe remunerazioni date a certe figure maschili, che sono negate a donne altrettanto valide.

La fatica delle pari opportunità è legata senz’altro a fattori culturali per cui è molto importante l’educazione delle nuove generazioni, come pure importante è l’accantonare pregiudizi usati nel passato per emarginare le donne ed impedire d’esprimere le loro doti richiudendole nei ristretti spazi domestici, magari mal interpretando assiomi religiosi, spesso imposti anche da personaggi decisamente patologici, a dir poco paranoici. Dall’errore religioso al cadere in costumi deformati e crudeli il passo è breve. Il dramma sta nel fatto che questi costumi si sono protratti nei secoli schiavizzando, e in certi territori torturando, le donne. Rare le civiltà dove regnava il matriarcato, che però non è la risoluzione di un sano equilibrio del rapporto tra le due “metà del cielo”, come molti amano definire l’insieme della società.

Lo studio della demografia evidenzia bene l’importanza di un sano convivere. Nel 1944, in pieno conflitto mondiale, in Italia nacquero circa 800.000 mila bimbi, l’anno scorso poco più della metà. In quei giorni lontani la popolazione era meno numerosa e quotidianamente martoriata da eventi drammatici. Sono cambiate molte cose da allora. Ogni giorno nella nostra società muta qualche cosa, a livello scientifico, economico, nel pensare, nel vivere. Ogni giorno ci vengono imposte scelte anche non facili che vanno vissute con saggezza e generosità, per cui l’aiuto al dono della vita realizzato dalle donne, come sopra accennato, deve coinvolgere tutta la società che deve saper dare ausilio alle madri e ausilio alle famiglie. Ma non solo: le istituzioni e la politica devono muoversi per favorire le pari opportunità senza inibire le nascite e favorendo la custodia e l’educazione dei bimbi e la protezione degli adolescenti, se non si vuole veder crollare la società stessa.

Per questo è stato così importante l’evento degli Estensi.

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