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In Confidenza

CAMMINARE INSIEME

Don ERMINIO VILLA - 27/01/2017

viacrucisCome è noto, a partire dal Concilio Vaticano II, è emersa la concezione di una Chiesa come Popolo di Dio, una visione che precede quella gerarchica ed è funzionale ad essa.

Così, dalla realtà profonda del cattolicesimo, sono emersi nuovi carismi e insieme nuovi protagonisti: i giovani, i movimenti, specialmente le donne. Proprio nel laicato si trova il vero vissuto della fede praticata nelle pieghe della vita ordinaria; di chi, cioè, si impegna all’aiuto di quanti hanno più bisogno perché dimenticati, non solo dalla società, ma anche dallo Stato.

Possiamo, allora, affermare di essere arrivati ad una Chiesa che sia, nei fatti, un insieme virtuoso di unità e di molteplicità, di identità e di diversità? Il cammino da fare insieme è ancora lungo…

Sarebbe esagerato – oggi come oggi – dire che i laici – e le donne in particolare – abbiano raggiunto una vera corresponsabilità a livello ecclesiale. Registriamo piuttosto un certo squilibrio rispetto alle aspettative conciliari…

Papa Francesco, in una udienza concessa ai membri di una associazione che riunisce le emittenti cattoliche italiane, ha avuto il coraggio di toccare anche i punti più problematici, affermando che “per me il clericalismo impedisce la crescita del laico”.

La sensazione che si ha osservando diversi fenomeni è quella di voler mantenere il laico (e in particolare le donne) in uno stato comunque di dipendenza, se non di minorità.

Guardando soprattutto in prospettiva, si capisce quanto è importante prepararsi e organizzarsi come popolo, soprattutto pensando alla Chiesa che verrà.

Va preparata per tempo una generazione di cristiani dalla fede più consapevole, che riconosca il ruolo specifico della donna, si sganci da ogni tutela clericale e sia portatrice di creatività nei diversi ambiti di vita!

Annullare definitivamente le distanze tra clero e laici, tra le diverse generazioni, anche tra culture differenti, è l’occasione buona per metterci in ascolto aperto e fiducioso con chi, in forza del comune battesimo, ha la stessa dignità e responsabilità.

Per ribadire un concetto chiaro a Papa Francesco e ripetuto più e più volte: “La Chiesa non è un’istituzione finalizzata a se stessa o un’associazione privata, un’organizzazione non governativa, né tanto meno si deve restringere lo sguardo al clero o al Vaticano, ma la Chiesa siamo tutti noi”, che crediamo e operiamo nel nome e per la gloria di Dio, procedendo insieme mossi dallo Spirito.

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