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Politica

SCISSIONE DELLA MUCCA

MASSIMO LODI - 17/02/2017

bersani

La scissione è già avvenuta, dice Bersani. Allude al fatto che il PdR (Partito di Renzi) ha preso il posto del Pd (Partito democratico). Ma no, Bersani. Guarda che la scissione verificatasi è un’altra, quella fra te e i votanti del partito che hai avuto l’onore di dirigere. Fra te e un sacco d’elettori speranzosi/riformisti. Fra te e milioni d’italiani creduli. Per esempio quando garantisti, a quest’italiani, che avresti smacchiato il giaguaro berlusconiano. E invece ti macchiasti d’avventurismo propagandistico, d’imperizia politica, di miopia strategica. Omaggiamo l’evidenza: Renzi non è principalmente figlio d’una sua virtù, ma specialmente dei tuoi difetti.

Eri per le liberalizzazioni, smemorato Bersani. E ora sei per il protezionismo statale, all’inseguimento tristo di Trump e Salvini, della Le Pen e degl’inglesi antieuro. Eri per le larghe intese, accettando di sostenere (2012) Monti assieme al Cavaliere. E ora sei per imboccare una sola strada, la strettoia di sinistra-sinistra. Eri per un accordo con i Cinquestelle (ah, quella sventurata diretta streaming del 2013). E ora sei per un accordo con chiunque. Purché sia in disaccordo con Renzi.

Ma che strategia persegui, ex ministro del buonsenso realistico? Vuoi costruire un nuovo Ulivo e per riuscire nell’impresa distruggi il vecchio (vecchio di gloriose storie democristiane e comuniste) Partito democratico? Sostenevi che dentro un movimento politico ci si confronta apertamente e anche con durezza, poi una sintesi vien trovata e la rispettano tutti, maggioranza e minoranza. Ora pratichi il verbo contrario: c’è sempre un ma, un però, un forse/chissà/magari in coda alle decisioni prese.

Il top pareva che fossi riuscito a toccarlo all’epoca del referendum, non limitandoti a contraddire la scelta del segretario del tuo partito e leader del tuo governo, ma facendogli campagna contro (e che feroce campagna, assieme a D’Alema et similiter facies). Roba mai vista. Ma ce ne mancavano altre, di robe. Di pronunziamenti. Di giravolte. Qualcuna: Renzi vattene, dopo la disfatta sulla riforma costituzionale. Anzi no: rimani, per fare la legge elettorale. Invece, a pensarci bene: via subito e nuova legge più avanti. Tuttavia, riflettendo: partito a congresso, e chiariamoci finalmente le idee. Uhm, troppo semplice: congresso in fretta è sbagliato, giusto è svolgerlo in tempi lunghi. Augurabilmente biblici. Nelle more, tra uno spremersi le meningi e l’altro: usciamo dal Pd, e mettiamoci con chi ci sta. Oppure, a piacere: il Pd siamo noi, escano loro.

Dunque, stupefacente Bersani, chi rottama chi? Chi merita la qualifica, peraltro storicamente medagliatissima tra le vostre fila, di frazionista? Chi divide perché non ìmpera e chi invece, accusato d’aver diviso, si rimette all’imperativo popolare: avanti con le primarie e vediamo da che parte sta la gente?

Hai ragione, immaginifico creatore di fantasie contadine: c’è una mucca nel corridoio e pensavamo che la si dovesse rimuovere, invece d’abbattere i muri dove s’era infilata. Macché. Giù tutto, e pazienza se il Pd finirà in vacca. Con il sentito grazie di Grillo-Salvini-Meloni-Berlusconi e ora perfino di Pisapia-Boldrini, al generoso benefattore Dem.

Bersani carissimo, ci punge un interrogativo finale: non è che, come ha rimproverato amabilmente De Laurentiis a Sarri dopo la sconfitta del Napoli a Madrid, ti manca la cazzimma giusta? Se sì, ritrovala in fretta. Altrimenti troverà eco favorevole un proverbio delle tue emiliane parti: “Te te propri vòia ad zuca zàla”. Hai proprio voglia di una zucca gialla, cioè di discutere per niente.

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