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Attualità

REALITY VERO E FIABA MEDIATICA

ROBERTO ROTONDO - 17/02/2017

funiviaIl premio Nobel Bob Dylan, intervistato di recente, ha spiegato che, prima di poter scrivere una bella canzone, egli ne deve realizzare almeno un centinaio brutte. E che l’ispirazione è anche figlia del lavoro, del sudore, della continua applicazione. Se lo dice un genio, dobbiamo davvero credergli.

Applicato al nostro giornalismo del territorio, questo ideale, ci dice che la strada è sempre maestra per i piccoli cronisti di provincia come noi. Con Monteviasco ho una storia di antica frequentazione. Il piccolo villaggio di pietre arrampicato sotto il monte Lema, nel luinese, è una meta cara a molti di noi, varesini con la passione per il trekking demodé, ed è raggiungibile solo attraverso una funivia o una mulattiera di 1200 gradini.

Prima di poter scrivere anche solo una riga su questo Comune, vi ho camminato lungamente negli ultimi 20 anni. È con questo zaino di esperienze che, nei giorni scorsi, consigliato dal bravo collega di Varesenews Andrea Camurani, ho scritto una storia per il Corriere della Sera, sulla funivia che sta cercando un nuovo macchinista, dopo la morte di Agostino Ranzoni detto il Silvano, il primo storico macchinista dell’impianto che dal 1989 raggiunge il paese.

I colleghi del Corriere della Sera, a cui avevo proposto l’articolo, si sono letteralmente innamorati di questo paese. La sua è una storia di resistenza umana. Nel caso specifico lo stipendio per il macchinista è po’ basso, ma l’opportunità di vita é straordinariamente alta. Me lo ha spiegato lo stesso sindaco di Curiglia con Monteviasco, Ambrogio Rossi, quando mi ha detto che con 700 euro ci sono persone che vivono e passano un’esistenza dignitosa tra quelle valli. La funivia è come una seconda pelle per gli abitanti di Monteviasco, che sono davvero pochi, ma che aumentano d’estate nei weekend. Gente che si è innamorata di queste valli così impervie, senza motivi di divertimento, così fuori moda e così vere.

Ci ho pensato. Perché ai colleghi metropolitani, e a qualche lettore, è piaciuta molto questa vicenda? Il motivo per cui una storia può essere così interessante, in un articolo di giornale, è semplicemente perché si tratta di una storia così interessante nella vita reale. Nel ritratto di un macchinista di funivia non c’è solo un lavoro. C’è una vita intera. La cronaca locale, spesso, è proprio cercare l’elemento umano nella macchina. E leggere di queste vite sospese a un filo è affascinante, perché in fondo in quelle piccole cronache si parla di tutti noi.

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